Linfoma non-Hodgkin e Uranio impoverito
Quando le cellule del sistema immunitario si trasformano, possono dar luogo a due particolari forme di linfoma: il linfoma di Hodgkin e il linfoma non-Hodgkin.
I linfomi sono tumori che colpiscono le cellule del sistema immunitario: i “globuli bianchi”. Queste cellule, conosciute anche come linfociti, originano in organi diversi. I linfociti B originano a livello del midollo osseo (in inglese “Bone marrow“). Contrariamente, i linfociti T originano dalla ghiandola del timo (in inglese “Thyme“).
Come tutte le cellule del nostro corpo, i linfociti B e T sono soggetti a mutazioni genetiche. Queste alterazioni fanno acquisire alle cellule la capacità di replicarsi in maniera incontrollata e di invadere i tessuti circostanti.
Linfoma non-Hodgkin: definizione e cause
La differenza tra il linfoma Hodgkin ed il linfoma non-Hodgkin risiede nel tipo di cellula che subisce la mutazione. Nel linfoma Hodgkin la trasformazione risiede nei soli linfociti B, mentre nel linfoma non-Hodgkin la trasformazione interessa sia linfociti B che T.
Il linfoma non-Hodgkin comprende un gruppo eterogeneo di malattie che possono interessare non solo le strutture del sistema immunitario ma anche altri organi. Queste patologie rappresentano il 3% dei tumori e colpiscono, in genere, la popolazione adulta e anziana. Inoltre, gli uomini sembrerebbero essere più a rischio delle donne, anche se alcuni tipologie di questo tumore sono più comuni nelle donne.
Ogni anno si stimano fino a 13.000 nuovi casi di linfoma non-hodgkin. Il tasso di mortalità per la malattia rimane stabile grazie a moltissimi nuovi standard di cura.
Linfoma non-Hodgkin: diagnosi e cure
Generalmente il linfoma non-Hodgkin si manifesta con un ingrossamento dei linfonodi in diverse parti del corpo. Questo causa dolore, ingrossamento dell’organo e quindi pressione, nausea, giramenti di testa, inappetenza e stanchezza. Altri sintomi più generici comprendono febbre, sudorazioni notturne, perdita di peso e prurito in tutto il corpo. Il medico, una volta valutati i sintomi del paziente, prescriverà alcuni esami di approfondimento.
La biopsia è una tecnica che permette di analizzare i campioni di tessuto. I piccoli frammenti di tessuto dei linfonodi vengono ispezionati al microscopio. Per definire una diagnosi più precisa, possono essere effettuati anche dei test molecolari. Con entrambe le metodiche si ottengono dei risultati in grado di restituire la corretta diagnosi.
In alcuni casi, viene consigliata dal personale sanitario una puntura lombare per vedere se ci sono cellule di linfoma nel fluido cerebrospinale. Per completare la diagnosi, viene consigliato anche un esame del sangue. Questo perché in presenza di LNH si possono riscontrare livelli anomali di cellule ed enzimi del sangue.
Quando la malattia si trova in stadio avanzato, a seconda della gravità della malattia, il medico prescriverà alcuni dei seguenti esami di diagnostica per immagini. La radiografia, la TC, la risonanza magnetica o un’ecografia.
Per quanto riguarda le cure, invece, nonostante siano in aumento i casi, sono in continua crescita anche le probabilità di guarigione per la malattia. Tra le possibili cure, la chemioterapia, radioterapia, trapianto di cellule staminali, l’immunoterapia e l’asportazione chirurgica.
Le cause del linfoma non-hodgkin
Le cause responsabili dell’insorgenza della patologia non sono del tutto note. Sappiamo che il LNH è una patologia più comune tra gli adulti e che insorge generalmente dopo i 65 anni. Tra i fattori vi sono le esposizione a radiazioni ionizzanti o all’esposizione ad alcune sostanze chimiche come erbicidi e insetticidi. Anche alcune infezioni batteriche o virali come l’HIV, AIDS ed il virus di Epstein-Barr, possono aumentare il rischio di LNH.
In seguito a numerose segnalazione sono stati condotti alcuni studi per accertare la correlazione tra l’esposizione a uranio impoverito e la formazione di linfomi. Molti soldati, ma anche civili, che sono stati a contatto con armi ad uranio o esposti alle radiazioni, si sono ammalati di linfoma non-hodgkin.
