Il tumore del polmone nelle vittime del dovere

Tumore del polmone: i polmoni sono gli organi che trasferiscono l’ossigeno dall’esterno al nostro circolo sanguigno. Consentono di depurare il sangue dall’anidride carbonica che il nostro organismo produce naturalmente. Hanno una funzione fondamentale, dunque. Sono composti da bronchi, bronchioli e alveoli e tutti, contemporaneamente, contribuiscono al corretto funzionamento dell’apparato respiratorio.

Il tumore del polmone può svilupparsi a partire dalle cellule di cui sono composti bronchi, bronchioli o alveoli e formare una massa capace di ostruire il flusso dell’aria o provocare, addirittura, emorragie ai bronchi o ai polmoni.

Esistono diverse tipologie di tumore del polmone e il tumore può ospitare le metastasi dei tumori che si formano in altre parti del corpo.

Secondo AIRTUM, l’Associazione Italiana Registri TUMori, nel 2019 ci sono stati 42.500 casi di tumore del polmone, nella maggior parte dei casi uomini. Ultimamente, però, si è registrato un lieve aumento di tumori del polmone nelle donne. Infatti hanno sviluppato una dipendenza dal fumo che è, invece, calata negli uomini.

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I fattori a rischio tumore del polmone

Dalle statistiche emerge che sono 17,5 milioni i nuovi casi di tumore, tra cui quello al polmone, e 8,7 milioni i morti.

Al di là del fumo di sigaretta, anche lo smog, l’inquinamento atmosferico e i fumi industriali possono portare allo sviluppo del tumore del polmone. Per questo la maggior parte delle persone che perdono la vita a causa di questo tipo di malattia sono proprio gli abitanti dei paesi più industrializzati, con un totale di circa 34.000 morti all’anno.

Il fumo della sigaretta è responsabile di almeno 8 tumori su 10. Ma si stima che anche sostanze cancerogene come l’amianto, il radon e l’uranio impoverito siano un rischio potenziale, soprattutto per chi è costretto a lavorare in posti di lavoro che richiedono un contatto diretto e prolungato con queste sostanze (esposizione professionale). Tali agenti hanno un effetto sinergico, come dimostra lo studio di Richard Doll “A Study of Lung Cancer Mortality in Asbestos Workers“.

Un altro studio che conferma questo dato è il Report del Global Burden of Disease Cancer Collaboration. Infatti, secondo questo studio pubblicato da Jama Oncology, i casi di cancro ai polmoni sono aumentati del 33% tra il 2005 e il 2015, mentre sono diminuite le abitudini tabagiche. Ciò dimostra come siano anche altri agenti cancerogeni, come l’asbesto, ad avere un effetto negativo sulla salute dell’uomo.

Una predisposizione è ovviamente una delle cause principali. Ma il contatto diretto con sostanze tossiche – soprattutto se a lungo termine – può contribuire in qualche modo alla diffusione della malattia. Nel caso dei tabagisti, quindi, smettere di fumare può essere un rimedio preventivo per scongiurare la presenza di un tumore del polmone. Per quanto riguarda, invece, tumore amianto rimedi, l’unica soluzione è evitare l’esposizione.

Tipologie di tumori del polmone

Come già anticipato, esistono due macro tipologie di tumori del polmone, entrambi generati dal tessuto epiteliale che riveste i polmoni:

  • tumore polmonare non a piccole cellule (l’85% dei casi);
  • tumore polmonare a piccole cellule (o microcitoma – il restante 15% dei casi).

Il tumore polmonare non a piccole cellule (detto anche NSCLC – Non Small-Cell Lung Cancer) si suddivide in tre sottocategorie in base alle parti del polmone coinvolte:

  • Carcinoma spinocellulare polmone Rappresenta il 30% dei casi, nasce nei bronchi ed è provocato dal fumo di sigaretta. È il tumore del polmone con la prognosi migliore in assoluto;
  • Adenocarcinoma. Rappresenta circa il 60% dei casi, nasce nella parte dei bronchi a diametro inferiore ed è provocato spesso da cicatrici polmonari pregresse. È la tipologia di tumore del polmone più frequente nei non fumatori;
  • Carcinoma a grandi cellule. È il meno frequente in assoluto (circa il 10% dei casi), può comparire in diverse aree del polmone e tende a crescere e diffondersi piuttosto in fretta.

