Mesotelioma pericardico e vittime del dovere

Mesotelioma pericardico è una rara forma di mesotelioma. Come altri tipi di mesotelioma il suo esito è spesso infausto e la sua origine è direttamente causata dall’esposizione ad amianto.

In questa guida scopriamo approfonditamente cos’è il mesotelioma pericardico, quali sono i suoi sintomi e le cause alla sua origine. Quali sono le aspettative di vita e sopravvivenza e la cura e il trattamento migliore. Scopriamo anche quali sono i diritti e i benefici per coloro che hanno sviluppato il mesotelioma pericardico in seguito all’attività lavorativa ed esercitando un servizio pubblico.

L’Osservatorio Vittime del Dovere fornisce assistenza legale alle vittime di mesotelioma che abbiano contratto la malattia nell’esercizio della loro professione. Per ottenere l’assistenza legale gratuita basta rivolgersi al nostro team e chiedere la consulenza gratuita.

Indice dei contenuti

Cos’è il mesotelioma pericardico?

Il mesotelioma pericardico è un tumore maligno cardiaco che interessa il pericardio. Si può manifestare in forma localizzata, multipla o diffusa da processi metastatici. Esso colpisce il mesotelio del cuore, ovvero la parte di mesotelio del pericardio. Per questo comunemente viene chiamato mesotelioma cardiaco.

La maggior parte dei mesoteliomi pericardici sono metastatici e causati esclusivamente dall’esposizione a fibre di amianto.

Cos’è e come è costituito il pericardio?

Ma andiamo con ordine: cos’è esattamente il pericardio? Questa parola deriva dal greco περί, perì, “intorno” e καρδία, kardìa, “cuore”). Il pericardio è una sottile membrana di origine mesodermica che circonda il cuore. Spessa circa 20 µm, è costituita da due strati:

  • pericardio fibroso: ossia lo strato esterno (membrana parietale) della membrana che avvolge il cuore:
  • pericardio sieroso: ossia lo strato interno della membrana (membrana viscerale) che aderisce perfettamente a tutte le parti piane e a tutte le insenature del cuore. Esso è costituito a sua volta dal foglietto parietale e dal foglietto viscerale. Il primo è costituito da uno strato di cellule mesoteliali e da uno strato fibroso di collagene. Il secondo è costituito solo da uno strato di mesotelio. Essi scivolano l’uno sull’altro grazie a un liquido roseo detto liquido pericardico. Questo liquido, in caso di mesotelioma, tende ad aumentare. Motivo per cui a scopo palliativo può essere aspirato utilizzando un ago sottile.

La parte superiore del pericardio è aderente al cuore e prende il nome di epicardio. In corrispondenza dei grandi vasi sanguigni che dipartono (o entrano) dal cuore le due superfici si fondono. Inferiormente invece il pericardio aderisce al diaframma.

Quali sono le cause del mesotelioma pericardico?

Come abbiamo detto più su il mesotelioma pericardico ha un’unica causa e origine possibile: l’esposizione alle fibre di amianto. Queste fibre generano dapprima una infiammazione del mesotelio che si può poi trasformare in mesotelioma. Il mesotelioma è uno dei tumori più aggressivi tra tutti i tumori conosciuti.

Il tumore al pericardio non è l’unico tipo di mesotelioma. Ci sono anche il mesotelioma pleurico (il più diffuso), il mesotelioma peritoneale (che colpisce il peritoneo) e il mesotelioma testicolare. Il mesotelioma pleurico rappresenta l’80% dei tumori del mesotelio. Le altre tipologie sono rare in egual misura.

Mesotelioma e l’esposizione ad amianto

Andiamo con ordine. Che cos’è l’amianto? Amianto, anche detto asbesto, è un termine che identifica un insieme di minerali accomunati da caratteristiche simili. Tutti i minerali dell’amianto hanno infatti caratteristiche asbestiformi. Essi hanno cioè la capacità di suddividersi in fibre longitudinali che diventano via via più sottili. Queste fibre possono raggiungere dimensioni microscopiche, invisibili all’occhio umano. Per questo motivo possono essere facilmente inalate ed ingerite. Una volta entrate nel corpo umano causano gravi infiammazioni che possono poi evolvere in neoplasie.

L’amianto di per sé non è pericoloso. La sua pericolosità si manifesta quando la sua superficie non è integra ed ha la possibilità di sfaldarsi, rilasciando così nell’ambiente le fibre. Non a caso ci si riferisce a queste fibre chiamandole fibre killer.

