Esposizione al piombo e danni alla salute

L’esposizione al piombo causa gravi danni alla salute a causa dell’estrema tossicità della sostanza. Il piombo è un metallo pesante. Secondo l’OMS il piombo, insieme ad arsenico e mercurio, è una delle sostanze tossiche più pericolose a cui è possibile essere esposti.

In questa guida scopriamo tutto sul piombo: cos’è e dove e come viene utilizzato. Vediamo quali sono le categorie professionali a rischio e le situazioni a rischio di esposizione non professionale.

Scopriamo anche come si applica la prevenzione e cosa fare in caso di esposizione ambientale, specialmente se si vive in abitazioni costruite prima del 1978.

Le vittime di esposizione professionale al piombo hanno diritto al riconoscimento di malattia professionale e all’erogazione delle prestazioni economiche e socio sanitarie dell’INAIL. Hanno anche diritto al risarcimento completo dei danni subiti, patrimoniali e non patrimoniali (danno biologicodanno morale ed esistenziale).

L’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto ha istituito il Dipartimento Vittime del Dovere per l’assistenza medica e legale alle vittime del dovere. Attraverso la richiesta di una consulenza gratuita è possibile ottenere l’assistenza legale, oltre a quella medica e psicologica.

piombo
Piombo

Piombo: cos’è questo metallo ed esposizione

Cos’è il piombo? Il piombo (Pb) è un metallo di colore grigio chiaro, opaco che fonde a temperatura relativamente bassa (300-350°C). Pochissimo solubile in acqua, è un metallo facilmente malleabile. In passato, grazie a queste sue doti, era ampiamente utilizzato.

Oggi lo è molto meno, ma le possibilità di esposizione, sia in ambito professionale che extraprofessionale, sono ancora alte.

L’esposizione al piombo può avvenire attraverso 3 vie: inalatoria, orale e cutanea. La prima riguarda soprattutto  l’esposizione professionale, sotto forma di polveri e fumi.

L’esposizione non professionale per via orale avviene spesso con l’ingestione di vino ed alcoolici (contenenti piccole quantità di piombo derivante da tappi metallici o superalcoolici distillati in serpentine con saldature al piombo e recipienti in ceramica), acqua inquinata da tubature domestiche in piombo o inquinamento atmosferico (attraverso scarichi automobilistici o lavorazioni industriali).

Le vernici usate prima del 1978 contenevano quantità di piombo che possono essere assunte in età infantile attraverso l’ingestione e l’abitudine di mettere le mani in bocca.

L’assunzione per via cutanea risulta modesta e avviene per contatto con vernici, polveri e materiali contenenti piombo.

Dove si trova il piombo e come è usato

Le vernici al piombo sono state usate comunemente fino al 1960, in quantità minore fino ai primi anni ’70 e quasi del tutto eliminate dal 1978. Pertanto, in un numero significativo di vecchie abitazioni le vernici al piombo rappresentano ancora un pericolo. Anche il terreno attorno a queste case potrebbe essere contaminato.

In passato il piombo era usato anche nella benzina, nei condotti dell’acqua e in altri prodotti per la casa come il cibo in scatola.  Anche se l’uso di questo metallo è stato drasticamente ridotto, esso è ancora presente in alcuni prodotti e processi industriali.

Alcuni smalti per la ceramica contengono piombo che può essere rilasciato soprattutto a contatto con sostanze acide (frutta, coca-cola, pomodori, vino).

Batterie e altri oggetti di uso quotidiano contengono spesso piombo. Così come i proiettili e i pesi per la pesca o per le tende.

Le categorie professionali e le situazioni a rischio

Durante i lavori di ristrutturazione della casa, specialmente se costruita negli anni 50, i pazienti possono essere esposti a una significativa quantità di piombo, sotto forma di aerosol, derivata da particelle scrostate o polverizzate durante la preparazione delle superfici per la riverniciatura.

I bambini di età inferiore ai 6 anni sono più esposti al piombo per l’abitudine di mettersi le mani in bocca e la facilità di assorbimento che li caratterizza.

L’esposizione degli adulti è più spesso legata al lavoro o agli hobby. Può capitare che quando un genitore lavora a contatto con il piombo, possa veicolarlo dentro le mura domestiche ad esempio portando a casa i vestiti da lavoro, ed esporre i bambini al metallo.

