Pensione di reversibilità: come funziona e quanto spetta
Come funziona la pensione di riversibilità? Chi ne ha il diritto e quanto spetta alla moglie in caso di morte del marito? Per quanto tempo e quando? Queste sono solo alcune delle domande a cui risponderemo in questa guida esaustiva alla pensione di reversibilità, anche detta pensione ai superstiti.
Scopriamo anche come ottenere l’assistenza legale e cosa succede in caso di decesso per malattia professionale, dove la pensione di reversibilità va a sommarsi alla rendita INAIL e agli altri benefici previdenziali a cui hanno diritto i supertisti della vittima.
L’Osservatorio Vittime del Dovere tutela le vittime del dovere che hanno contratto una malattia nell’esercizio delle loro funzioni e si occupa di diritto del lavoro. Fornisce consulenze gratuite anche in ambito pensionistico.
Indice dei contenuti Pensione di reversibilità: cos’è? Chi ha diritto alla pensione di reversibilità? Come funziona Quando si ha diritto? Durata Come si calcola Quanto spetta Tempo stimato di lettura: 10 minuti |
Pensione di reversibilità: cos’è?
La pensione di reversibilità è un trattamento pensionistico che è riconosciuto ai superstiti del pensionato deceduto o del soggetto deceduto che ancora non ha maturato il diritto alla pensione. In questo secondo caso però il trattamento viene definito “pensione indiretta” e spetta solo se il soggetto ha maturato almeno 15 anni di anzianità contributiva e assicurativa o 5 anni di anzianità assicurativa e contributiva, di cui 3 anni come minimo nei 5 anni che precedono la data della morte.
Chi ha diritto alla pensione di reversibilità?
Per il diritto alla pensione di reversibilità è necessario risultare, al momento del decesso del pensionato, a suo carico. Ossia non avere quei requisiti reddituali che l’ordinamento stabilisce per ritenere un soggetto autonomo dal punto di vista economico e quindi in grado di mantenersi da solo.
La pensione ai superstiti infatti viene riconosciuta solo ai parenti a carico del defunto e pertanto mantenuti abitualmente dallo stesso.
Chi sono i superstiti
La pensione di reversibilità spetta al coniuge superstite anche separato o divorziato se titolare di assegno divorzile, ai figli (anche adottivi o affiliati) minorenni o inabili al lavoro, studenti entro il 21° anno di età o 26° se universitari e a carico. Spetta anche ai nipoti a carico del pensionato alla sua morte e ai genitori e fratelli e sorelle del pensionato defunto, sempre se a carico.
Come funziona la pensione di reversibilità?
Come funziona? Il diritto alla pensione di reversibilità è un autonomo diritto di natura previdenziale, che sorge in capo ai beneficiari con decorrenza dal primo giorno del mese successivo a quello in cui si è verificato il decesso del pensionato. Esso trova la sua giustificazione nella solidarietà familiare.
Chi percepisce la pensione di reversibilità ha diritto, al raggiungimento dei requisiti, anche alla pensione di vecchiaia. Percepirà, quindi, il trattamento diretto (pensione INPS) e il trattamento indiretto (pensione di reversibilità).
Quando il coniuge ha diritto alla pensione di reversibilità?
Quando spetta la pensione di reversibilità? Il coniuge matura il diritto alla pensione di reversibilità dopo un mese dal decesso, anche se separato legalmente o divorziato. Questo purché titolare di un assegno periodico divorzile. La legge richiede la sussistenza di ulteriori requisiti, anche al fine di non ledere la posizione dell’eventuale nuovo coniuge, con cui lo stesso ha contratto le nozze dopo il divorzio.
Questi includono, oltre alla titolarità dell’assegno divorziale, anche l’anteriorità del rapporto da cui trae origine il trattamento pensionistico alla sentenza di divorzio e il non non passaggio a nuove nozze.
L’ex coniuge titolare dell’assegno post-matrimoniale, oltre alla pensione di reversibilità, ha diritto anche a tutte le indennità previste per il coniuge deceduto. Tra queste oltre alla già citata rendita INAIL c’è l’accesso al Fondo Vittime Amianto nel caso in cui il coniuge deceduto sia morto in seguito ad una malattia causata dall’amianto.
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Pensione di reversibilità tra prima e seconda moglie
La legge n. 898/1970 che disciplina i casi di scioglimento di matrimonio, conferisce un autonomo diritto alla pensione di reversibilità sia all’ex coniuge che al coniuge superstite, qualora entrambi posseggano i requisiti richiesti dalla legge per la sua attribuzione.
Il terzo comma dispone infatti che “qualora esista un coniuge superstite avente i requisiti per la pensione di reversibilità, una quota della pensione e degli altri assegni a questi spettanti è attribuita dal Tribunale, tenendo conto della durata del rapporto, al coniuge rispetto al quale è stata pronunciata la sentenza di scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio e che sia titolare dell’assegno di cui all’art.5 …”.
Quindi il legislatore ha stabilito che la pensione di reversibilità, in caso di concorso tra ex coniuge e coniuge superstite venga attribuita tenendo conto della “durata del rapporto matrimoniale”.
La Giurisprudenza, in seguito a sentenze in merito della Corte Costituzionale, ha affermato con sempre più enfasi che il criterio della durata del rapporto non può essere considerata l’unico parametro. Altri criteri cui riferirsi sono quelli utilizzabili nella liquidazione dell’assegno divorzile, come l’ammontare dell’assegno e le condizioni economiche dei coniugi concorrenti, oltre che la durata dei rispettivi matrimoni.
Pensione di reversibilità ai figli
Oltre che al coniuge e all’ex coniuge, come già accennato, la reversibilità spetta anche ai figli. Spetta sempre a i figli minori di 18 anni.