In seguito a erosione o danneggiamento anche millimetrico della sua matrice compatta (o in qualsiasi momento nella sua forma friabile) rilascia le fibre killer. Per questo motivo l’amianto presente nei nostri edifici o in altri oggetti o manufatti è sempre da considerarsi pericoloso. L’unica possibilità per scongiurare lo sviluppo del mesotelioma o di altre malattie amianto correlate è la bonifica dei siti in modo da evitare con certezza l’esposizione. La capacità cancerogena dell’amianto è anche confermata dallo IARC nella sua ultima monografia.

Scopri tutte le malattie amianto-correlate.

Come è stato utilizzato l’amianto?

L’amianto è stato utilizzato, fino alla messa al bando definitiva del 92, in centinaia di applicazioni diverse. Se ne contano oltre 3000. Dall’edilizia alla cosmesi passando per l’industria dei trasporti. In edilizia, in particolare, l’asbesto è stato utilizzato in centinaia di applicazioni. Questo materiale vanta infatti economicità, abbondanza in natura e ottime capacità di resistenza termica e alla trazione. L’Italia è stata uno dei maggiori produttori di amianto al mondo. Per questo motivo nel nostro paese se n’è fatto grande utilizzo. La legge del 92 ne mise al bando estrazione, commercio e utilizzo ma non obbligò alla bonifica. Per questa ragione nel nostro paese ci sono ancora numerosi siti in cui il rischio amianto è reale, tra cui edifici pubblici come scuole e ospedali.

Le Forze Armate e il Comparto Sicurezza includono categorie di lavoratori del settore pubblico ad alto rischio di esposizione. L’amianto era infatti utilizzato nel settore dei trasporti (carrarmati, treni, navi, aerei), nelle tute e nell’equipaggiamento ignifugo dei vigili del fuoco.

Quali sono i sintomi del mesotelioma pericardico?

I sintomi del mesotelioma pericardico sono inizialmente poco specifici. Per questo motivo vengono spesso ignorati o interpretati come segni di altre malattie. La sorveglianza sanitaria di tutti gli esposti ad amianto è essenziale per la diagnosi precoce e per interpretare questi sintomi nel modo corretto.

Tra i sintomi iniziali del mesotelioma pericardico segnaliamo:

  • astenia;
  • tosse;
  • perdita di peso;
  • ascite;
  • tachicardia.

Tra i sintomi negli stadi successivi di evoluzione della neoplasia elenchiamo:

  • sudorazione;
  • tromboflebia;
  • ostruzione intestinale;
  • lesioni infiammatorie acute;
  • febbre dall’origine sconosciuta;
  • versamento pericardico (anche questo sintomo, sebbene specifico e legato all’organo colpito da questo tipo di mesotelioma, non è necessariamente sintomo di mesotelioma pericardico. Può essere infatti presente dopo un infarto miocardico acuto o a seguito di diffusione di metastasi di altre neoplasie). Si manifesta con dolore al torace e dispnea.

Diagnosi del mesotelioma pericardico

La diagnosi del mesotelioma pericardico si basa sulla biopsia pericardica e sulle tecniche di imaging (ecografia e tomografia computerizzata). In ogni caso, è sempre necessario l’esame istologico sulla biopsia tissutale e sui risultati dell’immunocolorazione.

Si sottolinea l’importanza della prevenzione primaria e della diagnosi precoce al fine di aumentare le chance di sopravvivenza. La diagnosi precoce permette anche di rendere meno ardui gli interventi e i trattamenti per migliorare la qualità della vita, durante gli anni di sopravvivenza del paziente colpito.

Aspettative di vita e sopravvivenza

Quanto più precoce è lo stadio del tumore all’inizio della terapia, tanto migliore è la prognosi. C’è da dire che in caso di mesotelioma pericardico la guarigione completa è molto rara, come anche per mesotelioma pleurico aspettative di vita. Essendo un tipo di neoplasia altrettanto rara gli studi scientifici a disposizione e le pubblicazioni che permettono di individuare delle percentuali di guarigione e di sopravvivenza non sono abbastanza.

L’obiettivo primario della terapia del mesotelioma pericardico è difatto il controllo dei sintomi al fine di consentire una qualità di vita accettabile.

L’approccio al mesotelioma pericardico dipende dalla stadiazione, dall’età e dallo stato di salute del paziente. Spetta ai medici e al personale sanitario individuare il trattamento più indicato in base al caso specifico.

Trattamento del mesotelioma pericardico

Questo tipo di mesotelioma può essere trattato con la chirurgia e la radioterapia e/o la chemioterapia, quando la neoplasia si trova ancora in una fase limitata e iniziale.

Questi trattamenti vengono solitamente utilizzati in un approccio multimodale in cui ogni trattamento supporta l’altro. Solo in rari casi però possono essere adottate con efficacia terapie tradizionali come chirurgia, radioterapia e chemioterapia. Lo stesso vale anche per tumore alla pleura aspettativa di vita.