L’esposizione professionale si può verificare durante la manifattura e il riciclaggio delle batterie, la lavorazione del bronzo, dell’ottone, del vetro, il taglio dei tubi, mediante saldatura, piombatura o fusione dei materiali o lavorando la ceramica o con pigmenti.

Alcuni prodotti cosmetici etnici, prodotti vegetali e piante medicinali importate contengono piombo che hanno determinato epidemie di intossicazione da piombo nelle comunità degli immigrati.

Tra le categorie esposte ci sono coloro che:

  • Lavorano in una fonderia:
  • colorano il vetro o la ceramica con colori che contengono piombo:
  • elettricisti:
  • costruiscono saldano o ristrutturano ponti e vecchie case.

Esposizione al piombo e militari esposti

L’esposizione al piombo e ad altri metalli pesanti è connessa anche all’utilizzo di munizioni all’uranio impoverito. Questo metallo radioattivo e altamente denso ha un potere perforante particolarmente alto. Durante la denotazione i proiettili e i target centrati rilasciano nanoparticelle di metalli pesanti, tra cui può essere presente il piombo.

I militari italiani impiegati nelle guerre in Kosovo, in Libano e in Iraq e in alcune esercitazioni hanno riportato gravi malattie connesse all’esposizione a metalli pesanti, tra cui la Sensibilità Chimica Multipla. Citiamo brevemente il caso del Colonnello Calcagni, contaminato da 28 metalli pesanti durante le missioni svolte nei teatri di guerra in cui veniva usato l’uranio impoverito, intervenuto nel corso della quinta puntata di ONA TV.

Prevenzione primaria, secondaria e terziaria al piombo

La prevenzione primaria è fondamentale. I lavoratori a rischio di esposizione al piombo devono indossare dispositivi di protezione individuale come una maschera HEPA.

La prevenzione secondaria si avvale di un’attenta anamnesi lavorativa per una diagnosi efficace. Gli esami adatti a evidenziare la presenza del metallo pesante nell’organismo possono essere infatti suggeriti non solo dai sintomi del paziente, ma dalla storia lavorativa.

In caso di esposizione lavorativa entra in gioco la prevenzione terziaria che attraverso la tutela legale degli esposti permette di prevenire nuove esposizione e assicurare il giusto indennizzo e il risarcimento alle vittime di malattia professionale o causa di servizio.

Per i dipendenti privati e del pubblico impiego privatizzato entrano in campo le tutele previdenziali dell’INAIL, mentre per i dipendenti delle Forze Armate, del Comparto Sicurezza e Vigili del Fuoco si parla di causa di servizio ed equo indennizzo.

Esposizione al piombo e danni alla salute

Quali danni causa il piombo alla salute? L’intossicazione da piombo causa spesso sintomi molto modesti inizialmente, ma può determinare encefalopatia acuta o lesioni d’organo irreversibili, che in genere, nei bambini, comportano deficit cognitivi.

Tutte le persone eliminano il piombo in modo differente. Per questo, gli esami di laboratorio sono solo una parte del percorso clinico nei casi di avvelenamento da piombo.

L’avvelenamento da piombo è più pericoloso per i bambini, poiché il cervello e altri organi si stanno ancora sviluppando.

Studi recenti suggeriscono che non esistano concentrazioni di piombo sicure per i bambini e che anche sotto i 10 mcg/dL, alcuni bambini possono riportare un ritardo cognitivo.

L’intossicazione da piombo di solito è un disturbo cronico e può non provocare sintomi acuti. Con o senza sintomi acuti, l’intossicazione determina, infine, danni irreversibili (deficit cognitivi, neuropatia periferica, insufficienza renale progressiva).

L’intossicazione cronica da piombo è nota con il nome di saturnismo ed è la più grave conseguenza dell’esposizione al piombo.

Lo IARC inserisce il piombo tra i patogeni appartenenti al Gruppo B2 (possibilmente cancerogeni). Leggi la scheda IARC.

