Fattori di rischio per le Vittime del Dovere
Quali sono i fattori di rischio per la salute? L’Osservatorio Vittime del Dovere ti guida nella prevenzione dei rischi per la salute. Nel terzo millennio, era della globalizzazione e della produzione di massa, si pone la necessità della prevenzione.
In questa guida, è possibile identificare quegli agenti tossico nocivi e quelli cancerogeni che nuocciono alla salute. Non a caso sono in continuo aumento i malati di cancro.
Una delle fonti di maggiore esposizione è quella lavorativa: nei cantieri, come nelle diverse attività, comprese quelle militari, gli agenti di rischio sono in continuo agguato.
In molti casi, sono proprio i militari e coloro che fanno parte delle Forze dell’Ordine che hanno subito una più elevata incidenza di casi di malattie professionali. Non solo le malattie asbesto correlate dovute alla esposizione ad amianto; ma anche altre forme di lesioni della salute, tra cui i linfomi, le leucemie molte volte collegate all’uso di proiettili con l’uranio impoverito.
Tutti coloro che hanno subito un ingiusto danno sono vittime ed in quanto tale degne di protezione e tutela. Compresa quella legale e possono rivolgersi all’Osservatorio Vittime del Dovere.
Le vittime e la loro tutela
L’Osservatorio Nazionale Vittime del Dovere tutela tutte le vittime e le protegge. Inoltre, assicura la più ampia tutela legale, ai fini previdenziali e risarcitori.
Per quanto riguarda le Vittime del Dovere, sono assicurate alcune particolari tutele e protezioni. Il riconoscimento dello status di vittima del dovere assicura tutela ai cosiddetti superstiti. Infatti, in molte occasioni, l’esposizione a queste sostanze cancerogene ma anche a fenomeni di criminalità, provoca la morte delle vittime.
In questi contesti l’Osservatorio Nazionale Vittime del Dovere tutela queste vittime. Quindi, la tutela delle vittime, rispetto ai fattori di rischio è anche previdenziale e risarcitoria.
Inoltre, in molte occasioni le vittime e i loro superstiti non sono a conoscenza dei loro diritti e dei rischi. Quindi, la conoscenza dei fattori di rischio è fondamentale per la tutela dei diritti.
La nostra associazione, oltre che per i diritti delle vittime di esposizione ai cancerogeni sul posto di lavoro, si batte per la ricerca della verità, per una migliore copertura legislatura e, in primo luogo, per la prevenzione primaria, che permetta di evitare l’esposizione e azzerare il rischio di ammalarsi.
Chiamando il numero verde 800 034 294 si può ottenere la consulenza legale gratuita che grazie al suo pool di avvocati e al suo Presidente, l’Avv. Ezio Bonanni, è a disposizione di tutte le vittime di esposizione.
Fattori di rischio per le vittime del dovere
Con la L. n. 201/2011 la tutela rispetto al rischio di infortunio e malattia professionale nei dipendenti pubblici è passata all’INAIL.
Non sono rientrati però in tale riforma della normativa i dipendenti del pubblico impiego non privatizzato.
Per i dipendenti delle Forze Armate, della Polizia di Stato, del Corpo forestale, della Polizia Penitenziaria, della Guardia di finanza e dei Vigili del fuoco, si applica ancora il precedente ordinamento.
Attraverso il riconoscimento della causa di servizio hanno diritto all’equo indennizzo. Poi successivamente può essere richiesto il riconoscimento dello status di vittima del dovere.
Le vittime del dovere e i soggetti equiparati
Sono soggetti equiparati a vittime del dovere coloro che hanno svolto servizio in condizioni operative disagiate, di esposizione a sostanze cancerogene.
Il dato epidemiologico, in particolare per le Forze Armate, è sconcertante e dipinge una situazione in cui i lavoratori in servizio sono stati e sono esposti a sostanze cancerogene nocive che hanno causato una vera e propria strage tra i militari italiani.
Agenti cancerogeni per le vittime del dovere
Tra gli agenti cancerogeni a cui sono esposti i lavoratori del settore pubblico non privatizzato e in particolare delle Forze Armate, ci sono l’amianto, le onde ionizzanti, il gas radon e uranio impoverito.
In questi casi, sussistono tutti i presupposti per il riconoscimento dello stato giuridico di vittima del dovere.
Nel caso di decesso del lavoratore ammalato le tutele ottenute devono essere accordate ai familiari superstiti della vittima, che hanno diritto anche la risarcimento dei danni subiti iure proprio.
Qui di seguito vediamo uno per uno i fattori di rischio per la salute delle vittime del dovere e, in generale, dei dipendenti del settore pubblico non privatizzato.
