Idrocarburi policiclici aromatici: cosa sono e danni alla salute

In questa guida ci occupiamo di Idrocarburi policiclici aromatici, un gruppo di composti organici che rappresentano una minaccia per la salute e per l’ambiente.

Vediamo nel dettaglio cosa sono, dove si trovano e come si formano e quali sono i rischi per la salute degli esposti. Vediamo anche quali sono leggi e normative in Italia per prevenire l’esposizione. I lavoratori esposti agli idrocarburi policiclici aromatici che hanno contratto una malattia correlata hanno diritto alla malattia professionale. I dipendenti del pubblico non assicurati INAIL hanno diritto alla causa di servizio e all’equo indennizzo.

Cosa sono gli idrocarburi policiclici aromatici?

Gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA) sono un gruppo di composti organici formati da due o più anelli aromatici fusi. Questi composti si generano principalmente durante processi di combustione incompleta, come quella del legno, del carbone, del petrolio o di materiali plastici.

Come già detto gli IPA sono noti per la loro tossicità e per i rischi legati alla salute umana e ambientale, tanto da essere classificati come cancerogeni certi o probabili (a seconda del comosto) dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC).

Si trovano in molteplici contesti, dagli alimenti all’ambiente, fino ai luoghi di lavoro.

A seconda del numero di anelli aromatici, possono essere classificati in:

  • IPA a basso peso molecolare (2-3 anelli): più volatili, tendono a disperdersi nell’aria.
  • IPA ad alto peso molecolare (4 o più anelli): meno volatili, si legano al particolato atmosferico e al suolo.

Gli IPA comprendono numerosi composti, tra cui il benzo[a]pirene, noto per essere altamente tossico e cancerogeno. Il naftalene è il più semplice esempio di IPA.

Origine e diffusione: dove si trovano?

Gli IPA sono prodotti chimici che derivano dalla combustione di materiali organici in condizioni di ossigeno insufficiente. Si trovano:

  • nell’atmosfera, come particolato emesso da veicoli a motore, riscaldamento domestico o incendi boschivi.
  • Nel suolo e nell’acqua, attraverso il deposito atmosferico o il dilavamento delle piogge.
  • Negli alimenti, a causa di processi di cottura come grigliatura, affumicatura o frittura ad alte temperature.

Oltre che da attività umane, gli IPA possono essere generati da eventi naturali, come eruzioni vulcaniche e incendi forestali. La loro diffusione è vasta e capillare, raggiungendo anche aree lontane dalle fonti di emissione tramite correnti d’aria e acqua.

Curiosamente, gli IPA non si limitano alla Terra, ma sono stati individuati anche nello spazio interstellare, nelle comete e nei meteoriti. Si ipotizza che queste molecole possano fungere da substrato base per catalizzare reazioni coinvolte nella formazione delle prime forme di vita, sottolineando il loro ruolo in processi astrochimici e biologici ancora poco compresi.

IPA accumulati nell’ambiente: quali sono?

Gli IPA ad alto peso molecolare, come il benzo[e]pirene e il benzo[a]pirene, sono abbondanti in materiali come catrami, bitumi, pece e carboni, nonché nei prodotti correlati come gli asfalti. Questi composti possono anche originare da fonti quali ner

Esempi di processi che generano IPA:

  • Scarichi dei motori a combustione interna.
  • Impianti di riscaldamento domestico a legna o carbone.
  • Combustione di grassi alimentari durante la cottura ad alta temperatura.
  • Produzione industriale e incenerimento di rifiuti.

Vengono inoltre utilizzati nella produzione di coloranti, pesticidi, farmaci e materiali plastici. Alcuni di essi sono impiegati anche in ambito medicinale per la sintesi di farmaci antitumorali e antibiotici.

Tuttavia, la loro presenza è particolarmente rilevante nell’industria estrattiva, nei processi di combustione e nelle attività connesse alla produzione di energia.

Gli IPA leggeri, come naftalene e fluorene, sono inquinanti onnipresenti, con maggiore solubilità in acqua, rendendoli in grado di contaminare le falde sotterranee. La loro diffusione è estremamente ampia, coinvolgendo una vasta gamma di ambienti.

Esempi di processi antropici che generano IPA

Esempi di processi che generano IPA:

  • Scarichi dei motori a combustione interna.
  • Impianti di riscaldamento domestico a legna o carbone.
  • Combustione di grassi alimentari durante la cottura ad alta temperatura.
  • Produzione industriale e incenerimento di rifiuti.

Vengono inoltre utilizzati nella produzione di coloranti, pesticidi, farmaci e materiali plastici. Alcuni di essi sono impiegati anche in ambito medicinale per la sintesi di farmaci antitumorali e antibiotici.

