Mercurio: danni alla salute e tutela legale

Il mercurio è un metallo pesante altamente tossico che causa gravi danni alla salute. Le sue capacità di danneggiare il sistema nervoso, respiratorio e quello cardiocircolatorio, come vedremo nel dettaglio in seguito, sono comprovate. Non ci sono invece adeguate evdidenze scientifiche sulla sua capacità di causare il cancro.

In questa pagina vediamo cos’è il mercurio, quali sono le cause dell’inquinamento e le fonti principali di inquinamento. Come procedere per arginare questo tipo di inquinamento e qual è la normativa vigente? La convenzione di Naimata è stato un importante passo compiuto contro l’inquinamento causato da questo metallo.

Vediamo nel dettaglio quali sono le malattie correlate all’esposizione al mercurio e quali sono le categorie di lavoratori a rischio.

Le vittime di esposizione professionale hanno diritto al riconoscimento di malattia professionale o causa di servizio e all’erogazione delle prestazioni economiche e socio sanitarie dell’INAIL o all’equo indennizzo e, in alcuni casi, allo status di vittime del dovere.

Hanno anche diritto al risarcimento integrale dei danni subiti, patrimoniali e non patrimoniali (danno biologicodanno morale ed esistenziale). Lo stesso trattamento spetta ai loro familiari che hanno diritto al risarcimento dei danni subiti iure proprio e iure hereditas.

L’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto ha istituito il Dipartimento Vittime del Dovere per l’assistenza medica e legale alle vittime del dovere. Attraverso la richiesta di una consulenza gratuita è possibile ottenere l’assistenza legale, oltre a quella medica e psicologica. L’ONA e l’Avvocato Ezio Bonanni, suo Presidente, si occupano di prevenzione primaria rispetto al rischio di esposizione ai patogeni, tra cui l’amianto e di prevenzione secondaria e terziaria.

L’Avvocato Ezio Bonanni ha seguito personalmente numerosi contenziosi per il riconoscimento dei diritti dei militari italiani esposti al mercurio e ad altri patogeni sui teatri di guerra e nelle esercitazioni.

Mercurio: cos’è, esposizione e inquinamento

Il mercurio nell’antichità era chiamato argento vivo oppure idrargirio. Dal latino Hydrargyrum derivano le lettere Hg, che è la sigla che identifica questo metallo nella tavola periodica degli elementi. Il termine a sua volta deriva dal greco hydrárgyros, composto da “hydor”, acqua e “árgyros”, argento. Il mercurio  infatti è un metallo di transizione dalla tipica colorazione bianco-argentea.

Insieme al copernicio è l’unico metallo a essere liquido a temperatura ambiente.  Rispetto ad altri metalli, è un conduttore scarso di calore, ma un buon conduttore di elettricità.

Allo stato solido, è molto duttile e tenero (si può tagliare con un coltello). Il punto di solidificazione di questo elemento è intorno ai −38,83 °C, mentre il punto di ebollizione si aggira al di sopra dei 356 °C, valori che sono insolitamente bassi per un metallo.

Il mercurio è diffuso su tutto il pianeta. Oltre ad essere presente come elemento in ambiente ed emesso in atmosfera per effetto di fenomeni naturali (come incendi boschivi, eruzioni vulcaniche o attività geotermiche), viene emesso e rilasciato da alcune attività antropiche, che si stima siano diventate la principale causa di emissioni e rilasci nell’ambiente.

Mercurio

L’utilizzo e la presenza di questo metallo tossico nel mondo

Secondo l’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA), in tutto il mondo – eccetto l’Europa perché vietato – il mercurio è utilizzato dall’uomo soprattutto nelle attività industriali. Centinaia di migliaia di tonnellate di metallo liquido sono rilasciate nell’ambiente dell’estinzione di combustibili solidi come carbone, lignite, torba e legno. Queste sono utilizzati per la produzione di energia elettrica, la fabbricazione di cemento e la produzione di metalli e nell’estrazione artigianale e su piccola scala dell’oro. Oltre un terzo delle emissioni mondiali avrebbe questa origine.