In caso di mesotelioma pericardico in stato avanzato l’approccio farmacologico è risultato poco efficace. Sono a tutt’oggi in corso studi sui protocolli di terapia genica mediante vettori endovirali anti-SV40 e mediante il vettore trasportante l’herpes simplex timidina-chinasi suicida (Albelda SM. Gene therapy for lung cancer). Gli studi di biologia molecolare hanno recentemente aperto nuove prospettive terapeutiche con l’utilizzo di farmaci che inibiscono i fattori di crescita cellulare (Strizzi L, Catalano A, Vianale G, et al. Vascular endothelial growth factor is an autocrine growth factor in human malignant mesothelioma. J Pathol 2001; 193: 468-75).

Chemioterapia, radioterapia e chirurgia

  • Trattamento chirurgico

La pericardiotomia è l’intervento di incisione del sacco pericardico al fine di asportare le formazioni patologiche intrapericardiche.

L’approccio chirurgico al mesotelioma pericardico non è tra quelli più consigliati in quanto non è considerato di grande successo, specialmente se utilizzato da solo. Le possibilità di successo aumentano se viene combinato con la radioterapia e la chemioterapia. Il trattamento chirurgico comunemente utilizzato è quello citoriduttivo associato ad HIPEC (Hiperthermic IntraPEritoneal Chemotherapy).

  • Chemioterapia

La chemioterapia può essere considerata un trattamento efficace nonostante l’esiguità di risultati scientifici in materia data la rarità del mesotelioma pericardico. Di solito si usa il seguente schema: cis-platino alla dose di 80 mg/mq, giorno 1, epirubicina alla dose di 40 mg/mq, giorno 1, interferone alfa alla dose di 3.000.000 U/die per tre volte alla settimana i.m.; ciclo da ripetere ogni 28 giorni. Ribadiamo che ogni paziente rappresenta un caso a sé e quindi ogni scelta va attentamente ponderata dal personale medico.

  • Radioterapia per consolidare la chirurgia

La radioterapia viene impiegata dopo l’intervento chirurgico, eventualmente in combinazione con la chemioterapia, in caso di mesotelioma localizzato e se lo stato di salute generale del paziente lo consente. Lo scopo del trattamento combinato con radioterapia e chemioterapia dopo l’intervento è quello di consolidare gli effetti della chirurgia, prolungando aspettativa di vita, che in alcuni casi può superare anche i 5 anni.

La radioterapia può essere praticata anche a scopo palliativo per risolvere le conseguenze della crescita del tumore, come per esempio l’ostruzione di un grosso vaso sanguigno. Usata anche per ridurre il dolore dovuto all’infiltrazione della parete toracica.

Mesotelioma pericardico: diritti delle vittime e le tutele

L’Osservatorio Vittime del Dovere difende gratuitamente gli esposti che hanno sviluppato il mesotelioma. L’ONA, gemella dell’Osservatorio Vittime del Dovere, offre agli esposti anche la consulenza medica per l’ottenimento del riconoscimento di malattia professionale (leggi tutto sull’assicurazione INAIL per malattia professionale). In particolare, per il mesotelioma ha sviluppato un protocollo di trattamento multimodale ad opera del pool medico dell’osservatorio.

Le vittime di esposizione all’amianto che hanno contratto una malattia amianto-correlata per cause lavorative hanno diritto ad una serie di benefici, che variano a seconda dell’appartenenza al settore pubblico e privato e ad altre occorrenze. Potete trovare la maggior parte dei benefici a cui hanno diritto gli esposti ad amianto che hanno contratto il mesotelioma pericardico qui di seguito:

Approfondisci su: risarcimento danni nella responsabilità civile e risarcimento danni amianto

Assistenza legale e medica

mesotelioma pericardico
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    Nesso causale tra esposizione professionale e mesotelioma

    Il cancro del mesotelio del pericardio ha sempre origine occupazionale in quanto insorge solo in seguito ad una elevata esposizione a polveri e fibre di asbesto nel tempo. Per questo motivo l’insorgenza di cancro del peritoneo conferma da sola il nesso causale: ossia prova che l’esposizione intensa può essere stata solo di origine professionale.

    Per questo motivo è sufficiente la prova della presenza di amianto nell’ambiente lavorativo per avere la presunzione legale di origine e ottenere così il riconoscimento delle prestazioni previdenziali, senza dover superare alcune valore limite amianto (Cass., Sez. Lav., n. 23653/16).

    Riconoscimento di vittime del dovere

    I lavoratori affetti da mesotelioma pericardico che hanno prestato servizio nelle Forze Armate (Marina, Aeronautica, Esercito, Carabinieri) o nel comparto sicurezza (Guardia di Finanza, Vigili del Fuoco, etc.) hanno diritto al riconoscimento dello status di vittima del dovere. Le prestazioni previdenziali e assistenziali consistono in assegni esenti IRPEF, soggetti a perequazione annuale e interamente cumulabili con stipendio, equo indennizzo o pensione, anche privilegiata ordinaria.