Saturnismo: cos’è e i sintomi frequenti

L’intossicazione cronica da piombo, prevalentemente di origine professionale, viene chiamata saturnismo. Il saturnismo può dar luogo a svariate manifestazioni: anemia (pallore da riduzione di globuli rossi), colica intestinale (dolori addominali), ipertensione arteriosa (aumento della pressione del sangue) alterazione dell’abilità manuale, aumento dei tempi di reazione nefropatia (danno renale), neuropatia (danno al sistema nervoso).

L’intossicazione acuta, oggi estremamente rara, può arrivare all’encefalopatia (danno cerebrale) e al coma.

Intossicazione acuta nei bambini e negli adulti

Nei bambini, l’intossicazione acuta determina irritabilità, riduzione dell’attenzione ed encefalopatia acuta. Dopo 1-5 giorni si sviluppa edema cerebrale con vomito persistente e incoercibile, andatura atassica, convulsioni, alterazione dello stato di coscienza e, infine, convulsioni refrattarie e coma. L’encefalopatia è preceduta da settimane di irritabilità e bassa propensione al gioco.

Nei bambini, l’avvelenamento cronico causa ritardo mentale, epilessia, disturbi aggressivi del comportamento, regressione dello sviluppo, dolore addominale cronico e anemia.

Gli adulti con esposizione professionale sviluppano alcuni sintomi caratteristici nel corso di diverse settimane o più. Tra questi cambiamento della personalità, cefalea, dolore addominale, neuropatia. L’encefalopatia nell’adulto è rara. Negli adulti si sviluppa perdita del desiderio sessuale, infertilità, e, negli uomini, disfunzione erettile.

Plombemia: diagnosi e sintomi dell’intossicazione

La piombemia è il termine con il quale ci si riferisce all’intossicazione da piombo. I sintomi sono aspecifici e includono affaticamento, cambiamento di umore, nausea, prolungati problemi allo stomaco, mal di testa, tremori, perdita di peso, neuropatie periferiche, anemia, difficoltà riproduttive, encefalopatie, perdita di memoria, apoplessia e coma.

Molti bambini non hanno sintomi fisici dopo l’esposizione, ma potenzialmente essa può provocare danni permanenti. L’esame per l’esposizione al piombo dovrebbe essere eseguito in bambini che presentano ritardo della crescita, anemia, problemi del sonno, perdita dell’udito o della parola, o deficit di linguaggio e di attenzione.

Soglia di esposizione: non esiste una soglia minima

Come già detto non esiste una soglia al di sotto della quale l’esposizione non provoca danni. I sintomi di avvelenamento sono approssimativamente proporzionali al livello di piombo, ma non ci sono livelli sicuri.

Il rischio dei deficit cognitivi aumenta quando la piombemia (PbB) è ≥ 10 mcg/dL (≥ 0,48 mmol/L) per un periodo prolungato, sebbene la soglia possa essere anche più bassa. Altri sintomi (p. es., coliche addominali, stipsi, tremori, cambiamenti dell’umore) si manifestano quando la piombemia (PbB) è > 50 mcg/dL (> 2,4 micromol/L).

L’encefalopatia si sviluppa quando la piombemia (PbB) è > 100 mcg/dL (> 4,8 micromol/L).

Diagnosi di avvelenamento da piombo: come si fa?

La diagnosi di avvelenamento è spesso tardiva a causa dei sintomi aspecifici. Una corretta diagnosi si basa sull’emocromo (il dosaggio degli elettroliti sierici, dell’azotemia, della creatinina sierica, della glicemia e delle piombemie) associato a raggi x dell’addome (per la ricerca di frammenti di piombo, radiopaco) e volte RX di ossa lunghe in bambini con sospetta esposizione cronica.

Il piombo interferisce con l’assorbimento di ferro. Per questo i bambini con aumentate concentrazioni di piombo nel sangue dovrebbero essere testati per carenza di ferro. La tossicità da piombo viene ipotizzata in presenza di anemia normocitica o microcitica, in particolare se la conta reticolocitaria è elevata o se è presente punteggiatura basofila dei globuli rossi; tuttavia la sensibilità e la specificità sono limitate. La diagnosi è confermata se la piombemia è ≥ 5 mcg/dL (0,24 micromol/L).

Il test per il piombo su sangue capillare è accurato, poco costoso e rapido. Tutti i test positivi devono essere confermati dal dosaggio della piombemia. Il test della protoporfirina eritrocitaria (detta anche zinco protoporfirina o protoporfirina eritrocitaria libera) è spesso impreciso e attualmente poco utilizzato.

