Asbestosi: cos’è e i diritti delle vittime
Asbestosi è una malattia amianto correlata, che fin con la L. 455/1943, è stata indennizzata. Infatti, come tale, è riconosciuta quale malattia professionale, e in quanto tale, chiunque ne è affetto, può chiederne il riconoscimento.
Infatti, nella quasi totalità dei casi, l’asbestosi, fibrosi polmonare da asbesto, ha origine da esposizioni lavorative, ovvero occupazionali. Tra i settori di più vasta incidenza, ci sono quelli legati al servizio nelle Forze Armate. Il carattere altamente invalidante di questa fibrosi polmonare, determina infermità tali da evolvere spesso in arresto cardiaco.
L’Osservatorio Vittime del Dovere rappresenta e tutela le vittime del dovere, come tali le vittime del lavoro. Il dovere del lavoro si collega al diritto al lavoro e alla salubrità. Per chiedere ed ottenere tutela, rivolgiti al nostro team, e chiedi la consulenza gratuita.
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Malattia asbesto correlata: asbestosi cos’è?
Cos’è l’asbestosi? L’asbestosi è una fibrosi provocata dall’inalazione delle fibre asbestiformi dei minerali di amianto. Come dicevamo più su, è molto insidiosa, e può evolvere in tumore del polmone. Quando la fibrosi polmonare è di natura pleurica e/o pleuro-polmonare, evolve in invece in mesotelioma pleurico.
Infatti, l’amianto è un potente cancerogeno, e non vi è un limite al di sotto del quale può considerarsi innocuo per la salute.
L’asbestosi polmonare è una malattia respiratoria cronica causata esclusivamente dalle fibre di amianto. Ha un decorso progressivo, con complicazioni cardiache ed evolve in tumore polmonare o mesotelioma pleurico. I lavoratori esposti ad asbesto o amianto debbono essere sottoposti a controlli sanitari periodici per la diagnosi di asbestosi precoce di questa fibrosi, che permette la terapia e per asbestosi cura tempestiva e quindi più efficace.
Perché l’amianto causa l’asbestosi?
Il termine amianto deriva dal greco αμίαντος, che si traduce con inattaccabile, incorruttibile, mentre il suo sinonimo asbesto viene dal greco ἄσβεστος, che significa non brucia e perpetuo.
I minerali di amianto si distinguono nei serpentini, tra cui il crisotilo (dal greco χρυσός= fibra d’oro) e gli anfiboli, αμφίβολος in latino amphibolus = ambiguo. Tra questi actinolite, amosite di amianto, crocidolite di amianto e tremolite di amianto o amianto grigio – verde – giallo e antofillite (gruppo degli inosilicati – asbesto mineral).
Queste fibre, una volta penetrate negli alveoli polmonari provocano, prima di tutto, infiammazione, poi placche ed ispessimenti pleurici. In altri casi, queste infiammazioni degenerano in tumore del polmone e in mesotelioma pleurico.
La capacita cancerogena dell’asbesto è confermata anche dallo IARC nella sua monografia “Asbestos – chrysotile, amosite, crocidolite, tremolite, actinolite and anthophyllite“.
Nonostante la messa la bando con la legge 257/92, questo materiale è ancora presente in edifici privati e pubblici, come scuole e ospedali. Denuncia questa situazione d’emergenza l’Avv. Ezio Bonanni in “Il libro bianco delle morti di amianto in Italia – Ed.2022“.
L’azione infiammatoria dell’amianto
Man mano la fibrosi si estende agli alveoli e la presenza del tessuto fibroso altera il parenchima che viene “stirato” e si formano tralci fibrotici che possono raggiungere il diametro di 5 mm. Si crea quindi un aspetto a favo di api tipico di asbestosi malattia, per il potere patogeno delle fibre di asbesto.
Le fibre asbesto generano infiammazione e attivano i macrofagi alveolari che tentano di rimuoverle perchè rappresentano un corpo estraneo. Nel caso in cui si tratti di fibre lunghe, i macrofagi vanno incontro a morte cellulare rilasciando nell’organismo la fibra non espulsa, sostanze ossidanti, enzimi litici e fattori chemiotattici per i neutrofili. Il processo infiammatorio prosegue e vengono richiamati nuovi macrofagi.