    Diritti dei familiari del superstite

    I benefici, se la vittima di esposizione ad amianto che ha contratto il mesotelioma, muore passano di diritto ai familiari. Nel caso di più familiari superstiti, ciascuno di essi avrà diritto a percepire gli assegni per intero (€ 500 + 1.033 soggetti a perequazione annuale per un totale, ad oggi, di circa € 1.900 mensili).

    La speciale elargizione viene suddivisa in parti uguali in caso di più familiari superstiti. Ad esempio nel caso di 4 familiari superstiti, la speciale elargizione da € 200.000, andrà spartita in € 50.000 per ognuno.

    Tutti i benefici per le vittime del dovere

    Qui di seguito elenchiamo tutti i benefici a favore delle vittime del dovere, oggi equiparate alle vittime del terrorismo:

    • Speciale elargizione di euro 200.000,00 una tantum (per invalidità non inferiore all’80%);
    • Speciale elargizione di € 2.000 per punto percentuale, oltre rivalutazione monetaria (in caso di invalidità minore dell’80%);
    • assegno vitalizio di €500, con l’equiparazione alle vittime del terrorismo;
    • assegno vitalizio di euro 1033,00 mensili.

    Riconoscimento causa di servizio

    La causa di servizio è la malattia professionale dei dipendenti pubblici dei comparti di Difesa, Vigili del Fuoco, Sicurezza e Soccorso Pubblico.

    Oltre ad ottenere benefici grazie alla totale equiparazione vittime del dovere, il riconoscimento della causa di servizio dà diritto alla pensione anticipata per causa di servizio e ad una invalidità di servizio, insieme ad altri benefici che vedremo in seguito. 

    Anche qui, secondo il Consiglio di Stato 837/2016, “all’interessato basta dimostrare l’insorgenza della malattia in termini probabilistici-statistici, non essendo sempre possibile stabilire un nesso diretto di causalità tra l’insorgenza della neoplasia e i contesti operativi complessi o degradati sotto il profilo bellico o ambientale in cui questi è chiamato a operare”.

    Una volta dimostrato questo nesso e a seguito di uno specifico procedimento amministrativo lo Stato garantisce un equo indennizzo. I familiari di un superstite dipendente avente diritto, possono richiedere la dipendenza da causa di servizio per l’infermità o lesione che ha causato la morte del dipendente.

    Non è necessario che la causa del lavoro sia l’unica condizione, ma che si presenti almeno come concausa rilevante (letteralmente “efficiente e determinante”, ai sensi dell’art. 64, D.P.R. 1092/73.

    La vittima di causa di servizio può avere diritto a una pensione di invalidità di servizio, con l’incremento del suo attuale stipendio: l’incremento è del 2,5% se la categoria di riferimento è tra le prime 6; raggiunge, invece, l’1,25% se l’invalidità rientra nelle ultime 2 categorie predisposte.

    Tabelle di causa di servizio

    Qui di seguito riportiamo le tabelle di causa di servizio che dividono le cause di servizio in categorie in base all’invalidità riportata.

    Tabella A

    1° categoria (100-80%);
    2° categoria (80-75%);
    3° categoria (75-70%);
    4° categoria (70-60%);
    5° categoria (60-50%);
    6° categoria (50-40%);
    7° categoria (40-30%);
    8° categoria (30-20%).

    La tabella di tipo B si riferisce a tutte le invalidità più lievi, che si aggirano tra il 20 e il 10%.

    Chiunque risulti invalido per servizio e faccia parte delle prime 4 categorie può presentare anche una domanda per ottenere due mesi di contribuzione figurativa per ogni anno di lavoro svolto, fino a un massimo di 5 anni totali.

    Cos’é l’equo indennizzo?

    L’equo indennizzo è un’indennità che è possibile percepire per causa di servizio. Si tratta di una prestazione economica una tantum (da corrispondere cioè in un’unica soluzione) che il datore di lavoro è tenuto a versare al dipendente, nel caso in cui sia riscontrata la causa di servizio.

    È possibile fare richiesta presentando una domanda contestuale a quella per la causa di servizio entro 6 mesi dalla notifica di riconoscimento della causa di servizio stessa (o entro 6 mesi dalla data in cui si è presentata la patologia per la prima volta). I termini da rispettare sono fondamentali, perché in caso di ritardi nell’invio decade il diritto a ottenere il beneficio.

    Lo studio legale dell’Avv. Ezio Bonanni assiste gli esposti nella richiesta di causa di servizio, riconoscimento vittima del dovere e nell’ottenere tutti i benefici previsti dalla legge.