Nichel: danni alla salute e assistenza legale
In questa guida parliamo di nichel, un metallo pesante che può causare gravi danni alla salute. Scopriamo nel dettaglio cos’è, dove si trova in natura e quali sono i rischi per la salute. Vediamo anche la normativa sui limiti consentiti nelle acque potabili e quali sono le categorie a rischio.
L’esposizione al nichel e ad altri metali pesanti ha causato gravi problemi di salute ai militari italiani impegnati nelle missioni di pace. In diversi teatri di guerra, a partire dalla Guerra del Kosovo, sono stati utilizzati armamenti contenti uranio impoverito. La detonazione causa la dispersione di nanoparticelle di metalli pesanti a cui i militari sono stati esposti, con gravi danni, malattie e spesso morte.
L’Osservatorio Vittime del Dovere dell’ONA tutela la salute dei lavoratori che hanno contratto malattie legate all’esposizione professionale. In particolare le vittime delle Forze Armate e Comparto Sicurezza che hanno diritto al riconoscimento di causa di servizio e allo status di vittime del dovere.
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Il Nichel: origine, proprietà e utilizzo
Il nichel, rappresentato dal simbolo chimico Ni nella tavola periodica degli elementi, è un componente naturale presente nella crosta terrestre. In passato, veniva denominato “rame del diavolo” o “rame bianco” dai minatori, poiché considerato meno prezioso del rame.
La sua presenza è diffusa in vari contesti, inclusi minerali come la pentlandite, suoli (compresi i fondali oceanici) ed emissioni vulcaniche.
Il nichel, sebbene ampiamente utilizzato, presenta rischi per la salute umana, soprattutto in contesti occupazionali. L’attenzione alla gestione delle esposizioni, il rispetto dei limiti regolamentari e la consapevolezza degli effetti sulla salute sono fondamentali per mitigare tali rischi.
Descrizione delle caratteristiche del Nichel
Il nichel si presenta di colore bianco, è duro e facilmente lavorabile. Spesso, viene combinato con altri metalli come ferro, rame, cromo e zinco per creare leghe metalliche che offrono durezza, resistenza alla corrosione e al calore.
Utilizzo e applicazioni del Nichel: quali sono?
Il nichel trova ampio impiego in diverse industrie. È utilizzato nella produzione di monete, bigiotteria, valvole e, in particolare, nelle pentole e padelle in acciaio inossidabile. La sua presenza nelle leghe è spesso indicata da sigle come 18/10, che specifica la percentuale di cromo e nichel nella lega.
Il metallo è anche presente in batterie, prodotti cosmetici, lacche e colori per la ceramica. I composti di nichel sono impiegati nella nichelatura, una pratica di rivestimento con uno strato sottile di nichel.
Impatti ambientali e fonti di esposizione: quali sono?
L’ambiente può essere contaminato dal nichel attraverso le attività industriali, gli impianti a carbone e gli inceneritori. Questa contaminazione può verificarsi nell’aria, nell’acqua e nel suolo.
Nell’ambiente, il nichel può essere rilasciato da industrie, impianti a carbone e inceneritori, depositandosi nell’aria, nell’acqua e nel suolo. Tuttavia, non si accumula nei tessuti dei pesci o di altri animali presenti nella nostra dieta alimentare.
Ruolo del Nichel nella dieta umana: qual è?
L’organismo umano richiede circa 100 microgrammi di nichel al giorno, soddisfatti principalmente attraverso l’alimentazione. Condizioni come sudorazione eccessiva, malassorbimento intestinale o malattie come cirrosi possono causare carenze, con conseguenti problemi di salute.
Possono infatti portare a insufficienza epatica, problemi di crescita e problemi all’apparato riproduttivo, alterazioni del colore della pelle e peggioramento di anemie preesistenti.
Il nichel è presente nei cereali, nei semi, nel grano saraceno, nel cioccolato e nei frutti di mare. Anche il cavolo, il pomodoro, i fagioli e altri legumi possono esserne una fonte.
Le quantità maggiori si trovano però nei grassi vegetali idrogenati: è infatti utilizzato per la loro produzione.
Esposizione al Nichel e vie di assunzione: quali sono?
La popolazione è esposta al nichel attraverso diverse vie, tra cui l’assunzione alimentare, l’acqua potabile, il contatto diretto con la pelle e l’inalazione di aria contaminata. Fonti di esposizione extra-professionali includono la combustione di materiali organici, il consumo di acqua potabile e alcuni alimenti, il traffico veicolare e il fumo di sigaretta.
