Riconosciuto vittima del dovere operaio della Marina esposto all’amianto

Una battaglia legale lunga ed estenuante, ma alla fine Francesco Tomasi, meccanico navale della Marina Militare, ha ottenuto il riconoscimento di vittima del dovere, dopo il suo decesso per un tumore polmonare causato dall’amianto.

Le fibre di amianto respirate a bordo delle navi

L’uomo, originario di Catania, aveva prestato servizio dal 1984 al 1986 presso il Maricentro di Taranto e a bordo della nave Intrepido. E’ qui che lavorava nei motori locali e chew, secondo quanto dichiarato da ONA – Osservatorio Nazionale Amianto, l’uomo aveva respirato le pericolose da fibre di asbesto. Nel 2017 si ammala di tumore al polmone per poi morire solo quattro mesi dopo lasciando moglie e due figli.

La battaglia dell’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto

La battaglia legale è stata seguita dall’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell‘Osservatorio Nazionale Amianto. Il tribunale ha riconosciuto l’equiparazione dell’uomo a vittima del dovere, con il relativo diritto a ricevere i benefici previsti per la famiglia. Il Ministero della Difesa dovrà versare alla vedova e alla figlia circa 700 mila euro complessivi – tra speciale elargizione (300 mila euro) e vitalizi arretrati (400 mila euro) – oltre a un vitalizio mensile di circa 2 mila e 400 euro.

Le affermazioni dell’Avv. Ezio Bonanni

“Questa sentenza restituisce un frammento di giustizia a una famiglia segnata per sempre dalla perdita e dal silenzio istituzionale”, ha affermato Bonanni, massimo esperto della problematica amianto. “Francesco Tomasi e’ uno dei tanti militari che hanno servito il Paese con onore, inconsapevolmente esposti a una sostanza letale – aggiunge -. L’amianto ha ucciso in modo lento e crudele, e ancora oggi le famiglie devono affrontare processi lunghi e dolorosi per vedere riconosciuti i propri diritti. E’ una doppia ingiustizia che non possiamo piu’ tollerare”.

Ezio Bonanni (foto free di Julia Pietrangeli)