Esami del piombo per una corretta diagnosi della malattia

L’esame del piombo su sangue capillare viene utilizzato per valutare la concentrazione di tale metallo nel sangue nel momento in cui il campione viene prelevato. L’esame viene utilizzato come screening per l’esposizione a concentrazioni di piombo pericolose. Può anche essere prescritto per verificare se la terapia è stata efficace e la concentrazione del metallo nel sangue è scesa.

La concentrazione di piombo nel sangue viene monitorata nei lavoratori nel cui ambiente è presente il metallo, per valutare l’esposizione cronica e l’esposizione acuta recente (nelle ultime due settimane). Anche i membri della famiglia dovrebbero essere esaminati poiché il piombo può essere portato a casa con i vestiti da lavoro.

Altri esami di controllo vengono usati per valutare la persistenza di una concentrazione di piombo elevata nel sangue e sono raccomandati ogni volta che la concentrazione nel sangue del bambino è più alta di 10 mcg/dL (negli ultimi anni più alta di 5 mcg/dL).

Ai bambini con concentrazioni nel sangue stabili sui 15-19 mcg/dL (che rimangono elevate per tre mesi e oltre) e a quelli con un test iniziale più alto di 20 mcg/dL dovrebbe essere perlustrata la casa per determinare la sorgente dell’esposizione al piombo.

Trattamento e cura per l’esposizione al piombo

In tutti i casi di esposizione al piombo è necessario agire con specifici trattamenti.

Se la RX addominale mostra residui di piombo, viene effettuata l’ irrigazione intestinale con soluzioni elettrolitiche di glicole polietilenico, 1-2 L/h negli adulti o 25-40 mL/kg/h nei bambini, fino a completa eliminazione confermata dalla RX di controllo.

Se la fonte di esposizione è rappresentata da pallottole, è necessaria la rimozione chirurgica. I bambini con piombemia > 70 mcg/dL (> 3,38 micromol/L) e tutti i pazienti con sintomi neurologici devono essere ospedalizzati. I pazienti con encefalopatia acuta devono essere ricoverati in unità di terapia intensiva.

Farmaci chelanti (p. es., succimero [acido meso-2,3-dimercaptosuccinico], CaNa2EDTA [calcium disodium ethylenediaminetetraacetic acid, dimercaprolo [British antilewisite, o BAL]) possono essere somministrati per la chelazione del piombo e la formazione di composti che vengono eliminati più facilmente.

I farmaci chelanti non devono essere somministrati a pazienti con esposizione al piombo continua in quanto la chelazione può aumentare l’assorbimento gastrointestinale del piombo. La terapia con farmaci chelanti rimuove solo quantità relativamente piccole di metallo. Se la quota di piombo totale nell’organismo è elevata, possono essere necessari numerosi cicli di terapia chelante nel corso degli anni.

Come proteggersi dall’esposizione di natura extra-professionale

Se si vive in una casa costruita prima del 1978 si raccomanda di far controllare da un professionista la casa e il terreno che la circonda. Buone abitudini da tenere a mente:

  •  Passare lo straccio di frequente su pavimenti e superfici per moderare la quantità di polvere.
  • Rimuovere la polvere da tappeti e tappezzeria e usare un filtro HEPA se possibile.
  • Verificare mensilmente che non vi siano scheggiature, superfici senza rivestimento, o altre superfici danneggiate soprattutto nelle zone di finestre e portici; ripararle le ripulire accuratamente la zona per rimuovere la polvere ricca di piombo.
  • Imparare come rinnovare e riparare lavorando in modo sicuro in modo da non creare più polvere carica di piombo e ulteriore contaminazione.

Per i bambini:

  • Lavare loro le mani e i giocattoli frequentemente, in modo da ridurre la contaminazione con polvere carica di piombo.
  • Allontanarli (così come le donne in gravidanza) dalle zone contaminate da piombo e dalle zone di ristrutturazione.
  • Non lasciare che i bambini si infilino oggetti in bocca che non sono utilizzabili come giocattoli, incluse le chiavi e i gioielli.
  • Far testare i bambini ad 1 e a 2 anni d’età contattando l’ASL di riferimento.

