Diossina: cos’è ed effetti sulla salute

In questa guida esaminiamo la diossina, un composto nocivo noto per il suo ruolo nella promozione del cancro e di altre malattie. La sua presenza può derivare dall’incenerimento dei rifiuti, anche se non intenzionale, ed è spesso associata a incidenti e problemi nelle discariche.

Esploreremo gli effetti della diossina sulla salute umana e sul cibo che consumiamo.

L’Osservatorio Vittime del Dovere, presieduto dall’Avvocato Ezio Bonanni e in capo all’ONA – Osservatorio Vittime Amianto, si impegna nella difesa delle persone colpite da inquinamento e dall’esposizione a sostanze cancerogene sul luogo di lavoro, tra cui l’amianto.

Compilando il modulo disponibile alla fine di questa pagina, potrete accedere a una consulenza legale gratuita per casi di esposizione a sostanze tossiche, incluso il caso della diossina.

In particolare si occupa della difesa legale delle vittime del dovere, uno status che spetta per legge a tutte le vittime di causa di servizio nell’esercizio della loro professione se appartenenti a Forze Armate, Comparto Sicurezza, Vigili del Fuoco e magistrati.

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Tempo di lettura stimato: 12 minuti

Cos’è precisamente la diossina?

Cos’è la diossina? La diossina è un agente chimico estremamente tossico e diffuso nell’ambiente in modo persistente, capillare e ubiquitario.

La sua struttura molecolare consiste in due anelli benzenici connessi da atomi di ossigeno, ai quali sono legati atomi di cloro in diverse posizioni.

Appartiene a una vasta famiglia di composti chimici simili per caratteristiche e tossicità, noti come diossine e furani. Nonostante condividano effetti dannosi, essi presentano variazioni nella loro tossicità.

Nel linguaggio comune, quando si parla di diossina, ci si riferisce spesso alla TCDD (2,3,7,8 tetracloro-dibenzo-diossina), la più pericolosa tra le sostanze di questa categoria, conosciuta anche come diossina di Seveso. Tale termine richiama il disastro del 1976 nella città omonima, quando un incidente in un impianto per la produzione di diserbanti rilasciò grandi quantità di diossina, con gravi conseguenze sulla salute delle persone nelle aree circostanti.

Quali sono gli effetti sulla salute dell’esposizione alla diossina di Seveso?

La diossina è ben nota per la sua capacità cancerogena e per la sua capacità di causare diversi tipi di tumori, come linfomi, tumori al fegato e al seno, disturbi della tiroide, endometriosi, diabete e danni ai sistemi immunitario, emopoietico e riproduttivo, quando presenti in concentrazioni significative.

Un sintomo tipico di un’intossicazione acuta da diossina è la cloracne, una condizione cutanea simile all’acne giovanile, che può comparire in qualsiasi parte del corpo e in qualsiasi età in seguito a un’esposizione massiccia a questa tossina.

La pericolosità della diossina è stata confermata non solo tramite ricerche mediche e scientifiche, ma anche dall’osservazione diretta degli effetti sulla salute degli abitanti di Seveso e dei villaggi vietnamiti colpiti dall’agente Orange, un potente defolianti contenente diossina, usato dagli Stati Uniti durante il conflitto del 1964-1975.

Bioaccumulo della diossina nei grassi corporei

La diossina è particolarmente insidiosa a causa della sua persistenza prolungata negli ecosistemi. Trasportata dalle correnti atmosferiche, grazie alla sua volatilità, si deposita in luoghi anche molto lontani dalla fonte originaria, contaminando l’acqua e il suolo. Successivamente, entra nella catena alimentare animale, per poi raggiungere l’uomo.

All’interno dell’organismo, essendo liposolubile, la diossina si accumula nei tessuti adiposi. Negli esseri umani, il periodo di emivita varia tra 7 e 11 anni (il tempo necessario per eliminare il 50% della dose accumulata).

I processi di bioaccumulo, la diffusione su scala globale e l’eliminazione attraverso il latte materno sollevano la preoccupante possibilità di danni trans-generazionali. Di conseguenza, il rischio potrebbe essere reale anche a dosi molto più basse rispetto a quelle generalmente considerate cancerogene o comunque dannose per la salute.

Anche se i pericoli potrebbero non manifestarsi immediatamente (e certamente in misura inferiore rispetto agli allarmi spesso diffusi dai media), è cruciale non sottovalutare questa minaccia per preservare il nostro futuro e quello delle generazioni a venire.

Dettaglio delle patologie causate dall’esposizione alle Dossine

Di seguito forniamo un elenco dei principali effetti sulla salute causati dall’esposizione alle diossine:

  • Dermotossicità (cloracne)
  • Endometriosi
  • Disturbi della funzione riproduttiva
  • Diabete mellito
  • Alterazioni del sistema endocrino
  • Teratogenicità
  • Effetti neurologici
  • Immunotossicità
  • Cancerogenicità.

Effetti dermatologici delle diossine: cloracne

L’insorgenza della cloracne, la cui prima segnalazione risale al 1897, è stata associata all’esposizione alle dossine. Inizialmente, si è manifestata sporadicamente tra i lavoratori dei primi pesticidi negli anni ’30 e tra coloro impiegati nella produzione di PCB.

Solo nel 1953 è stato chiarito il legame causale tra diossina e cloracne, quando si sono verificati casi gravi tra i lavoratori della BASF in Germania, risolti eliminando la TCDD dal processo produttivo.

Questa patologia si presenta con eruzioni cutanee e pustole simili all’acne giovanile, localizzate in diverse parti del corpo e, nei casi più gravi, possono persistere a lungo.