Al momento, il livello di mercurio presente nell’atmosfera supera del 500% il limite di sicurezza raccomandato. Mentre negli oceani la concentrazione del metallo pesante supera il 200%.

In Europa, grazie a un notevole impegno a livello legislativo, negli ultimi quarant’anni le applicazioni e di conseguenza le emissioni di Hg nell’atmosfera sono state ridotte in maniera notevole.

Uno dei principali problemi con il mercurio è la sua persistenza: una volta che viene rilasciato nell’ambiente, ad esempio attraverso la combustione del carbone, può circolare attraverso l’aria, la terra, l’acqua e gli animali per migliaia di anni determinando inquinamento idrico, del suolo, atmosferico.

I dati più aggiornati sulla situazione attuale dell’inquinamento da mercurio a livello globale possono essere reperiti nel rapporto “Global Mercury Assessment” pubblicato dall’UNEP (Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente) del 2018 (in lingua inglese).

Cause dell’inquinamento da mercurio

Le attività antropiche che emettono mercurio nell’ambiente causando inquinamento possono essere suddivise in due categorie:

  • processi produttivi che utilizzano intenzionalmente mercurio (ad esempio produzione di cloruro di vinile);
  • altri processi che non utilizzano intenzionalmente il mercurio, ma determinano comunque il suo rilascio in ambiente, generalmente in quanto impurità in una materia prima (ad esempio la combustione di combustibili solidi come carbone).

Tra le principali cause antropiche dell’inquinamento da mercurio ci sono la combustione di carbone fossile, alcuni processi industriali che fanno uso di mercurio e di suoi composti (industria chimica, cementifici, raffinazione del petrolio), l’attività estrattiva nelle miniere di mercurio (messa al bando nell’Unione Europea, ma ancora in atto in altre aree del pianeta) e quella legata all’attività estrattiva artigianale su piccola scala nelle miniere d’oro. Il mercurio, infatti, viene usato nelle miniere d’oro per separare l’oro grezzo dai residui di roccia.

Il mercurio può essere contenuto in vari prodotti come interruttori elettrici, attrezzature per la misurazione, lampadine, batterie, amalgama dentale, prodotti cosmetici, prodotti farmaceutici e vernici. In Europa non sono più commerciabilizzabili i termometri al mercurio, ma ancora numerosi esemplari sono in uso.

La miniera di Monte Amiata in Italia

Il monte Amiata è gruppo montuoso di origine vulcanica in Toscana, tra la Maremma, la Val d’Orcia e la Val di Paglia. Nel 1897 proprio sull’Amiata, ad Abbadia San Salvatore, sorse una delle più importanti miniere di mercurio del mondo.

Il rilascio di questo metallo nell’ambiente e l’esposizione ad altri agenti cancerogeni nella zona hanno provocato diversi danni alla salute ai cittadini.

Fattori che aumentano i rischi dell’inquinamento da mercurio

Il rischio presentato dalle enormi quantità di mercurio presenti in acqua, suolo e atmosfera è aggravato da alcuni fattori. È ormai ampiamente dimostrato come le conseguenze dei cambiamenti climatici aumenteranno il rischio presentato da questo metallo.

Le inondazioni infatti provocano l’erosione dei terreni e il rilascio di mercurio in ambiente. Un aumento delle precipitazioni causerà una maggiore deposizione di mercurio in atmosfera. Inolre lo scongelamento del suolo ghiacciato (permafrost), che immagazzina grandi quantità di mercurio, costituirà un’importante fonte di emissioni.

Altri impatti sono costituiti dagli incendi boschivi, che determinano il rilascio di mercurio in atmosfera e che tendono ad aumentare con i cambiamenti climatici. Inoltre, gli aumenti delle temperature degli oceani possono determinare un aumento dei livelli di mercurio accumulato negli animali marini.