L’azione infiammatoria provoca il rilascio di radicali liberi ed effetto citotossico. Sono colpite le cellule che rivestono gli alveoli e i pneumociti di I tipo.
La proliferazione e l’attivazione dei fibroblasti dell’interstizio provocano deposizione di collagene. Ne consegue ispessimento della parete bronchiale ed alveolare ed asbestosi.
Chi sono i lavoratori a rischio?
La maggiore incidenza di casi di asbestosi polmonare si riscontra nelle seguenti attività produttive:
- estrazione della fibra grezza dalle cave.
- Isolanti termici ed elettrici (idraulica, cabine elettriche, ecc.).
- Produzione di caldaie e scaldabagni.
- Edilizia (Eternit – cemento amianto; e ristrutturazioni).
- Produzione e lavorazione di mescole impiegate nelle pastiglie dei freni a disco.
- Tessitura di fibre per tute e guanti termici in tessuto amianto – amianto friabile (vigili del fuoco, piloti, ecc,).
- Cantieristica navale (in particolare Fincantieri S.p.a.).
- Settore ferroviario – Ferrovie dello stato (isolante impiegato nella costruzione delle carrozze dei treni, ma anche altre categorie, compresi abitanti negli intorni delle stazioni ferroviarie).
- Industria chimica.
- Forze armate con particolare riferimento ai motoristi navali e altre specialità di coperta, e sommergibilisti.
Quali sono i sintomi dell’asbestosi?
L’asbestosi si manifesta di solito solo dopo molti anni dall’esposizione all’asbesto. I sintomi iniziali dell’asbestosi sono costituiti da difficoltà respiratorie che poi evolvono in vera e propria dispnea. Prima in seguito a sforzi e poi anche a riposo e tosse cronica secca.
L’insufficienza respiratoria è direttamente proporzionale alla gravità della malattia. L’entità dell’esposizione amianto influenza sia l’esordio che la progressione della malattia.
Un altro sintomo dell’asbestosi è quello delle “dita a bacchetta di tamburo”: l’apice delle dita delle mani si gonfia, di solito quando la malattia è ad uno stadio avanzato.
Tra gli altri sintomi asbestosi c’è la cianosi. La cianosi subentra ad uno stato di malattia ancora più avanzato a cui può far seguito la morte per arresto cardiocircolatorio, oppure per evoluzione in cancro della pleura o tumore del polmone.
Diagnosi dell’asbestosi: esami specifici
I lavoratori esposti ad amianto vanno sottoposti a sorveglianza sanitaria e a controlli medici periodici per assicurare asbestosi diagnosi precoce e quindi migliori e più efficaci terapie e cure. Solo in questo modo è possibile avere maggiori chance di guarigione e sopravvivenza.
Oltre all’analisi della situazione lavorativa del paziente e della sintomatologia presente in visita specialistica, sono necessari esami specifici. Tra questi:
- Spirometria;
- raggi X;
- TAC.
Terapia, trattamento e cura dell’asbestosi
Purtroppo l’asbestosi non può essere curata. Anche in caso di assenza di ulteriori esposizioni, purtroppo, vi è una evoluzione ingravescente della malattia fibrotica. Il trattamento prescelto solitamente ha lo scopo di evitare le complicazioni dell’asbestosi.
L’Osservatorio Vittime del Dovere APS nello svolgimento del suo servizio di assistenza medica e legale, si avvale anche dei professionisti, medici volontari dell’ONA.
Infatti l’Osservatorio Nazionale Amianto ha elaborato il protocollo di prevenzione terapia dell’asbestosi. Ai fini preventivi e di cura, si raccomanda:
- Evitare di fumare (il fumo agisce in sinergia e potenzia gli effetti dei minerali di asbesto);
- eseguire la vaccinazione contro l’influenza e lo pneumococco;
- utilizzare di farmaci broncodilatatori con inalatore;
- utilizzare la bombola di ossigeno ed altri strumenti;
- i farmaci cortisonici ad uso inalatorio possono essere aggiunti ai broncodilatatori e alla ventilazione;
- evitare altre esposizioni all’amianto;
- bonificare gli ambienti di vita;
- sottoporsi a controlli sanitari ripetuti.