Come proteggersi dall’esposizione di natura professionale

Se si lavora in un ambiente potenzialmente pericoloso per l’esposizione alle polveri o al fumo con piombo si raccomanda di:

  • Lavarsi le mani prima di mangiare, bere o fumare.
  • Mangiare, bere e fumare in zone che sono libere dalla polvere e dai fumi di piombo.
  • Indossare un respiratore con filtro HEPA (classe N-100), radersi la barba per ricavarne i benefici migliori.
  • Tenere i propri abiti non da lavoro in un posto pulito; cambiare vestiti e scarpe prima di lavorare con il piombo.
  • Fare immediatamente una doccia dopo aver lavorato col piombo, prima di andare a casa.
  • Lavare i vestiti da lavoro sul posto di lavoro o separatamente da quelli degli altri membri della famiglia.

Malattie correlate all’esposizione e indennizzo dell’INAIL

L’esposizione professionale provoca le seguenti malattie professionali riconosciute dall’INAIL e inserite nelle apposite tabelle stilate dall’ente assicuratore:

  • tumore dello stomaco
  • anemia
  • colica saturnina
  • encefalopatia
  • gastroduodenite
  • nefropatia
  • orletto gengivale di Burton
  • polineuropatia periferica

Esposizione al piombo e normativa di riferimento

Il Piombo, il Cromo, il Mercurio, il Rame e lo Zinco sono tra i metalli pesanti individuati ex art. 1078 (Capo II – Soggetti che hanno contratto infermità o patologie tumorali per particolari condizioni ambientali ed operative) del D.P.R. 15 marzo 2010 n. 90 quali responsabili, se introdotti nell’organismo umano in dimensioni nanometriche, dell’insorgenza di patologie tumorali; al pari delle radiazioni ionizzanti e non ionizzanti.

L’art. 603 del Decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66 (Codice dell’ordinamento militare) al LIBRO TERZO Amministrazione e contabilità – Titolo III Bilancio, norme di spesa, fondi da ripartire – Capo II Norme di spesa – Sezione VI Norme di spesa in relazione al Libro VII, (Autorizzazione di spesa per indennizzi al personale italiano esposto a particolari fattori di rischio) dispone:

1. “Al fine di pervenire al riconoscimento della causa di servizio e di adeguati indennizzi al personale italiano che, in occasione o a seguito di missioni di qualunque natura effettuate entro e fuori i confini nazionali, abbia contratto infermita’ o patologie tumorali per le particolari condizioni ambientali od operative, al personale impiegato nei poligoni di tiro e nei siti dove vengono stoccati munizionamenti, nonche’ al personale civile italiano nei teatri operativi all’estero e nelle zone adiacenti alle basi militari sul territorio nazionale, che abbia contratto le stesse infermita’ o patologie tumorali connesse alle medesime condizioni ambientali, e’ autorizzata la spesa di 10 milioni di euro per ciascun anno del triennio 2008-2010.

Esposizione a nanoparticelle nei militari in missione

Il D.P.R. n. 90/2010 all’art. 1078 (Testo unico delle disposizioni regolamentari in materia di ordinamento militare, a norma dell’articolo 14 della Legge 28 novembre 2005, n. 246) al LIBRO SETTIMO Trattamento previdenziale e per le invalidità di servizio – Titolo I Provvidenze ai soggetti esposti a particolari fattori di rischio – Capo II Soggetti che hanno contratto infermità o patologie tumorali per particolari condizioni ambientali od operative, dispone che per missioni di qualunque natura si intendono: 

a) le attività istituzionali di servizio proprie delle Forze armate e di polizia, quali che ne siano gli scopi, svolte entro e fuori del territorio nazionale, autorizzate dall’autorità gerarchicamente o funzionalmente sopra ordinata al dipendente;

b) per teatro operativo all’estero, l’area al di fuori del territorio nazionale ove, a seguito di eventi conflittuali, è stato o è ancora presente personale delle Forze armate e di polizia italiane nel quadro delle missioni internazionali e di aiuto umanitario;

d) per particolari condizioni ambientali od operative, le condizioni comunque implicanti l’esistenza o il sopravvenire di circostanze straordinarie o fatti di servizio che, anche per effetto di successivi riscontri, hanno esposto il personale militare e civile a maggiori rischi o fatiche, in rapporto alle ordinarie condizioni di svolgimento dei compiti di istituto;

e) per medesime condizioni ambientali, le condizioni comunque implicanti l’esistenza o anche il sopravvenire di circostanze straordinarie che, anche per effetto di successivi riscontri, hanno esposto il cittadino a un rischio generico aggravato”.