Mercurio e uranio impoverito: il rischio per i militari

L’esposizione al mercurio e a altri metalli pesanti è connessa anche all’utilizzo di munizioni all’uranio impoverito. Questo metallo radioattivo e altamente denso ha un potere perforante particolarmente alto. Durante la denotazione i proiettili e i target centrati rilasciano nanoparticelle di metalli pesanti, tra cui può essere presente il mercurio.

I militari italiani impiegati nelle guerre in Kosovo, in Libano e in Iraq e in alcune esercitazioni hanno riportato gravi malattie connesse all’esposizione a metalli pesanti, tra cui la Sensibilità Chimica Multipla. Citiamo brevemente il caso del Colonnello Calcagni, contaminato da 28 metalli pesanti durante le missioni svolte nei teatri di guerra in cui veniva usato l’uranio impoverito, intervenuto nel corso della quinta puntata di ONA TV.

Colonnello Carlo Calcagni

Prevenzione primaria, secondaria e terziaria

La prevenzione primaria è fondamentale e consiste nell’evitare le esposizioni dannose. I lavoratori che sono coinvolti in lavorazioni che includono la presenza di mercurio devono idossare appositi dispositivi di protezione individuale.

La norma europea per filtri antigas e filtri intercambiabili è la EN 14387. L’applicazione dei tipi di filtro è indicato da un codice colore e un‘abbreviazione. Per il mercurio, i vapori di mercurio e i composti e particelle di mercurio la sigla è Hg e il colore identificativo è il rosso.

La prevenzione secondaria si avvale di un’attenta anamnesi lavorativa per una diagnosi efficace. Gli esami adatti a evidenziare la presenza del metallo pesante nell’organismo possono essere infatti suggeriti non solo dai sintomi del paziente, ma dalla storia lavorativa.

In caso di esposizione lavorativa entra in gioco la prevenzione terziaria che attraverso la tutela legale degli esposti permette di prevenire nuove esposizioni e assicurare il giusto indennizzo e il risarcimento alle vittime di malattia professionale o causa di servizio.

Come già accennato, per i dipendenti privati e del pubblico impiego privatizzato entrano in campo le tutele previdenziali dell’INAIL, mentre per i dipendenti delle Forze Armate, del Comparto Sicurezza e Vigili del Fuoco si parla di causa di servizio ed equo indennizzo.

Pericolo del mercurio e danni alla salute

Come già detto, il mercurio e alcuni dei suoi composti possono causare gravi effetti sulla salute, tra cui danni irreparabili al sistema nervoso centrale, nonché sull’ambiente. Gli effetti del mercurio possono presentarsi anche a livelli di esposizione molto bassi. Feti, neonati e bambini sono tra i più vulnerabili e sensibili agli effetti avversi del mercurio e dei suoi composti.

Il metil-mercurio, composto particolarmente tossico, è soggetto a bioaccumulo nei tessuti adiposi degli esseri viventi (incluso l’uomo) e quindi va incontro a biomagnificazione attraverso la catena alimentare, ritrovandosi in quantità elevate in particolare nei pesci di grandi dimensioni che occupano i gradini più alti della catena alimentare (come tonni, pesci spada etc.).

Per l’OMS, la principale preoccupazione è rappresentata dagli effetti dell’idrargirio su feti e bambini. L’esposizione al mercurio può avvenire nell’utero della mamma, con conseguenze pesanti per il bambino, come per esempio “danni alla memoria, al linguaggio, all’attenzione e ad altre abilità”. L’Agenzia stima che solo in Europa ogni anno nascono oltre 1,8 milioni di bambini con livelli di mercurio al di sopra dei limiti di sicurezza.

Inquinamento da mercurio: un problema transfrontaliero

Nessun Paese può controllare da solo gli effetti transfrontalieri del mercurio e soltanto attraverso azioni di cooperazione internazionale è possibile controllare la diffusione di questo elemento e dei suoi composti.

Questa consapevolezza ha portato gli Stati a adottare una convenzione vincolante nell’ambito delle Nazioni Unite per ridurre ed eliminare le fonti antropogeniche di mercurio: la convenzione di Minamata, entrata in vigore nell’agosto del 2017.