Il tumore polmonare a piccole cellule, detto anche microcitoma (conosciuto anche come SCLC – Small-Cell Lung Cancer), si sviluppa nei bronchi di diametro maggiore, è molto frequente nei fumatori e piuttosto raro nei non fumatori. La sua prognosi è piuttosto grave, perché la malattia si diffonde con estrema rapidità.

C’è tuttavia una piccola percentuale rimanente, circa il 5%, di casi in cui il tumore non ha origine nell’epitelio ma in tessuti differenti, come quello endocrino (responsabile del carcinoide polmonare di origine neuroendocrina) o quello linfatico (e qui si parla, invece, di linfoma polmonare).

Adenocarcinoma polmonare: sintomi e cause

L’adenocarcinoma polmonare è un cancro del polmone che ha origine nella parte finale dei bronchi. È caratterizzato da cellule anomale che si moltiplicano in maniera non controllata e si diffondono nei vasi sanguigni e linfatici. Più le cellule crescono e si moltiplicano, più si organizzano nella massa tumorale ai polmoni.

La principale causa di adenocarcinoma polmonare è senza dubbio il fumo di sigaretta. Ma un ulteriore fattore di rischio è l’esposizione a sostanze tossiche e cancerogene come radon, amianto e altre sostanze affini.

In questi casi, le concause sono maggiormente responsabili della formazione del tumore. Se, per esempio, sei un fumatore che si trova a contatto – per ragioni lavorative – con sostanze cancerogene come amianto o radon, hai più possibilità di contrarre la malattia. Per questo motivo, la prevenzione spesso spinge le vittime potenziali a smettere di fumare, come prima cosa, ma anche ad attuare tutte le misure di tutela e sicurezza possibili sul posto di lavoro.

Tipologie di adenocarcinoma polmonare

Esistono due tipologie di adenocarcinoma:

  • adenocarcinoma non-invasivo (carcinoma bronchioalveolare, adenocarcinoma minimamente invasivo);
  • adenocarcinoma invasivo (mucinoso o a predominanza acinare, papillare, micropapillare, solida).

Tra i sintomi più diffusi riscontriamo: tosse, dispnea, dolori al torace, sangue nel catarro, polmoniti di vario genere, disfagia.

Essendo, quindi, il tumore del polmone una patologia che può essere correlata sia a esposizione ad amianto che radon, il lavoratore che è in grado di dimostrare la causa di servizio e ottenere la qualità di vittima del dovere, può anche richiedere una rendita all’INAIL. Ha diritto anche alla prestazione aggiuntiva del Fondo Vittime Amianto, costituita da circa il 15% in più della rendita (leggi tutto sull’assicurazione INAIL per malattia professionale).

L’articolo 1, comma 250, della Legge 232/2016, ha sancito il diritto all’immediato pensionamento per tutti i lavoratori che risultano sprovvisti dei requisiti per il pensionamento al momento dell’insorgenza della malattia professionale amianto. Tale diritto però è limitato alle vittime di mesotelioma, tumore polmonare e asbestosi, senza limite di grado di invalidità, come da decreto del 18 Luglio 2017.

Microcitoma polmonare: sintomi e cause

Come già anticipato, il microcitoma polmonare è forse uno dei tumori del polmone più pericolosi in assoluto, perché ha una capacità metastatica molto elevata.

Come ogni tumore maligno, è composto da cellule anomale che si moltiplicano a vista d’occhio e si diffondono a macchia d’olio nei vasi sanguigni e linfatici. Più le cellule crescono, più si organizzano e si “assemblano” nella massa nei polmoni.

Nel caso del microcitoma polmonare, la principale forma di rischio è data dal fumo di sigaretta. Ma ci sono anche l’esposizione a materiali cancerogeni come l’amianto, il radon e simili. Buona parte dei lavoratori che sono costretti, loro malgrado, a esposizioni professionali ad amianto, fumo di saldatura, IPA, eccetera, possono contrarre questa malattia.