Uranio, uranio impoverito e ordigni bellici
L’uranio è un elemento chimico con numero atomico 92. In natura si trova come miscela di due diversi tipi di uranio: Uranio-235 e Uranio-238. Una volta estratto, l’uranio è in gran parte costituito dall’isotipo 235, e viene chiamato “uranio arricchito”.
L’uranio impoverito è un materiale di scarto che proviene dalla raffinazione dell’uranio naturale ed è rappresentato per la maggior parte dall’isotipo 238. Ha una densità che è quasi due volte e mezzo la densità dell’acciaio, e più di una volta e mezzo quella del piombo. Questa caratteristica è stata sfruttata per aumentare la capacità di penetrazione e/o perforazione di proiettili e missili. Tuttavia, i prodotti che si formano dalla sua combustione sono altamente tossici e radioattivi, sia per l’ambiente che per l’uomo.
Queste armi sono state utilizzate a partire già dagli anni ’90. Gli eserciti appartenenti alla NATO, compreso l’esercito italiano, le hanno utilizzate per la prima volta nella Guerra del Golfo. Successivamente, anche in Bosnia Erzegovina e in ex Jugoslavia. Sottovalutando la pericolosità dell’uranio, le armi chimiche sono state riproposte anche in Afghanistan e nella guerra in Iraq.
Linfomi in soldati militari italiani e civili
Tra le neoplasie maggiormente frequenti, associate all’esposizione di uranio impoverito, ci sono le leucemie e il linfoma non-Hodgkin. Nell’ultimo ventennio sono aumentate le denunce per malattie tumorali tra i reduci militari e da civili.
In Sardegna c’è il secondo poligono sperimentale italiano in ordine di grandezza. Il poligono militare di Capo Teulada è sede di esercitazioni e addestramento a livello internazionale. L’area è stata utilizzata anche dalle aziende produttrici di armi per testare i nuovi armamenti. Per l’elevata pericolosità, il promontorio che ospita il poligono militare di Capo Teulada, in Sardegna, è stato interdetto per elevata compromissione ambientale. Infatti, nel poligono, oltre a numerosi proiettili a base di uranio impoverito, sono stati sparati più di 1800 missili a base di torio, un altro metallo radioattivo.
Salvatore Donatiello, arruolato nell’esercito italiano, ha preso parte a due missioni di esercitazione al poligono. Come per la maggior parte dei soldati militari, qualche anno più tardi, gli è stato diagnosticato un linfoma di dimensioni impressionanti.
Anche molti civili in prossimità delle aree militari sono stati ricoverati per tumori linfoematopoietici e linfomi non Hodgkin in percentuali importanti. Dal “Rapporto sullo stato di salute delle popolazioni residenti in aree interessate da poli industriali, minerari o militari della Regione” emergono dati interessanti.
A Capo Teulada la mortalità generale è inferiore alla media regionale. Tuttavia, la prevalenza dei ricoveri ospedalieri per i tumori linfoematopoietici è del 43% mentre per il linfoma non-Hodgkin è del 135%. Anche a La Maddalena la mortalità è nella media regionale ma il linfoma non-Hodgkin è in eccesso del 178% rispetto la media regionale. Questo a conferma del fatto che l’uranio e più in generale le armi chimiche sono responsabili dell’insorgenza di malattie tumorali.
Tutela giuridica e assistenza legale
Coloro che sono stati esposti a rischi come l’uranio, possono usufruire dell’assistenza legale messa a diposizione dall’ONA e dell’Osservatorio Vittime del Dovere. L’Osservatorio Nazionale Amianto in sinergia con l’Osservatorio Vittime del Dovere, si schiera al fianco delle vittime del dovere per aiutarli ad ottenere il riconoscimento della causa di servizio e poi dello status di vittima del dovere. In caso di morte, questi diritti possono essere rivendicati dai familiari.
Riconoscimento della causa di servizio
Il riconoscimento della causa di servizio può dare diritto ad alcuni benefici assistenziali ed economici. Questi benefici sono riservati a coloro che prestano servizio nelle Forze Armate, come il Corpo di Polizia di Stato, l’Esercito Italiano, la Marina Militare e l’Aereonautica Militare. Per il riconoscimento della causa di servizio, è necessario che il danno subito sia accaduto in servizio o a causa di particolari condizioni di lavoro. In base alla percentuale di invalidità della vittima è possibile ottenere anche un incremento dello stipendio. Questo incremento è dell’1,25% o del 2,5% in base al grado di invalidità accertato dalla perizia medica.