Fattori di rischio: amianto asbesto
L’amianto, anche detto asbesto, è un gruppo di minerali dalla natura asbestiforme. Non dunque un solo minerale, ma tanti minerali di amianto, tutti accomunati dalla fibrosità.
Si tratta di una fibrosità particolare, per cui le fibre in cui il minerale si suddivide sono sottili e longitudinali. Proprio in virtù di questa loro caratteristica provocano danni gravissimi alla salute umana.
Le fibre di amianto infatti si inalano facilmente e danno avvio a processi infiammatori gravi come placche pleuriche, asbestosi e ispessimenti pleurici.
In seguito, attraverso il fenomeno della cancerogenesi, evolvono in mesoteliomi e altri tumori. La relazione tra amianto e queste malattie è certificata dall’ultima monografia dello IARC.
L’amianto è stato utilizzato nei mezzi di trasporto delle Forze Armate, nelle tute e nei dispositivi di protezione dei Vigili del Fuoco e negli edifici pubblici.
I dipendenti del settore pubblico non privatizzato sono stati esposti all’amianto e l’Osservatorio difende i lavoratori esposti ed ammalati per ottenere i tutti risarcimenti e gli indennizzi a cui hanno diritto.
- Approndisci su >> Stato dell’arte e prospettive in materiali di contrasto alle patologie asbesto-correlate, n. 15, maggio-giugno 2012 – Quaderni del Ministero della Salute
Mesotelioma e altre malattie amianto correlate
Quali sono le malattie causate dall’amianto? Il mesotelioma è la più aggressiva tra le malattie amianto. Se ne conoscono diversi tipi, a seconda della membrana sierosa che viene colpita dalla neoplasia (mesotelioma pleurico, il più frequente, mesotelioma peritoneale, mesotelioma pericardico e della tunica vaginale del testicolo).
Il tumore al polmone, tumore alle ovaie e alla laringe possono essere causati dall’esposizione ad amianto che può agire in sinergia con altri cancerogeni.
Di recente anche altre malattie sono state inserite tra le malattie amianto: il tumore alla faringe, esofago, stomaco e retto.
L’importanza della tutela legale
Consapevoli che un’indennità o un risarcimento economico non potranno mai restituire la salute alla persona che ha contratto la malattia, la battaglia che conduciamo insieme all’Avv. Ezio Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Vittime del Dovere e dell’ONA, e a tutto il suo staff riguardano anche, e soprattutto, l’irrigidimento delle leggi riguardanti le bonifiche e la messa a norma di tutti gli stabili costruiti con fibre di amianto.
La tutela legale, in accordo con quanto espresso dal Consensus Report di Helsinki, serve a garantire l’aggiornamento della copertura legislativa e a confermare il nesso causale tra malattia ed esposizione, in modo da garantire la bonifica e prevenire le esposizioni future.
Fattori di rischio: assistenza legale
Fattori di rischio: radiazioni ionizzanti
Le radiazioni ionizzanti sono radiazioni con una particolare frequenza e lunghezza d’onda che sono in grado di ionizzare la materia.
Interagendo con i tessuti degli esseri viventi creano danni al DNA. Così facendo sono un fattore di rischio importante per il cancro.
Dove sono utilizzate le radiazioni ionizzanti?
Le radiazioni ionizzanti sono utilizzate nelle centrali nucleari. Qui la dispersione di radioattività nell’ambiente è trascurabile.
Tuttavia malfunzionamenti degli impianti o incidenti possono causare grandi perdite di radiazioni ionizzanti nell’ambiente.
Sono utilizzate in ambito medico in medicina nucleare, radiologia diagnostica, sfruttando i raggi X, in radioterapia, sfruttando le proprietà delle radiazioni per colpire e uccidere le cellule tumorali.
Traccianti radioattivi sono utilizzati in applicazioni industriali, biologiche e in chimica delle radiazioni. La radiazione alfa inoltre viene usata in elettrostatica e negli impianti di rilevamento incendi.
La maggiore fonte di radiazioni disperse nell’ambiente dagli esseri umani è rappresentata dai test sulle armi atomiche, specie quelli realizzati in atmosfera.
Fino al 1963, quando i test nucleari in atmosfera furono vietati (alcuni Stati hanno continuato però fino agli anni Ottanta), ne sono stati effettuati oltre 500.
Le malattie provocate dalle radiazioni ionizzanti
I tumori del sangue sono i più frequenti e precoci. Per esempio, la leucemia mieloide acuta è quella che ha maggiori probabilità di svilupparsi.
Molto sensibili alle radiazioni ionizzanti sono il tessuto linfatico, cellule emopoietiche e le gonadi.