Ne hanno anche diritto i figli studenti di scuola media secondaria di età compresa tra i 18 e i 21 anni, a carico del genitore che è deceduto, purché non svolgano attività lavorativa.
Per quanto riguarda i figli studenti universitari la pensione di reversibilità spetta per tutta la durata del corso di laurea ma non oltre i 26 anni,. Sempre se a carico del genitore deceduto e purché non svolgano attività lavorativa.
La pensione ai superstiti spetta ai figli inabili, a prescindere dall’età, purché a carico del pensionato.
Reversibilità ai genitori
In alcuni casi la pensione di reversibilità spetta anche ai genitori, ma in questo caso il pensionato non deve aver lasciato in vita né coniuge, né figli, né nipoti.
I genitori, poi, dovevano essere a suo carico al momento del decesso, avere almeno 65 anni di età e non devono essere titolari di pensione diretta o indiretta.
Reversibilità a fratelli e sorelle
La pensione di reversibilità, in mancanza di coniuge, figli, nipoti e genitori, può spettare anche ai fratelli celibi e alle sorelle nubili, purché a carico del defunto e inabili al lavoro.
Durata della pensione ai superstiti
Il diritto alla pensione di reversibilità non sempre è a tempo indeterminato.
Per il coniuge cessa nel caso in cui egli contragga un nuovo matrimonio, con diritto, tuttavia, a due annualità della quota di pensione nella misura spettante alla data delle nuove nozze, una tantum e compresa la tredicesima.
I figli minori, come già detto, cessano di avere diritto alla reversibilità al compimento dei 18 anni. A meno che non siano studenti o studenti universitari, nel qual caso la soglia si eleva, rispettivamente, a 21 anni e a 26 anni di età. I figli inabili perdono il diritto se viene meno il loro stato di inabilità.
Lo stesso discorso fatto per i figli vale per i nipoti.
I genitori, invece, non beneficiano più della reversibilità se conseguono un’altra pensione. Mentre i fratelli e le sorelle se conseguono un’altra pensione, contraggono matrimonio o cessano di essere inabili.
Indennità una tantum ai superstiti
L’indennità una tantum è un trattamento che viene erogato in favore dei superstiti di quei soggetti che non hanno ancora maturato il diritto alla pensione, ma che erano assicurati e la cui pensione sarebbe stata calcolata solo con il metodo contributivo.
L’indennità viene corrisposta una tantum e l’importo corrisponde alla pensione sociale in vigore al momento del decesso dell’assicurato, somma che viene moltiplicata per il numero delle annualità di contribuzione che è stata accreditata in favore del lavoratore.
Pensione di reversibilità: come si calcola?
La pensione di reversibilità non prevede l’erogazione dell’intero importo che spettava al defunto.
Viene invece calcolata una quota percentuale della pensione che varia a seconda del grado di parentela dell’avente diritto al trattamento. Elenchiamo qui di seguito le percentuali:
- 60%, se a beneficiarne è solo il coniuge,
- 70%, se è erogata in favore di un solo figlio,
- 80%, se gli aventi diritto sono il coniuge e un figlio o due figli senza coniuge,
- 100%, se ad avere diritto alla reversibilità sono il coniuge e due figli o tre o più figli.
Redditi non cumulabili con la pensione di reversibilità
La quota di reversibilità può essere cumulata anche con redditi personali. Purché nel limite dei 20449,26 euro circa l’anno (3 volte il trattamento minimo INPS che per il 2022 è pari a 524,34 euro al mese).
Se i superstiti possiedono redditi superiori, la somma di denaro erogata subisce una decurtazione che varia a seconda dell’ammontare del reddito. La decurtazione è del 25% in caso di importo superiore a tre volte il trattamento minimo annuo del fondo pensioni lavoratori dipendenti; del 40% se l’importo è superiore a quattro volte il trattamento minimo annuo del fondo pensioni lavoratori dipendenti. Oppure del 50%, con importo superiore a cinque volte il trattamento minimo annuo del fondo pensioni lavoratori dipendenti.
Chi ha la pensione di reversibilità deve fare il Red?
Nel caso in cui si sia titolari di redditi non cumulabili con la pensione di reversibilità sarà necessario compilare il RED. Il RED è una dichiarazione che l’INPS richiede annualmente ai pensionati titolari di prestazioni legate al reddito. Serve per stabilire l’entità della eventuale riduzione da applicare.
Come si divide la pensione di reversibilità?
La quota percentuale della pensione di reversibilità spettante alla moglie del coniuge deceduto è del 60% se non vi sono figli. Dell’80% se c’è un unico figlio e del 100% in presenza di due o più figli.
Quanto spetta a una vedova della pensione del marito?
Quindi quanto spetta alla moglie della pensione del marito? La pensione di reversibilità per la moglie del deceduto o per il marito della deceduta ammonterà al 60% del trattamento pensionistico. In caso di ex coniugi e in presenza di un altro coniuge la divisione avviene calcolando una serie di parametri tra cui la durata dei rispettivi matrimoni.
Che novità ci sono per le pensioni di reversibilità?
Grazie alla rivalutazione degli importi delle pensioni aumentano anche le pensioni di reversibilità per il 2023. L’adeguamento, o perequazione delle pensioni, avviene infatti nell’anno in corso, nella misura percentuale definita dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. La percentuale di rivalutazione non è sempre applicata nella stessa misura ma varia al variare dell’importo della pensione. Nello specifico, per i trattamenti minimi è prevista una rivalutazione fino al 120 per cento rispetto all’inflazione. “Tutte le pensioni fino a 2.100 euro vengono rivalutate del 100 per cento e man mano che la pensione aumenta diminuisce la rivalutazione fino alle pensioni superiori ai 5.000 euro per le quali l’indicizzazione è bloccata al 35 per cento.”