Le vittime hanno accesso anche ad un equo indennizzo, ossia una prestazione una tantum corrisposta dall’ente presso il quale la vittima ha prestato servizio. Inoltre, coloro che riportano una inabilità assoluta o permanente, hanno diritto alla pensione privilegiata.
Riconoscimento dello status di vittima del dovere
Quando le infermità sono legate ad esposizioni a cancerogeni, come l’amianto, il benzene, o l’uranio impoverito, questi hanno il diritto ad essere riconosciuti come vittime del dovere. La vittima del dovere ha diritto al risarcimento dei danni patrimoniali, non patrimoniali, patiti e patiendi. Hanno inoltre diritto a:
- una speciale elargizione vittime del dovere da € 200.000, oltre rivalutazione monetaria in ipotesi di inidoneità al servizio o di invalidità non inferiore all’80% (negli altri casi, € 2.000 per punto percentuale, oltre rivalutazione monetaria).
- Vittime del dovere assegno vitalizio mensile di € 500,00, a condizione che abbiano una lesione invalidante pari al 25%.
- Speciale assegno vitalizio vittime del dovere di € 1.033,00 mensili a condizione che abbiano una lesione invalidante pari al 25%.
- Due annualità di pensione per gli aventi diritto alla reversibilità.
- Esenzione Irpef sulle pensioni.
- Assunzione per chiamata diretta con precedenza assoluta rispetto a ogni altra categoria (diritto esteso ai figli e/o al coniuge in caso di decesso o di invalidità che non consenta la prosecuzione dell’attività lavorativa).
- Esenzione dal pagamento del ticket sanitario.
- Accesso alle Borse di studio.
- Assistenza psicologica.
In caso di decesso, le prestazioni maturate dalla vittima vengono erogate ai suoi eredi legittimi. Infatti, l’art. 6, comma 1, n. 2 della L. 466/1980 identifica tra i superstiti, i figli a carico della vittima ed il coniuge.
I diritti dei figli non a carico fiscale
L’avv. Ezio Bonanni si è battuto per la tutela degli orfani non a carico fiscale del defunto. Il principio è quello specifico della necessaria non discriminazione delle vittime del dovere.
Questo è stato ribadito dall’avv. Ezio Bonanni nel corso della sua audizione presso la I Commissione Affari Costituzionali del Senato della Repubblica. L’Avvocato Bonanni sostiene che l’art.6 della L.466/1980 non è applicabile, perché si fa riferimento alla sola speciale elargizione. Ciò è ribadito anche dalla Corte di Appello di Genova, in funzione di Magistratura del lavoro, n. 575/2019.
In più SS.UU. 22753/2018, su cui spesso si basano i Ministeri come quello della Difesa per rigettare le domande, risulta infondato. Infatti in esso si fa riferimento solo a fratelli e sorelle non a carico.
Ma non finiscono qui per le vittime del dovere ultime notizie. Riguardo l’argomento vittime del dovere novità si sono avute sul problema dell’estensione dei benefici riservati al congiunto superstite di vittima del dovere qualora egli non si trovi più a carico del familiare deceduto. Si è pronunciata la Corte di Cassazione in Civile Ord. Sez. 6 N. 15224 del 2021. Tuttavia ha precisato di non aver ancora assunto una posizione in merito alla questione. Per questo motivo bisogna attendere altre news vittime del dovere.
Assistenza Legale per le vittime
L’Avv. Ezio Bonanni, con l’Osservatorio Nazionale Amianto, hanno istituito il Dipartimento Tutela Personale Civile e Militare esposto a Uranio Impoverito, che offre consulenza legale gratuita e assistenza medica gratuita.
Il team di medici e legali dello studio si contraddistinguono per esperienza, professionalità e serietà di tutti i suoi componenti. Inoltre, l’Avv. Bonanni, pioniere in Italia per la tutela delle vittime del dovere, mira a far luce sulle vicende più complesse come nel caso dell’uranio impoverito e le patologie associate.