Invece, quelle mediamente sensibili sono: mucosa gastrointestinale, cellule endoteliali, follicoli peliferi, mammella, pancreas, vescica e polmoni.
Infine, quelle meno sensibili sono le ossa e la cartilagine, seguite dall’apparato muscolo scheletrico e quello nervoso.
Il rischio di cancro è proporzionale al crescere della dose di radiazioni a cui si è esposti.
Esposizione professionale
Il limite annuo di dose per i lavoratori esposti è di 20 mSv. Per le donne in età fertile il limite previsto è più basso: di 13 mSv.
Il limite annuo per essere considerati lavoratori esposti è di 1 mSv. Il livello di rischio per un lavoratore esposto a tale dose annuale di contrarre un cancro mortale, è del 5% per una esposizione di 1 mSv nel corso della vita lavorativa e per esposizione occupazionale annua di 20 mSv mediata su un periodo di un anno.
L’Osservatorio offre tutela legale e assistenza medica gratuita alle vittime delle radiazioni ionizzanti sul posto di lavoro. Per ottenerle basta chiamare il numero verde: 800 034 294.
Fattori di rischio: vaccini
La percentuale dei militari italiani che nel corso del tempo ha contratto malattie e tumori è altissima.
Il legame tra vaccini e tumori nel mondo militare è stato messo in luce, tra gli altri, dal progetto SIGNUM (Studio di Impatto Genotossico nelle Unità Militari) del 2004.
Una delle conclusioni della relazione presentata nel 2011 al termine dello studio fu infatti che spesso ai militari sono state somministrate fino a 5 vaccinazioni per volta.
Una tale quantità poteva portare a ossidazioni cellulari e, di conseguenza, alla formazione di tumori.
Militari e vaccini
La Commissione d’Inchiesta sull’uranio impoverito ha dedicato un capitolo alla somministrazione dei vaccini ai militari, chiamato “Effetti delle modalità di somministrazione dei vaccini sui militari”.
L’avv. Ezio Bonanni fu audito dalla Commissione di Inchiesta della Camera dei Deputati nella sessione del Mercoledì 06 Dicembre 2017 ore 08:30.
La relazione si sofferma sulla pericolosità delle vaccinazioni multiple e sulla somministrazione dei vaccini senza analisi pre-vaccinali e valutazione del potenziale rischio.
La Commissione d’Inchiesta sull’Uranio Impoverito ha concluso, quindi, che una profilassi vaccinale scorretta può provocare rischi potenzialmente irreversibili nel corpo umano.
Tra questi immunodepressione, iper-immunizzazione, autoimmunità, ipersensibilità e predisposizione corporea all’insorgenza di tumori.
La Commissione ha chiesto l’utilizzo di vaccini monodose e monovalenti, privi di tutte quelle sostanze tossiche solitamente presenti nei farmaci utilizzati.
Ha chiesto inoltre che le vaccinazioni militari siano effettuate presso la sanità pubblica, utilizzando esami pre-vaccinali e sorveglianza post-vaccinale.
Si contano oltre 3500 militari malati per colpa di una profilassi vaccinale sbagliata. Questo dato, arrotondato per difetto, esclude tutti coloro che hanno terminato il servizio militare o sono andati in pensione.
L’impegno riguardo il tema vaccini
L’Osservatorio vittime del dovere ha messo a disposizione di tutte le vittime del dovere un team di legali ed esperti per tutelare e assistere dal punto di vista medico e legale tutti i lavoratori a cui è riconosciuta la causa di servizio, ovvero la malattia professionale dei dipendenti del settore pubblico non privatizzato.
L’impegno del suo Presidente, l’Avv. Ezio Bonanni non è solo a favore dell’ottenimento dei risarcimenti per tutte le vittime del lavoro, ma anche nel fare luce sulle vicende più complesse e di ottenere giustizia per tutte le vittime del lavoro e i militari italiani.
Fattori di rischio: Gas Radon
Tra i fattori di rischio per la salute dei lavoratori del settore pubblico non privatizzato c’è il gas radon. Si tratta di un gas altamente radioattivo derivato dal decadimento dell’uranio.
Il gas radon, in natura è presente in piccole quantità nelle rocce. Si trova facilmente nel terreno e nell’acqua ma se inalato può provocare il cancro.
Dove si trova il radon?
Il gas radon si trova in maggior percentuale nei terreni granitici e quindi si può trovare in dosi preoccupanti nelle case, negli edifici, nelle cantine e nei sotterranei costruiti a ridosso di tali formazioni geologiche.
Per ridurre l’impatto del radon nei luoghi chiusi, bisogna procedere alla sigillatura di tutte le crepe, per evitare che il gas si insinui all’interno.