Complicazioni dell’asbestosi e cardiopatia
L’asbestosi è spesso associata a placche ed ispessimenti pleurici. Come dicevamo più su può evolvere in cancro della pleura o tumore del polmone.
L’asbestosi polmonare provoca complicanze cardiocircolatorie e cardiovascolari (le cosiddette cardiopatie da amianto).
L’Osservatorio Vittime del Dovere ha registrato un elevato indice di casi di asbestosi. Così tra coloro che hanno svolto servizio nella Marina Militare, piuttosto che nell’Aeronautica Militare.
Grazie all’istituzione del Dipartimento, oltre alla diagnosi, è possibile ottenere la certificazione di malattia professionale. Sia il certificato mod. 5SS per attivare la procedura INAIL, sia la certificazione per il riconoscimento della causa di servizio.
Quest’ultima procedura, dopo la riforma del 2010, è rimasta in vigore per i militari e per il pubblico impiego non privatizzato.
Tutela e assistenza legale gratuita
Gli esposti all’amianto che abbiano contratto l’asbestosi hanno diritto ad una serie di benefici e risarcimenti previsti dalla legge. L’Osservatorio Vittime del Dovere si occupa della tutela legale di queste vittime. Infatti, solo elevate dosi di amianto possono provocare l’asbestosi.
Asbestosi e riconoscimento vittima del dovere
Come già spiegato, l’amianto è stato largamente utilizzato in diversi settori produttivi e di servizio. Tra gli usi più significativi, quelli nelle unità navali nella Marina Militare, piuttosto che negli aeromobili militari. Questo impiego dell’amianto è stato esteso a tutte le Forze Armate, oltre che ai settori civili.
Poichè i militari fanno parte del pubblico impiego non privatizzato, la loro tutela presuppone di attivare prima di tutto il riconoscimento della causa di servizio. Con il riconoscimento della causa di servizio sussiste il diritto all’equo indennizzo.
Inoltre, riconosciuta la causa di servizio (art. 7 del DPR 461/2001), è accertato il nesso causale, e dunque il diritto al riconoscimento dello status di vittime del dovere.
Così anche il diritto al risarcimento dei danni. Per quelli non patrimoniali, alla luce della più recente sentenza (SS.UU. 6215/2022), ai fini del calcolo dell’entità del danno si tiene conto anche della sofferenza fisica e morale.
Queste prestazioni non sono soggette a prescrizione, sulla base di quanto sancito dalla Corte di Cassazione, sezione lavoro, 17440/2022. Questo risultato è molto importante perchè sancisce la imprescrittibilità dello status di vittima del dovere.
Per questi motivi, l’Osservatorio Vittime del Dovere ha avviato una vasta azione di tutela delle vittime, e dei superstiti.
Il riconoscimento dello status di vittima del dovere si lega a particolari attività, chiarite dall’art. 1, co. 563, della L. 266/05. Per gli equiparati, invece, rilevano le particolari condizioni, contemplate nel comma 564 dell’art. 1 della L. 266/05.
Il riconoscimento della rendita INAIL
Per tutti quanti gli altri lavoratori esposti ad amianto, del pubblico impiego privatizzato e del settore privato, si deve chiedere il riconoscimento all’INAIL. Questo ente assicuratore, previa denuncia di malattia professionale, avvia l’istruttoria (leggi tutto sull’assicurazione INAIL per malattia professionale).
Occorre, quindi, dimostrare l’esposizione ad amianto. Siccome l’asbestosi è inserita nella Lista I dell’INAIL, per cui si inverte l’onere della prova, che è a carico dell’ente. Per questi motivi, in caso di diagnosi di asbestosi, è sufficiente dimostrare la presenza dell’amianto, e l’esposizione anche indiretta. Questo vale per tutte le patologie asbesto correlate della Lista I:
- asbestosi (I.4.03);
- placche pleuriche e ispessimenti pleurici (I.4.03);
- mesotelioma pleurico (I.4.03), pericardico (I.6.03), peritoneale (I.6.03), della tunica vaginale del testicolo (I.6.03);
- tumore polmonare (I.4.03);
- cancro della laringe (I.6.03);
- tumore alle ovaie (I.6.03).