Per questa ragione, per loro è prevista dall’INAIL l’erogazione di una indennità e di un risarcimento danni nel caso di malattia correlata alla causa di servizio. È anche possibile, secondo l’ex art. 13, co. 7, Legge 257/92, ottenere una maggiorazione contributiva o addirittura un prepensionamento.

Va anche detto, però, che in molte circostante le concause hanno aumentato le possibilità di contrarre la malattia. Se, per esempio, sei un fumatore e lavori in un’azienda che si trova a contatto con radon o amianto, hai molte più possibilità di contrarre un tumore del polmone rispetto a un non fumatore. Un altro fattore di rischio sinergico può essere l’inquinamento atmosferico o una predisposizione genetica.

Come si può, quindi, prevenire un tumore del polmone, se sei un fumatore e/o lavori a contatto con sostanze cancerogene? Smettere di fumare, innanzitutto, può essere un primo passo fondamentale, ma anche mettere in atto tutte le misure di prevenzione e tutela possibili sul posto di lavoro. In questo caso sarà anche il vostro datore di lavoro ad aiutarvi.

Assistenza legale gratuita per tutti i malati tumorali

Osservatorio Vittime del Dovere in collaborazione con il suo presidente, l’Avv. Ezio Bonanni, offre a tutti i lavoratori a cui è stata riconosciuta la causa di servizio e la qualità di vittima del dovere un servizio di tutela e assistenza legale, sia per le vittime che per i familiari. Grazie al supporto di ONA, infatti, è possibile ottenere tutti i risarcimenti e le indennità previste dalla legge.

Consulenza medica e legale

tumore del polmone
tumore del polmone

    Sintomi più comuni e fasce a rischio

    Il tumore del polmone è una malattia molto diffusa che colpisce principalmente gli uomini, ma le donne non ne sono esenti in alcun modo. La fascia di età che ne è colpita oscilla solitamente tra i 70 e i 74 anni. Ma ci sono casi anche di tumore tra i giovani – anche se è meno diffuso.

    La causa principale di tumore del polmone è sicuramente il fumo della sigaretta. Ma ci sono anche l’esposizione a sostanze cancerogene come amianto e radon, soprattutto sul posto di lavoro.

    Il vero problema del tumore del polmone è che si tratta di una patologia spesso asintomatica. Questo vuol dire che nel momento in cui i sintomi si sono fatti evidenti, allora lo stadio della malattia è già piuttosto avanzato. Quando lo stadio è avanzato, il rischio di diffusione di metastasi nel corpo è molto elevato. Le parti del corpo più colpite sono il fegato, il cervello, lo scheletro e i linfonodi.

    Nello stadio avanzato, i sintomi più diffusi sono:

    • tosse forte e costante;
    • cambiamento della tosse rispetto al solito;
    • calo di peso non voluto;
    • affanno;
    • dolore al petto che aumenta durante la respirazione;
    • sangue nel catarro.

    Sintomi meno evidenti possono essere:

    • leggera incurvatura dell’estremità delle dita;
    • temperatura alta;
    • astenia;
    • difficoltà a deglutire;
    • dispnea;
    • raucedine;
    • gonfiore del viso.

    Altri sintomi possono essere:

    • ittero;
    • convulsioni;
    • vertigini;
    • torpore;
    • apatia;
    • linfonodi del collo e del torace ingrossati;
    • dolore e debolezza agli arti inferiori;
    • debolezza degli arti superiori.

    Come si forma il cancro ai polmoni?

    Il tumore del polmone, come ogni neoplasia, è una mutazione cellulare del DNA. Le cellule proliferano in maniera anomala e si agglomerano tra loro formando la massa tumorale che intacca i tessuti del polmone. Se il tumore si trova in prossimità del sistema linfatico, ha una diffusione molto elevata e un’elevata possibilità di metastasi.

    Le cause principali di cancro ai polmoni, come abbiamo già anticipato, sono il fumo e l’esposizione ad agenti cancerogeni come amianto, radon o sostanze chimiche quali arsenico, berillio, cadmio, carbone, silice.