Endometriosi ed esposizione alle Dossine

L‘endometriosi, caratterizzata dalla crescita di tessuto endometriale al di fuori della cavità uterina, è stata associata alle dossine in studi condotti su animali e nell’uomo, anche se il meccanismo fisiopatologico rimane in parte sconosciuto.

Diabete mellito e infertilità correlati all’esposizione alle Dossine

Nei maschi esposti alle dossine, si registra una significativa riduzione del testosterone rispetto ai controlli, a causa dell’azione simile agli estrogeni delle dossine. Ciò porta a una diminuzione della produzione di spermatozoi e, di conseguenza, a una ridotta fertilità maschile, insieme a un cambiamento del rapporto maschile/femminile, come osservato dopo il disastro di Seveso.

L’aumento dei casi di diabete mellito è stato riscontrato tra i soggetti esposti alle dossine a Seveso, in Giappone, a Taiwan, in Svezia, negli Stati Uniti e in Belgio, soprattutto tra le donne.

Alterazioni del sistema endocrino, teratogenesi, impatti neurologici

Le dossine, come menzionato, sono classificate come interferenti endocrini, con effetti che vanno dalla produzione dei gameti alla crescita post-natale, influenzando anche vari sistemi corporei come quello sessuale, tiroideo, surrenalico, immunitario, e altri.

Studi su animali hanno mostrato che l’esposizione in utero può causare ritardi nello sviluppo motorio e iporiflessia alla nascita, oltre a problemi di apprendimento fino a due anni di età.

Altri studi hanno evidenziato alterazioni del sistema immunitario simili a quelle osservate nell’HIV e riduzioni delle Immunoglobuline IgG nei soggetti maggiormente esposti al disastro di Seveso, senza impatti significativi su IgM, IgA e sulle frazioni C3 e C4 del complemento.

Cancerogenicità e esposizione alle diossine: approfondimento dettagliato

La TCDD, riconosciuta per la sua capacità cancerogena, agisce non mutando direttamente il DNA, ma come un potente promotore tumorale che accelera la progressione del cancro una volta che il processo neoplastico è stato avviato.

Ciò significa che in presenza di agenti mutageni che hanno innescato la trasformazione neoplastica, la diossina può accelerare la crescita delle cellule tumorali.

Di conseguenza, le diossine possono favorire lo sviluppo di vari tipi di tumori. Tra le neoplasie spesso associate alle diossine ci sono linfomi non Hodgkin, leucemie acute, mieloma multiplo, tumori al seno, al fegato, al retto e sarcomi.

Origine e fonti di produzione delle diossine

Le diossine si generano principalmente da processi termici involontari in presenza di materia organica, ossigeno e cloro, che derivano da una combustione incompleta.

Le principali fonti includono l’incenerimento dei rifiuti e l’industria metallurgica, con contributi da settori come la produzione di diserbanti e pesticidi, l’industria del vetro e della ceramica, il fumo di tabacco, gli scarichi dei veicoli, gli impianti di combustione a legna o carbone, gli incendi non controllati e le discariche abusive.

Una volta rilasciate nell’atmosfera, le diossine si diffondono con il vento, depositandosi su suolo, vegetazione e acqua, aggiungendosi alle diossine già presenti come inquinanti ambientali.

Da qui, attraverso la catena alimentare, le diossine si accumulano nei grassi di animali e persone.

La principale via di esposizione umana, che supera il 90%, è attraverso il consumo alimentare, specialmente di carne, pesce, uova, latte, burro e formaggi.

Nonostante i casi eclatanti e le intossicazioni acute, la maggiore preoccupazione riguarda la tossicità cronica delle diossine, data la loro lenta degradabilità (l’emivita della TCDD nell’uomo varia da 5,8 a 11,3 anni) e l’accumulo graduale nel tempo.

Prevenzione e regolamentazione in Europa

Da diverse decadi, le autorità competenti hanno messo in atto efficaci strategie di prevenzione, monitoraggio e riduzione dell’esposizione umana alle diossine.

Nell’Unione Europea, ad esempio, le emissioni da nuovi impianti industriali sono state ridotte drasticamente dell’80% e continuano a diminuire.

In seguito all’incidente di Seveso nel 1976, la Comunità Europea ha adottato nel 1982 la “Direttiva Seveso“, ora alla sua terza revisione. Questa direttiva richiede la registrazione degli impianti industriali a rischio, l’identificazione delle sostanze pericolose trattate e la preparazione di piani specifici per la prevenzione ed emergenza.

Più del 90% dell’esposizione generale avviene tramite il consumo alimentare. Per questo in Europa i limiti di concentrazione di diossine negli alimenti sono regolamentati e sottoposti a controlli regolari attraverso programmi di sorveglianza ufficiali.

Misure di prevenzione a livello individuale

A livello individuale, le misure di prevenzione e controllo comprendono:

  • Riduzione del consumo di grassi animali e alimenti di origine animale come carne, latticini e uova.
  • Adozione di una dieta equilibrata e varia, evitando il consumo eccessivo di alimenti provenienti da aree fortemente inquinate, come il pesce del Baltico.
  • Verifica dell’origine degli alimenti tramite l’analisi dell’etichetta, dando preferenza a prodotti provenienti da aree con rigidi controlli.
  • Evitare la combustione di rifiuti che potenzialmente contengono plastica.

Prodotti ad alto rischio includono parti grasse, latte e i suoi derivati. Con un ruolo chiave giocato dall’animale e dal suo ambiente di allevamento nella catena alimentare.

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