Secondo quanto affermato dall’AEA, il pericolo maggiore per la salute dell’uomo è rappresentato dai pesci, in particolare dal tonno e dal pesce spada, oltre che dai frutti di mare. Infatti, la quantità di mercurio ingerita e accumulata nel tempo da questi grandi pesci viene, poi, assimilata, a tavola, dal corpo umano.

Come già detto, non esistono adeguate evidenze scientifiche che comprovino la correlazione tra esposizione al mercurio e cancro (approfondisci sulla monografia IARC sul mercurio).

Le normative per ridurre l’inquinamento da mercurio

The Conference of Plenipotentiaries (DipCon) on the Minamata Convention on Mercury ratificata da 98 Paesi il 9 ottobre 2013 ed entrata in vigore nel 2017, “rappresenta un enorme passo in avanti verso l’adozione di misure concertate a livello mondiale per ridurre l’inquinamento da mercurio”.

Date prove evidenti di rischi per la salute connessi all’uso del mercurio in odontoiatria, Parlamento, Commissione e Consiglio hanno raggiunto un accordo. Dal 1° luglio 2018 in Europa l’amalgama non può più essere utilizzata per le otturazioni dentali dei bambini sotto ai 16 anni e delle donne incinta.

Il ruolo dell’EFA sulle emissioni dannose

Il ruolo dell’AEA è raccogliere dal Registro Europeo delle Emissioni e dei Trasferimenti di sostanze inquinanti (European Pollutant Release and Transfer Register – E-PRTR) informazioni sulle emissioni di mercurio nell’aria e nell’acqua che provengono da attività industriali. In più riporta quanto fornito da fonti in ambito europeo sulle emissioni in atmosfera e sui livelli di inquinamento da mercurio nei corpi idrici ai sensi della Direttiva quadro sulle acque.

L’ente dell’Unione Europea, che fornisce informazioni sull’ambiente ai responsabili politici e al pubblico, inoltre, partecipa al progetto sul bio-monitoraggio umano. Obiettivo del programma è di “predisporre elementi di prova più convincenti sulla reale esposizione dei cittadini alle sostanze chimiche, fra cui il mercurio, e sui loro possibili effetti sulla salute”.

Questi rapporti servono, poi, a confrontare i risultati ottenuti con l’applicazione delle leggi dell’Unione in corso. In più aiutano a elaborarne di nuove nell’ambito dell’industria chimica. Infine servono a contribuire al raggiungimento degli obiettivi della convenzione di Minamata.

Azioni individuali per ridurre le concentrazioni di mercurio

Si possono anche intraprendere azioni individuali per ridurre al minimo l’esposizione personale e sostenere la legislazione europea, ad esempio essere a conoscenza dei consigli nazionali sulla sicurezza alimentare relativa al consumo di pesce, smaltire correttamente i rifiuti contenenti mercurio come lampadine e batterie e considerare alternative alla combustione di combustibile solido per il riscaldamento.

Mercurio: rischio ed emergenza in Toscana

 “Il mercurio costituisce una “emergenza” nel territorio Toscano non solo per la naturale presenza nel sottosuolo di alcune zone (Monte Amiata), ma anche per l’ utilizzo industriale delle celle elettrolitiche a mercurio in impianti di produzione di cloro-soda (Rosignano Solvay, Saline di Volterra, ecc.).

Tale utilizzo, associato allo sfruttamento di giacimenti sotterranei di salgemma presente nella zona di Saline di Volterra, effettuato mediante procedimenti di immissione e reimmissione della salamoia esausta e contaminata nel sottosuolo, ha prodotto nel tempo un inquinamento esteso dei corpi idrici, sia superficiali che sotterranei, del terreno e perfino dell’ aria”.