    In particolare, tra le cause tumore ai polmoni c’è l’amianto. La sua azione cancerogena è confermata anche dallo IARC. Nella sua ultima monografia, “Asbestos – chrysotile, amosite, crocidolite, tremolite, actinolite and anthophyllite“, afferma come le fibre di asbesto, se inalate o ingerite, sono gravemente dannose per la salute umana.

    Le professioni più a rischio di contrarre questa malattia sono sia civili che militari. Tra i civili spiccano i lavori legati all’agricoltura, al settore minerario, alla metallurgia, ai cantieri navali, così come i conducenti di autocarri e taxi (soprattutto per via dello smog che sono costretti a inalare quotifianamente). Tra i militari, invece, quelli più a rischio sono i lavoratori delle unità navali della Marina Militare.

    Tumore del polmone in ambito militare

    Nelle unità navali della Marina Militare, i lavoratori sono esposti quotidianamente al contatto con sostanze cancerogene come il radon, che a lungo andare può provocare diverse patologie. Una tra queste è certamente il tumore del polmone.

    Il caso che ha portato alla luce la questione risale agli anni Novanta ed è ricordato come il caso del Monte Venda.

    Il caso Monte Venda

    Nei pressi dei Colli Euganei, a due passi da Padova, un tempo sorgeva la base NATO del Monte Venda, una base militare con antenne radar utili a captare un eventuale conflitto nucleare. Nel ventre della montagna, il personale dell’aeronautica militare fu esposto, negli anni Novanta, ad amianto e a gas radon. Per colpa di quest’ultimo, sono morte quasi 120 persone.

    La base militare fu chiusa nel 1998. Da allora, nel Tribunale di Padova, si sono svolti i processi per la morte di tutti i militari con patologie asbesto correlate o dipendenti dall’esposizione a gas radon.

    L’imputato Agostino Di Donna, ex direttore generale della Sanità Militare, è stato condannato per omicidio colposo plurimo.

    Le vittime del lavoro come quelle del Monte Venda hanno, così, ottenuto una giustizia legale ed economica, con un riconoscimento di causa di servizio e una liquidazione di tutti i danni subiti.

    La Commissione Parlamentare che si è occupata del caso ha confermato che le Forze Armate per tantissimi anni hanno esposto il personale militare e civile a concentrazioni altissime di gas radon, senza preoccuparsi minimamente delle conseguenze disastrose che ci sarebbero state sulla loro salute.

    Il riconoscimento del nesso causale tra insorgenza della malattia e condizioni di lavoro in ambito militare è di fatto una sentenza storica, che riconosce finalmente la qualità di vittima del dovere anche al personale militare della Marina Militare.

    L’importanza della prevenzione primaria e secondaria

    La prevenzione è fondamentale. Compito della Marina Militare doveva essere, infatti, quello di monitorare costantemente la presenza di gas tossici negli ambienti di lavoro e sottoporre i propri dipendenti a controlli (promuovendo l’utilizzo di dispositivi di tutela e sicurezza sul posto di lavoro).

    Una maggiore vigilanza nelle forze dell’ordine è quindi importante, anche per la tutela dei lavoratori (specie se si pensa che con tutta probabilità le Forze Armate Nato coinvolte nel caso del Monte Venda erano a conoscenza dei fatti e avrebbero potuto intervenire a tempo debito).

    Il Monte Venda, ovviamente, non è un caso isolato. A giudicare, infatti, dalle inchieste condotte negli ultimi anni, le alte cariche del Ministero della Difesa erano ben consapevoli dei rischi potenziali per la salute dei militari esposti a contatti diretti con minerali e sostanze cancerogene di vario tipo. La relazione finale della Commissione Parlamentare d’Inchiesta parla chiaro. Le morti e le malattie più o meno gravi che hanno colpito i militari mentre prestavano servizio sono tutte correlate all’esposizione a sostanze tossiche come l’uranio impoverito, l’amianto, il gas radon, unitamente alla somministrazione errata di vaccini che ne hanno amplificato la tossicità e pericolosità.