Sarà l’ente assicuratore a dovere prima di tutto eccepire e poi dimostrare un decorso esclusivamente extraprofessionale. È sufficiente anche la sola concausa.
Poichè la legge scientifica di copertura è la dose dipendenza, è evidente che tutte le esposizioni hanno avuto una capacità eziologica. Quest’ultima sia per anticipare l’insorgenza della malattia professionale, che dell’eventuale decesso. Infatti, in quasi tutti i casi di asbestosi, questa fibrosi evolve in cancro del polmone.
Ci sono poi malattie per le quali non è riconosciuta la presunzione legale d’origine. Queste rientrano nella Lista II:
- tumore alla faringe (c10-c13);
- cancro dello stomaco (c16);
- neoplasia del colon retto (c18-c20).
Lo stesso vale per la Lista III dell’INAIL, che comprende solo il tumore all’esofago.
Asbestosi e il Fondo vittime amianto
In caso di riconoscimento di patologie asbesto correlate, sussiste il diritto alle prestazioni aggiuntive del Fondo Vittime Amianto. Con le ultime riforme, la prestazione è stata stabilizzata, con il 15%.
In altri termini, per gli assicurati INAIL, è riconosciuto un importo a titolo di indennizzo, che si aggiunge alla rendita. In caso di decesso, questa prestazione si liquida ai familiari.
Nel caso in cui si costituisce la rendita di reversibilità, gli importi, pari al 50% della rendita originaria, è maggiorata del 15% del Fondo Vittime Amianto.
Secondo l’ultima analisi statistica dell’INAIL sulle malattie asbesto correlate, nel periodo 2017-2021 si registra una continua decrescita del numero di rendite di inabilità permanente da malattie asbesto-correlate in vigore. La diminuzione è dell’11,2%, le 4.779 rendite del 2017 diventano 4.246 nel 2021, con un calo più consistente si osserva nel 2020 (-5,8%).
A fronte di un decremento delle rendite di inabilità permanente, le rendite a superstiti nel quinquennio 2017-2021 sono aumentate di oltre il 12%. I superstiti percettori di rendita sono quasi 14.500.
Asbestosi e diritto al prepensionamento
In caso di riconoscimento di malattia asbesto correlata, sussiste il diritto ai benefici contributivi per esposizione ad amianto. La posizione contributiva dell’assicurato è rivalutata con il coefficiente 1,5, per l’intero periodo di esposizione ad amianto.
Queste maggiorazioni contributive sono utili per aumentare il periodo di contribuzione e quindi anticipare il prepensionamento.
Inoltre, per coloro che sono già in pensione, è possibile ottenere la ricostituzione della posizione contributiva e la riliquidazione della pensione. In questi casi, il valore della contribuzione è più elevato, e vi è una rivalutazione dei ratei in godimento.
In alcuni casi, è possibile ottenere la pensione invalidità amianto. Infatti, con l’art. 1, co. 250 bis, della L. 232/2016, coloro che hanno ottenuto il riconoscimento dell’asbestosi malattia professionale, possono chiedere la pensione anticipata.
In questi casi le domande vanno presentate entro il 31 marzo di ogni anno, e poi liquidate successivamente. Questa è una misura molto importante perchè permette alle vittime asbestosi, che sono ancora molto giovani, di poter essere subito collocate in pensione.
La difesa delle vittime di asbestosi
L’Osservatorio Vittime del Dovere rappresenta e tutela tutte le vittime del lavoro. In particolare coloro che per motivi di servizio sono esposti ad amianto. Così nelle unità navali della Marina, piuttosto che negli Aeroporti, ma anche nelle fabbriche.
Per questi motivi, sia le vittime, che i loro familiari superstiti, possono rivolgersi alla nostra Associazione.