- Assunzione alimentare: Iè presente in vari alimenti come cacao, cioccolato, noci, nocciole, arachidi, legumi, liquirizia e diverse verdure e frutti tra cui asparagi, spinaci, cipolle, funghi, kiwi, pomodori, broccoli. In particolare, alimenti cotti o conservati in recipienti metallici possono contribuire all’assunzione di nichel.
- Assunzione di acqua potabile: Anche se in quantità minore rispetto agli alimenti, può essere rilasciato da condutture idriche o raccordi metallici, contaminando l’acqua potabile. Inoltre, può essere naturalmente presente nelle acque sotterranee a causa del rilascio da parte delle rocce e del terreno.
- Contatto diretto con la pelle: L’uso di oggetti in metallo contenenti nichel, come bigiotteria, fibbie e bottoni, o l’utilizzo di prodotti cosmetici come tinture per capelli, dentifrici, shampoo, trucchi e smalti può causare esposizione cutanea. Anche il maneggio di monete può contribuire a questa esposizione.
- Inalazione di aria contaminata: L’aria contaminata può essere inalata, specialmente in ambienti industriali dove il metallo è lavorato durante processi di produzione.
Le esposizioni professionali, soprattutto durante la produzione industriale, avvengono principalmente per via inalatoria e possono essere significative. I militari italiani sui campi di battaglie o nelle esercitazioni con proiettili all’uranio impoverito sono stati soggetti ad avvelenamento da metalli, tra cui il nichel.
Effetti sulla Salute e classificazione cancerogena del Nichel
Il nichel e i suoi composti sono stati classificati come cancerogeni per l’uomo dallo IARC, con effetti noti sulla salute respiratoria, renale e sulla pelle. L’esposizione professionale può causare bronchiti croniche e tumori ai polmoni e ai seni nasali.
Non ci sono prove scientifiche che indichino la sua cancerogenicità quando ingerito o a contatto con la pelle.
Dopo l’assunzione orale, solo una parte limitata del nichel infatti (circa il 20-25%) viene assorbita dall’intestino, mentre il restante viene espulso attraverso le feci. La frazione che entra nella circolazione sanguigna viene principalmente eliminata tramite le urine.
Effetti sulla salute dell’esposizione nel dettaglio
L’assunzione di elevate quantità di nichel o dei suoi composti può provocare avvelenamento, manifestandosi con disturbi gastrointestinali quali vomito, nausea, mal di testa e, nei casi più gravi, emorragie gastriche.
Esposizioni prolungate a basse dosi in mammiferi possono influire sul sistema riproduttivo. Per prevenire tali effetti, nel 2020 l’EFSA ha stabilito una Dose Giornaliera Accettabile di 13 µg/kg di peso corporeo.
Nei lavoratori esposti ad elevate dosi tramite inalazione, sono stati registrati effetti sulla pelle, sui reni e bronchiti croniche, con riduzione della funzionalità polmonare e, in alcune situazioni, sviluppo di tumori ai polmoni e ai seni nasali.
Attualmente, non ci sono indicazioni che suggeriscano maggiore vulnerabilità dei bambini agli effetti del nichel rispetto agli adulti, sebbene l’esposizione cronica attraverso la dieta sia stimata essere più elevata nei bambini.
Gli effetti acuti osservati dopo un avvelenamento riguardano principalmente il tratto gastrointestinale, manifestandosi con sintomi come vomito, crampi e diarrea, oltre a sintomi neurologici come capogiri, mal di testa e affaticamento.
Reazioni allergiche al Nichel: quali sono?
Una reazione comune è rappresentata dalla dermatite da contatto, con circa il 20% delle donne e il 2-10% degli uomini che sviluppano ipersensibilità al nichel.
La sindrome da allergia sistemica al nichel (SNAS) può manifestarsi in soggetti sensibilizzati, con sintomi cutanei e extra-cutanei.
Una volta sensibilizzati, un successivo contatto, infatti, indipendentemente dalla modalità (anche per ingestione), provoca una reazione allergica con dermatite caratterizzata da arrossamento, prurito e piccole vesciche, di solito nel punto di contatto. I sintomi si manifestano entro 48 ore dal contatto.
Pazienti che sviluppano dermatiti in sedi diverse dal punto di contatto, soprattutto a seguito di ingestione, possono essere affetti dalla sindrome da allergia sistemica al nichel (SNAS).
Elenchiamo tutti i sintomi extracutanei della SNAS:
- sintomi gastrointestinali (vomito, diarrea, dolori addominali, gonfiore e tensione addominale, stipsi, pirosi),
- sintomi respiratori (rinite e asma),
- sintomi neurologici (cefalea),
- sintomi generali (febbre, fibromialgie, artralgie, sindrome da stanchezza cronica).