    Un nesso causale tra i tumori e l’esposizione a questi fattori chimici esiste, dunque, ed è innegabile. I luoghi dove avvenivano queste contaminazioni erano i più disparati: durante le missioni all’estero, all’interno dei poligoni di tiro, nei depositi munizioni, a contatto con equipaggiamenti e protezioni di vario genere. Le modalità errate di somministrazione dei vaccini, poi, hanno accentuato l’esposizione alla patologia, mettendo ulteriormente a rischio tutto il personale militare (ma anche quello civile).
    I militari più a rischio, poi, sono stati quelli che hanno preso parte a missioni in Afghanistan, Kosovo e nei Balcani.

    La sindrome dei Balcani

    L’uranio impoverito è stato impiegato in moltissime zone di guerra, soprattutto nei Balcani, ma anche in Afghanistan e in Iraq. Per via delle sue caratteristiche piroforiche e per la sua alta densità, ha trovato largo impiego nella produzione di proiettili, munizioni e ordigni di vario genere. Per questo motivo, tutti i militari coinvolti nelle guerre del Golfo e dei Balcani hanno contratto malattie e patologie correlate all’esposizione a uranio impoverito.

    La Sindrome dei Balcani indica una serie di malattie che hanno colpito i militari italiani di ritorno dalle missioni di pace internazionali. I primi casi risalgono alla fine degli anni Novanta: le vittime sono state più di 50 e 500 i malati superstiti.

    I vertici militari italiani, in collaborazione con la NATO, hanno istituito una commissione di inchiesta presso il Senato per identificare i responsabili, laddove presenti, e per accertare il nesso causale tra esposizione a uranio impoverito e malattie contratte (come linfomi e leucemie).

    Sia l’ONU che i vertici militari italiani erano al corrente del largo uso di uranio impoverito nelle missioni in Bosnia tra il ’94 e il ’95, ma nessuno ha mai preso una posizione definita a riguardo.

    La Sindrome dei Balcani è causata, pare, dalla radioattività dei proiettili mista alla tossicità rappresentata dalle particelle risultanti dalle esplosioni. Queste microparticelle, come abbiamo già accennato, sono pericolose se inalate perché provocano infiammazioni che portano, a lungo andare, alla formazione di tumori e patologie varie, più o meno gravi.

    Il decreto ministeriale del 27 Agosto 2004, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, ha previsto l’attuazione di un programma di monitoraggio per la ricerca di uranio impoverito e arsenico nelle derrate alimentari provenienti da Bosnia-Erzegovina e Kosovo.

    Riconoscimento della causa di servizio per i militari

    Per tantissimo tempo, dunque, i militari si esponevano a numerosi rischi senza che nessuno effettuasse controlli a norma di legge. Non esistono, infatti, documenti di alcun tipo a riguardo, come se davvero nessuno si fosse preoccupato seriamente dei rischi potenziali (di cui erano stati messi al corrente tutti a tempo debito) per tutti i lavoratori, militari e non.

    Una volta riconosciuta, per loro, la causa di servizio, il passo successivo è quella di concedere ai lavoratori militari sia una giustizia legale che un risarcimento per i danni ottenuti che fosse adeguato a ogni caso specifico.

    ONA – Osservatorio Nazionale Amianto, gemella dell’Osservatorio Vittime del Dovere, in collaborazione con il presidente dell’associazione Ezio Bonanni e il suo team di avvocati, si battono da tantissimi anni per riconoscere ai civili e ai militari i loro diritti. Il riconoscimento di un risarcimento adeguato è fondamentale per riconoscerne allo stesso tempo la gravità, nella speranza di creare precedenti tali da riuscire a limitare i danni per il futuro.

    Sì, perché al di là delle indennità percepite, seppur cospicue, quando la salute è compromessa – spesso in maniera irreversibile – c’è davvero poco da festeggiare. Quello che è importante fare, invece, è cercare di evitare che casi così gravi come questo si ripetano con altrettanta frequenza in futuro. Anche a questo servono le battaglie legali, a riconoscere un diritto (nei confronti della vittima) e ad affermare un dovere (nei confronti dei “carnefici”).

    ONA – Osservatorio Nazionale Amianto offre a tutti i lavoratori a cui è stata riconosciuta la causa di servizio e la qualità di vittima del dovere un servizio di tutela e assistenza legale gratuita, sia per le vittime che per i familiari. Grazie al supporto di ONA, infatti, è possibile ottenere tutti i risarcimenti e le indennità previste dalla legge.