Tuttavia, la loro presenza è particolarmente rilevante nell’industria estrattiva, nei processi di combustione e nelle attività connesse alla produzione di energia.

Impatto sulla salute umana: danni e rischi

Gli IPA rappresentano un rischio significativo per la salute, poiché molte delle loro molecole, come il benzo[a]pirene, sono altamente tossiche. I principali danni includono:

  1. Cancerogenicità:
    Gli IPA sono noti per provocare tumori, soprattutto ai polmoni, alla pelle e al tratto gastrointestinale. Questo avviene tramite l’inalazione, l’ingestione o il contatto diretto.
  2. Danni genetici:
    Gli IPA possono interagire con il DNA, causando mutazioni che favoriscono l’insorgenza di tumori e altre malattie degenerative.
  3. Effetti sistemici:
    Esposizioni croniche sono associate a patologie cardiovascolari e respiratorie, oltre a infiammazioni croniche e stress ossidativo.

IPA nei luoghi di lavoro: categorie a rischio

I lavoratori di settori come l’edilizia, l’industria petrolchimica e la lavorazione di asfalti o bitumi sono spesso esposti agli IPA. Le principali fonti di rischio includono:

  • Contaminazione da catrame, fuliggine e carbone.
  • Produzione e utilizzo di oli minerali.
  • Fumi emessi durante processi industriali.

Le industrie per cui è stata misurata e riportata un’esposizione professionale al benzo[a]pirene comprendono:

  • liquefazione del carbone; gassificazione del carbone; produzione del carbon fossile e forni da coke; distillazione del catrame di carbone; coperture e pavimentazione (compresa la pece di catrame di carbone);
  • impregnazione/preservazione del legno con creosoto;
  • produzione di alluminio (livelli più elevati di esposizione);
  • produzione di elettrodi di carbone;
  • ripulitura dei camini;
  • centrali elettriche a carbone.

Normative vigenti in Italia e misure di protezione

Per ridurre i rischi associati agli IPA, le autorità regolamentano rigorosamente i livelli consentiti nell’ambiente e negli alimenti. In Europa, il benzo[a]pirene è utilizzato come indicatore di contaminazione, con limiti massimi fissati per diversi alimenti (es. 5 µg/kg nei prodotti affumicati). Inoltre, i datori di lavoro sono obbligati a proteggere i lavoratori esposti attraverso sistemi di ventilazione efficaci, l’uso di dispositivi di protezione individuale e programmi di monitoraggio ambientale per garantire la conformità alle normative vigenti.

In Italia, le normative che regolamentano l’esposizione agli IAP sono parte integrante del quadro normativo sulla sicurezza sul lavoro e la tutela dell’ambiente. Esistono limiti di esposizione professionale stabiliti per numerosi composti appartenenti alla categoria degli IAP, al fine di proteggere la salute dei lavoratori. Le aziende sono tenute a implementare misure preventive, tra cui

Per l’aria atmosferica esterna esiste come riferimento normativo il Decreto Legislativo 13 agosto 2010, n. 155, in recepimento della Direttiva sulla Qualità dell’Aria Ambiente e Aria più Pulita per l’Europa n. 50/2008 del 21 maggio 2008.

Inoltre, sono previsti obblighi di formazione per i lavoratori esposti, con l’obiettivo di aumentare la consapevolezza sui rischi connessi agli IAP e promuovere pratiche lavorative sicure. Le autorità competenti svolgono regolarmente controlli per garantire il rispetto delle normative e attuare azioni correttive quando necessario.

Risarcimenti dei danni e indennizzi per i lavoratori

Per tutelare i lavoratori, l’INAIL riconosce alcune patologie derivanti dall’esposizione agli IPA come malattie professionali. Chi subisce danni può richiedere:

  1. Indennizzo o rendita INAIL: l’entità varia in base alla gravità del danno e alla perdita di capacità lavorativa.
  2. Supporto legale: per dimostrare il nesso causale tra l’esposizione lavorativa e la malattia.
  3. Sorveglianza sanitaria: obbligatoria per i lavoratori esposti a sostanze cancerogene, per identificare precocemente eventuali patologie.

Riduzione dei rischi a casa, ambiente e lavoro

Per minimizzare l’esposizione agli IPA, è fondamentale adottare misure preventive:

  • Cottura degli alimenti: evitare temperature troppo alte e il contatto diretto con la fiamma; preferire metodi come bollitura o cottura a vapore. Aereggiare gli ambienti di casa dove si cucina o dove sono presenti stufe e camini. Non fumare in casa.
  • Tecnologie più pulite: nei trasporti e nei sistemi di riscaldamento domestico.
  • Prevenzione nei luoghi di lavoro: uso obbligatorio di DPI, ventilazione, monitoraggio e adeguata formazione dei dipendenti.

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