Uno studio, elaborato e presentato al 3° seminario di aggiornamento dei professionisti CONTARP (Consulenza Tecnica Accertamento Rischi e Prevenzione) dalla Direzione Regionale Toscana dell’INAIL analizza l’eventuale rischio occorso ad un agricoltore che per molti anni ha lavorato in un campo agricolo, particolarmente a rischio di contaminazione, situato nella zona di Saline di Volterra.

Mercurio e malattie professionali indennizzate

Le malattie indennizzate dall’INAIL e inserite nelle apposite tabelle come malattie correlate all’esposizione al mercurio sono:

  • SINDROME CEREBELLARE-EXTRAPIRAMIDALE I.1.07. T56.1
  • ENCEFALOPATIA TOSSICA I.1.07. G92
  • POLINEUROPATIA PERIFERICA I.1.07. G62.2
  • NEFROPATIA I.1.07. N14.3 GE
  • GENGIVOSTOMATITE I.1.07. K05.1

Esse devono essere indennizzate dall’INAIL in tutti i casi di esposizione professionale, per i dipendenti pubblici e per i dipendenti privati assicurati con l’INAIL.

Esposizione al mercurio e causa di servizio e vittime del dovere

Il Piombo, il Cromo, il Mercurio, il Rame e lo Zinco sono tra i metalli pesanti individuati ex art. 1078 (Capo II – Soggetti che hanno contratto infermità o patologie tumorali per particolari condizioni ambientali ed operative) del D.P.R. 15 marzo 2010 n. 90 quali responsabili, se introdotti nell’organismo umano in dimensioni nanometriche, dell’insorgenza di patologie tumorali; al pari delle radiazioni ionizzanti e non ionizzanti.

L’art. 603 del Decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66 (Codice dell’ordinamento militare) al LIBRO TERZO Amministrazione e contabilità – Titolo III Bilancio, norme di spesa, fondi da ripartire – Capo II Norme di spesa – Sezione VI Norme di spesa in relazione al Libro VII, (Autorizzazione di spesa per indennizzi al personale italiano esposto a particolari fattori di rischio) dispone:

1. “Al fine di pervenire al riconoscimento della causa di servizio e di adeguati indennizzi al personale italiano che, in occasione o a seguito di missioni di qualunque natura effettuate entro e fuori i confini nazionali, abbia contratto infermita’ o patologie tumorali per le particolari condizioni ambientali od operative, al personale impiegato nei poligoni di tiro e nei siti dove vengono stoccati munizionamenti, nonche’ al personale civile italiano nei teatri operativi all’estero e nelle zone adiacenti alle basi militari sul territorio nazionale, che abbia contratto le stesse infermita’ o patologie tumorali connesse alle medesime condizioni ambientali, e’ autorizzata la spesa di 10 milioni di euro per ciascun anno del triennio 2008-2010.

Esposizione a nanoparticelle nei militari in missione

Il D.P.R. n. 90/2010 all’art. 1078 (Testo unico delle disposizioni regolamentari in materia di ordinamento militare, a norma dell’articolo 14 della Legge 28 novembre 2005, n. 246) al LIBRO SETTIMO Trattamento previdenziale e per le invalidità di servizio – Titolo I Provvidenze ai soggetti esposti a particolari fattori di rischio – Capo II Soggetti che hanno contratto infermità o patologie tumorali per particolari condizioni ambientali od operative, dispone che per missioni di qualunque natura si intendono: 

a) le attività istituzionali di servizio proprie delle Forze armate e di polizia, quali che ne siano gli scopi, svolte entro e fuori del territorio nazionale, autorizzate dall’autorità gerarchicamente o funzionalmente sopra ordinata al dipendente;

b) per teatro operativo all’estero, l’area al di fuori del territorio nazionale ove, a seguito di eventi conflittuali, è stato o è ancora presente personale delle Forze armate e di polizia italiane nel quadro delle missioni internazionali e di aiuto umanitario;

d) per particolari condizioni ambientali od operative, le condizioni comunque implicanti l’esistenza o il sopravvenire di circostanze straordinarie o fatti di servizio che, anche per effetto di successivi riscontri, hanno esposto il personale militare e civile a maggiori rischi o fatiche, in rapporto alle ordinarie condizioni di svolgimento dei compiti di istituto;

e) per medesime condizioni ambientali, le condizioni comunque implicanti l’esistenza o anche il sopravvenire di circostanze straordinarie che, anche per effetto di successivi riscontri, hanno esposto il cittadino a un rischio generico aggravato”.