I sintomi cutanei sono rappresentati dalla dermatite sistemica da contatto (DSC) che consiste in lesioni cutanee non circoscritte ai siti di contatto con il metallo.
Diagnosi e terapia per allergie al Nichel e SNAS
Per diagnosticare l’allergia al nichel, si utilizza il patch test, e la gestione coinvolge l’uso di farmaci antistaminici. Nei casi di SNAS, l’iposensibilizzazione specifica può migliorare i sintomi.
Ciò implica l’assunzione controllata da parte del personale medico di capsule o gocce contenenti nichel a dosaggi crescenti, permettendo ai pazienti di abituarsi gradualmente alla presenza di piccole quantità del metallo.
La gestione dell’allergia al nichel è complessa a causa della sua presenza diffusa in prodotti comuni.
Limiti e regolamentazioni per la presenza di Nichel
La Comunità Europea ha stabilito limiti per il nichel nell’acqua potabile e nell’aria, mentre l’EFSA, (European Food Safety Authority, ha fissato una dose giornaliera tollerabile per l’ingestione.
La dose è fissata a 13 microgrammi per chilogrammo di peso corporeo. È stato anche evidenziato che in soggetti già sensibilizzati, una dose di 4,3 microgrammi per chilogrammo di peso corporeo è in grado di causare una dermatite sistemica da contatto. Per evitare questi rischi l’esposizione dovrebbe essere almeno 30 volte inferiore.
Anche a livello professionale, per proteggere i lavoratori dalla inalazione del nichel e dai suoi conseguenti effetti dannosi sulla salute, sono stati fissati dei limiti di contenuto nell’aria sia per il nichel metallico che per i suoi composti.
Limiti per il nichel nelle acque potabili: quali sono?
Nel 2005, l’OMS ha fissato un limite di 70 µg/L per il nichel nelle acque potabili, basato su reazioni allergiche cutanee in pazienti a digiuno. L’EFSA ha recentemente stabilito un limite di 20 µg Ni/L, considerando il rischio basso per la salute, usando uno standard più conservativo rispetto all’OMS. Anche se in Italia ci sono studi che mostrano livelli di nichel nelle acque potabili generalmente inferiori ai limiti, casi di contaminazione significativa si verificano occasionalmente a causa di materiali inadeguati nella rete idrica domestica.
Esposizione professionale al Nichel e categorie a rischio
L’industria metallurgica e galvanica è ampiamente coinvolta nell’utilizzo del nichel. I lavoratori esposti possono sviluppare malattie correlate, come tumori ai polmoni, garantendo il riconoscimento come malattie professionali da parte dell’INAIL.
l nichel e i suoi composti sono ampiamente utilizzati nell’industria metallurgica, metalmeccanica e galvanica, principalmente nella preparazione delle leghe metalliche, cui conferisce duttilità e resistenza alla corrosione e al calore. Il nichel è usato per produrre acciaio inossidabile, acciai legati, batterie ricaricabili, catalizzatori, prodotti di fonderia e placcatura e nella coniatura.
Secondo D.Lgs. 475/92 – Norme UNI i lavoratori devono indossare i seguenti dispostitivi di sicurezza individuale:
- Filtro P 3: ad alta efficienza per polveri tossiche, nebbie e fumi metallici fino a 50xTLV per proteggere le vie respiratorie.
- Per la protezione deigli occhi: occhiale di sicurezza, non utilizzare lenti a contatto.
- Per la protezione della cute: scegliendo tra i DPI disponibili per categoria di sostanze e/o preparati sulla base delle proprietà dello stesso quali ad es. idrosolubilità, liposolubilità, corrosività, volatilità ecc.
Malattie professionali e indennizzo dell’INAIL ai lavoratori
Tra le malattie correlate al nichel inserite nella lista I dell’INAIL ci sono il tumore dei polmoni, dei seni paranasali e delle cavità nasali.
Per le malattie della lista I dell’INAIL vige la presunzione legale d’origine della malattia. Il lavoratore deve cioè dimostrare la presenza della noxa patogena sul posto di lavoro e della patologia contratta. Spetta all’INAIL l’onere della prova per dimostrare l’assenza del nesso causale.
Per i lavoratori del pubblico impiego non privatizzato non esiste la presunzione legale d’origine della malattia. L’Avvocato Ezio Bonanni, Presidente dell’ONA, continua a battersi perché tra i due sistemi non ci siano disuguaglianze forviere di ingiustizia.
Oltre al riconoscimento e allo status di vittime del dovere hanno diritto al risarcimento integrale dei danni subiti.
Compilando il form di seguito potrete richiedere l’assistenza legale gratuita per fare valere i vostri diritti.