Bisognerebbe, poi, depressurizzare il terreno, aspirare l’aria interna e pressurizzare gli edifici e procedere anche all’impermeabilizzazione dei pavimenti.
Malattie causate dal radon
Il gas radon provoca soprattutto tumore ai polmoni. Come tutti i cancerogeni agisce in sinergia con altri cancerogeni, quindi i fumatori e le persone esposte all’asbesto risultano più a rischio.
Anche se la concentrazione maggiore è nelle abitazioni, i posti di lavoro non sono al sicuro, specie se si trovano sottoterra o in ambienti militari.
Un caso eclatante è quello del gas radon sul Monte Venda (sui Colli Euganei, in provincia di Padova) dell’Aeronautica Militare Italiana.
In forza dell’effetto sinergico con amianto e altri cancerogeni del polmone, ha provocato un’epidemia di tumore ai polmoni o patologie affini.
Queste malattie sono state in seguito riconosciute come malattie professionali accordando ai lavoratori la causa di servizio, il diritto al risarcimento danni e al riconoscimento dello status di vittima del dovere.
La normativa europea sul gas radon
La direttiva europea 2013/59/Euratom sulle norme di sicurezza di base contro l’esposizione a radiazioni ionizzanti, non ancora recepita in Italia, prevede che gli Stati Membri stabiliscano un livello di riferimento che non sia superiore ai 300 Bq/m3, sia per le abitazioni che per i luoghi di lavoro. Sopra questa soglia è necessario intervenire per ridurre i rischi e la concentrazione di radon.
É possibile misurare il livello di concentrazione di radon nell’aria, utilizzando piccole scatole contenenti un frammento di plastica simile a una lente su cui si poserà la radiazione.
In seguito saranno analizzate in laboratorio. La concentrazione di gas radon varia di giorno in giorno e per questo è consigliabile raccogliere informazioni per un anno intero.
Fattori di rischio: uranio impoverito
L’uranio è un metallo pesante presente naturalmente in rocce, montagne e acqua. L’uranio arricchito si utilizza come combustibile nelle centrali nucleari e la sua rimanenza, l’uranio impoverito, si utilizza sia in ambiti civili che militari.
Questo in virtù dell’economicità e facile reperibilità del materiale, che permette di sfruttare a basso costo la sua alta densità e capacità di assorbire radiazioni.
In campo medico si utilizza infatti per la schermatura da radiazioni, come contrappeso o per le superfici di controllo in campo aerospaziale e in campo militare nelle munizioni, nei proiettili e nelle corazzature.
Gli armamenti con uranio impoverito
Gli armamenti contenenti uranio impoverito hanno effetti radioattivi e persistenza ambientale molto elevata e in quanto tali violano l’articolo 23 della Convenzione dell’Aia del 1899 e la Convenzione di New York del 1976.
Nel 2001 il capo del tribunale penale internazionale per l’ex Jugoslavia Carla del Ponte, decretò che l’utilizzo delle armi all’uranio impoverito da parte della NATO era assimilabile a un crimine di guerra.
Pericolosità dell’uranio impoverito
L’uranio impoverito, che non è particolarmente pericoloso nella sua forma originaria, lo è quando prende fuoco. Si frammenta in piccole particelle polverose potenzialmente tossiche che si diffondono facilmente nell’aria.
Le polveri sono sottilissime e intaccano gli alveoli polmonari in pochissimo tempo.
L’uranio impoverito è altamente tossico se inalato, ingerito o se entra in contatto diretto con ferite, proprio come nel caso di proiettili all’uranio impoverito.
La sua pericolosità, a differenza dell’amianto, è circoscritta al breve termine. Non esistono studi che ne dimostrino la tossicità a lungo termine.
Malattie causate dall’uranio impoverito
La radioattività dell’uranio impoverito è considerata troppo bassa per essere considerata un fattore di rischio per la salute. I danni causati invece dall’esposizione alle sue particelle tossiche e finissime, di cui sopra, coinvolgono, oltre ai polmoni, anche i reni, il pancreas, lo stomaco e l’intestino.
Le malattie più diffuse sono il Linfoma di Hodgkin e la leucemia.
I casi di morte accertata per i militari italiani in seguito a contaminazione da uranio impoverito sono circa 216. Un dato sottostimato secondo il giornalista Francesco Palese, in un’intervista rilascia all’ANSA.
Risarcimento danni ai militari esposti
In data 1 Marzo 2010, il Consiglio dei Ministri ha concesso l’erogazione delle indennità ai soldati impiegati in missione di pace, nei poligoni e nei siti di stoccaggi e a tutti quelli che in un modo o nell’altro abbiano contratto malattie durante il servizio militare.