Chi ha diritto alla causa di servizio in caso di esposizione a nanoparticelle?

Il successivo art. 1079 (Principi generali e ambito di applicazione) prevede che ai soggetti di cui al citato articolo 603 del Decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66 sono corrisposte le elargizioni previste per le vittime del dovere “quando le condizioni di cui all’articolo 1078, comma l, lettere d) ed e), ivi comprese l’esposizione e l’utilizzo di proiettili all’uranio impoverito e la dispersione nell’ambiente di nanoparticelle di minerali pesanti prodotte da esplosione di materiale bellico, hanno costituito la causa ovvero la concausa efficiente e determinante delle infermità o patologie tumorali permanentemente invalidanti o da cui è conseguito il decesso.

2. I soggetti [beneficiari dell’elargizione] di cui al comma 1 sono:

a) il personale militare e civile italiano impiegato nelle missioni di qualunque natura;

b) il personale militare e civile italiano impiegato nei poligoni di tiro e nei siti in cui vengono stoccati munizionamenti;   

c) il personale militare e civile italiano impiegato nei teatri operativi all’estero e nelle aree di cui alle lettere a) e b);

d) i cittadini italiani operanti nei settori della cooperazione ovvero impiegati da organizzazioni non governative nell’ambito di programmi aventi luogo nei teatri operativi all’estero e nelle aree di cui alle lettere a) e b);

e) i cittadini italiani residenti nelle zone adiacenti alle basi militari sul territorio nazionale presso le quali è conservato munizionamento pesante o esplosivo e alle aree di cui alla lettera b). Per zone adiacenti si intendono quelle rientranti nella fascia di territorio della larghezza di 1,5 chilometri circostante il perimetro delle basi militari o delle aree di cui alla lettera b);

f) il coniuge, il convivente e i figli superstiti dei soggetti di cui alle lettere a), b), c), d) ed e), i genitori ovvero i fratelli conviventi e a carico qualora siano gli unici superstiti, in caso di decesso a seguito delle patologie di cui all’articolo 603 del codice”.

Si evidenzia che ciò che rileva è anche il concetto di interdipendenza, in ordine alle particolari condizioni, per cui, «Il fatto che, allo stato delle conoscenze scientifiche, non sia acclarata l’effettiva valenza patogenetica dell’esposizione all’uranio impoverito non osta, dunque, al diritto alla percezione dell’indennità, che comunque spetta allorché l’istante abbia contratto un’infermità verosimilmente a causa di “particolari condizioni ambientali ed operative”, di cui “l’esposizione e l’utilizzo di proiettili all’uranio impoverito e la dispersione nell’ambiente di nanoparticelle di minerali pesanti prodotte da esplosione di materiale bellico” costituiscono solo un possibile aspetto» (Consiglio di Stato, II sezione, n. 5816/2021).

Mercurio e tutela legale degli esposti

L’ONA e il Dipartimento Vittime del Dovere forniscono l’assistenza legale gratuita per l’ottenimento dello status di vittima del dovere e causa di servizio e di tutte le prestazioni INAIL. Difendono le vittime e i loro familiari: entrambi, come già detto, hanno diritto al risarcimento integrale dei danni subiti a causa dell’esposizione dannosa.

Come già accennato ONA offre assistenza legale sia per l’ottenimento delle tutele previdenziali fornite dall’INAIL in caso di malattia professionale nei dipendenti privati e pubblici privatizzati, sia per l’ottenimento della causa di servizio e vittime del dovere, possibile in caso di esposizione al mercurio dovuta all’uso di proiettili all’uranio impoverito.

Vittime del dovere: assistenza legale gratuita