    Tumore del polmone: le sostanze più nocive

    Tra le sostanze ritenute più pericolose per l’uomo c’è sicuramente l’amianto, il gas radon e l’uranio impoverito. Tutte e tre sostanze, queste, altamente presenti nella maggior parte degli ambiti militari (sulle basi navali, su quelle aeree, nelle missioni internazionali). La dispersione aerea delle microparticelle presenti in queste sostanze (a seguito di esplosioni o usura, per esempio) può essere respirata o accidentalmente ingerita e depositarsi sui polmoni, provocando diverse malattie più o meno gravi.

    Le malattie dette “professionali” strettamente correlate all’uranio impoverito, all’amianto e al gas radon sono moltissime.

    Stando alle liste presentate dall’INAIL, nel caso di radon e uranio avremo:

    • leucemia acuta mielomonocitica;
    • leucemia acuta monocitica;
    • malattia leucemica linfatica cronica;
    • leucemia linfoide;
    • leucemia mieloide;
    • malattia leucemica mieloide acuta;
    • leucemia mieloide subacuta;
    • leucemia monocitica subacuta;
    • malattia leucemica promielocitica;
    • linfoma non-Hodgkin;
    • linfoma non-Hodgkin linea cellulare B;
    • tumore del polmone.

    Nel caso dell’amianto, invece, avremo:

    • mesotelioma pericardico;
    • mesotelioma peritoneale;
    • tumore del colon-retto
    • mesotelioma pleurico;
    • cancro dell’esofago;
    • tumore della faringe;
    • mesotelioma della tunica vaginale del testicolo;
    • tumore della laringe;
    • tumore dell’ovaio;
    • cancro del polmone;
    • tumore dello stomaco.

    Sia l’uranio impoverito che il gas radon possono sprigionare anche radiazioni ionizzanti, che possono portare all’insorgenza di malattie più o meno gravi. Questo è l’elenco specifico:

    • tumore del colon-retto;
    • tumore dell’encefalo;
    • cancro dell’esofago;
    • tumore del fegato;
    • tumore delle ghiandole salivari;
    • cancro della mammella;
    • tumore delle ossa;
    • tumore dell’ovaio;
    • cancro del pancreas;
    • tumore del polmone;
    • tumore della prostata;
    • cancro del rene;
    • tumori del sistema emolinfopoietico (tranne la leucemia linfatica cronica);
    • tumore dello stomaco;
    • tumore della tiroide;
    • cancro della vescica.

    Tumore del polmone: esame e diagnosi

    Abbiamo esposto poco sopra i sintomi più comuni del tumore ai polmoni: tosse molto forte, affanno, calo di peso involontario, forti dolori al petto, sangue nel catarro, eccetera. Se vi trovate in presenza di alcuni di questi sintomi e vi accorgete che non intendono passare da soli, è fondamentale richiedere una visita specialistica al proprio medico. Il primo passo da fare è quello dell’esame del sangue e delle urine.

    Se le informazioni risultanti non sono sufficienti, allora è importante indagare a fondo, facendo una radiografia toracica, una TAC, una PET o una broncoscopia, per esempio. Altri esami che è possibile fare per valutare il rischio di tumori ai polmoni è l’esame dell’espettorato, un ago biopsia torace, una toracoscopia, una mediastinoscopia (in casi più gravi in cui occorre approfondire meglio).

    Gli stadi del tumore del polmone

    Ogni tumore a cellule grandi ha delle fasi della malattia che si riferiscono alla sua gravità e presenza all’interno del nostro organismo.

    Lo Stadio 1 della malattia indica che il tumore è localizzato all’interno del polmone e non interessa i linfonodi. Si divide in Stadio 1A (tumore inferiore a 3 cm) e Stadio 1B (tumore tra i 3 e i 5 cm).