Chi ha diritto alla causa di servizio in caso di esposizione a UI?

Il successivo art. 1079 (Principi generali e ambito di applicazione) prevede che ai soggetti di cui al citato articolo 603 del Decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66 sono corrisposte le elargizioni previste per le vittime del dovere “quando le condizioni di cui all’articolo 1078, comma l, lettere d) ed e), ivi comprese l’esposizione e l’utilizzo di proiettili all’uranio impoverito e la dispersione nell’ambiente di nanoparticelle di minerali pesanti prodotte da esplosione di materiale bellico, hanno costituito la causa ovvero la concausa efficiente e determinante delle infermità o patologie tumorali permanentemente invalidanti o da cui è conseguito il decesso.

Chi sono i beneficiari dell’elargizione?

2. I soggetti [beneficiari dell’elargizione] di cui al comma 1 sono:

a) il personale militare e civile italiano impiegato nelle missioni di qualunque natura;

b) il personale militare e civile italiano impiegato nei poligoni di tiro e nei siti in cui vengono stoccati munizionamenti;   

c) il personale militare e civile italiano impiegato nei teatri operativi all’estero e nelle aree di cui alle lettere a) e b);

d) i cittadini italiani operanti nei settori della cooperazione ovvero impiegati da organizzazioni non governative nell’ambito di programmi aventi luogo nei teatri operativi all’estero e nelle aree di cui alle lettere a) e b);

e) i cittadini italiani residenti nelle zone adiacenti alle basi militari sul territorio nazionale presso le quali è conservato munizionamento pesante o esplosivo e alle aree di cui alla lettera b). Per zone adiacenti si intendono quelle rientranti nella fascia di territorio della larghezza di 1,5 chilometri circostante il perimetro delle basi militari o delle aree di cui alla lettera b);

f) il coniuge, il convivente e i figli superstiti dei soggetti di cui alle lettere a), b), c), d) ed e), i genitori ovvero i fratelli conviventi e a carico qualora siano gli unici superstiti, in caso di decesso a seguito delle patologie di cui all’articolo 603 del codice”.

Importante il concetto di interdipendenza

Si evidenzia che ciò che rileva è anche il concetto di interdipendenza, in ordine alle particolari condizioni, per cui, «Il fatto che, allo stato delle conoscenze scientifiche, non sia acclarata l’effettiva valenza patogenetica dell’esposizione all’uranio impoverito non osta, dunque, al diritto alla percezione dell’indennità, che comunque spetta allorché l’istante abbia contratto un’infermità verosimilmente a causa di “particolari condizioni ambientali ed operative”, di cui “l’esposizione e l’utilizzo di proiettili all’uranio impoverito e la dispersione nell’ambiente di nanoparticelle di minerali pesanti prodotte da esplosione di materiale bellico” costituiscono solo un possibile aspetto» (Consiglio di Stato, II sezione, n. 5816/2021).

Metalli pesanti e tutela legale degli esposti

L’ONA e il Dipartimento Vittime del Dovere forniscono l’assistenza legale gratuita per l’ottenimento dello status di vittima del dovere e causa di servizio e di tutte le prestazioni INAIL. Difendono le vittime e i loro familiari: entrambi hanno diritto al risarcimento integrale dei danni subiti a causa dell’esposizione dannosa.

In caso di esposizione in missione a nanoparticelle è possibile ottenere la causa di servizio e lo status di vittima del dovere. L’utilizzo di proiettili all’uranio impoverito che causano l’esposizione ai metalli pesanti, tra cui il piobo, dà diritto ad ottenere i benefici previsti dalla legge.

In caso di esposizione professionale dei dipendenti privati o del servizio pubblico privatizzato entrano invece in gioco le tutele dell’INAIL con il riconoscimento della malattia professionale e i dovuti benefici tra cui la rendita INAIL.

Vittime del dovere: assistenza legale gratuita