    Lo Stadio 2 della malattia indica che il tumore si è diffuso nei bronchi. Ha causato un collasso, oppure si è in presenza di più tumori contemporaneamente. Si divide in Stadio 2A (tumore tra i 5 e i 7 cm) e Stadio 2B (tumore più grande di 7 cm)

    Lo Stadio 3 della malattia indica che il cancro si è diffuso anche nei tessuti circostanti e nei linfonodi presenti nel petto. Si divide in Stadio 3A (il tumore si diffonde sulla pleura, sulla parete toracica, sul centro del petto e sui linfonodi circostandi) e Stadio 3B (il tumore si estende sui linfonodi di entrambi i lati, sulle clavicole o raggiunge parti del corpo come la gola, il cuore o un vaso sanguigno importante).

    Lo Stadio 4 della malattia indica che il cancro si è diffuso su organi importanti come fegato, cervello e ossa.

    Nel caso di tumore del polmone composto da piccole cellule, si parla di due fasi: malattia limitata (e circoscritta solo al polmone) e malattia estesa (se il tumore interessa anche altre parti del corpo).

    Tumore del polmone: approcci terapeutici

    Il percorso terapeutico per questo tipo di tumore non è uguale per tutti. Per scegliere la strada giusta occorre il supporto di un oncologo, di un chirurgo toracico, di un patologo, di un radiologo, di un assistente sociale e di un infermiere specializzato. Tra le terapie più diffuse compare certamente la chemioterapia, la radioterapia, l’intervento chirurgico. Ma ci sono anche altri metodi di approccio: vediamo insieme tutti i possibili percorsi terapeutici che riguardano il tumore del polmone.

    Test generali

    Elettrocardiogramma: serve a monitorare la funzione cardiaca;

    Spirometria: serve a verificare la quantità di aria emessa e immessa nei polmoni.

    Se il paziente ha un tumore ma è ancora in buone condizioni fisiche, anche a seguito degli esami di cui sopra, allora si può procedere all’intervento chirurgico. L’intervento più diffuso in questi casi è la laparoscopia, soprattutto se il tumore è di piccole dimensioni. Poiché, però, l’intervento può portare a complicazioni come polmonite, emorragie, embolo o trombo, è necessaria una degenza in ospedale di qualche giorno e la somministrazione di una terapia adeguata. Il post operatorio si recupererà con un po’ di esercizio fisico di riabilitazione.

    Terapie

    Ablazione con radiofrequenza: le cellule cancerogene sono annientate dal calore;

    Crioterapia tumore polmone : le cellule cancerogene sono annientate dal freddo;

    Terapia fotodinamica: le cellule cancerogene sono annientate dal laser;

    Inibitori della crescita: attraverso un farmaco chiamato Erlotinib, si impedisce alle cellule di crescere e svilupparsi;

    Chemioterapia: terapia pre-operatoria per ridurre la parte su cui intervenire o al posto dell’intervento per circoscrivere la malattia.

    Radioterapia: a fasci esterni (se l’energia è emessa fuori dal corpo) o a fasci interni (se si inserisce un tubo che interviene direttamente sul polmone).

    Interventi chirurgici

    Resezione a cuneo: si asporta un piccolo pezzo di tumore, se non è troppo esteso;

    Lobectomia: si asporta una parte di lobo (o la sua totalità);

    Pneumonectomia: il polmone si asporta nella sua totalità, perché il tumore si è esteso su tutta la sua superficie.

    Assistenza medica e legale gratuita per le vittime del dovere

    ONA – Osservatorio Nazionale Amianto, insieme all’Avv. Ezio Bonanni e al suo team di esperti, lavora costantemente per garantire una tutela legale e un’assistenza sanitaria gratuite per tutte le vittime del dovere, ottenendo il riconoscimento di causa di servizio e la qualità di vittima del dovere per tutti quelli che hanno la possibilità di provare la concausa tra malattia e lavoro.

    Grazie al loro supporto, tutti i lavoratori possono ottenere un risarcimento danni, un’indennità, il riconoscimento della propria malattia professionale e avranno la garanzia di avere un team alle loro spalle che li aiuterà a superare i momenti più difficili.

    Il ruolo di ONA, in questi casi, non riguarda solo l’ottenimento dei risarcimenti dovuti, ma anche la tutela dei diritti del lavoratore, nella speranza che col tempo questi episodi si riducano sensibilmente.