Fluoro-edenite: cos’è e danni alla salute

La fluoro-edenite è un minerale che è stato classificato solo di recente. Siccome è caratterizzato da una struttura simile a quella dei minerali di amianto è un mierale che è importante conoscere. Come i minerali di amianto infatti causa gravi danni alla salute e l’esposizione è correlata a numerose malattie, non solo del sistema respiratorio.

Questa guida offre una panoramica completa sulla fluoro-edenite: cos’è, dove si trova in natura, la storia della sua scoperta e i rischi connessi alla sua esposizione. Nonché le possibilità di ottenere un risarcimento per le malattie ad essa correlate. Il tema assume particolare importanza nell’ambito della tutela della salute pubblica e della giustizia, dato che, nonostante l’amianto tradizionale sia stato vietato in Italia dal 1992, la fluoro-edenite rappresenta una minaccia emergente per la popolazione.

Cos’è la fluoro-edenite e come si presenta

Ma andiamo con ordine: cos’è la fluoro-edenite e come si presenta? Questo composto, appartenente al gruppo degli anfiboli ha una particolare composizione in cui il fluoro sostituisce il gruppo ossidrile tipico dell’edenite. Si presenta spesso con una tonalità gialla intensa e una lucentezza che può ricordare quella della resina.

Come altri minerali asbestiformi, la sua capacità di suddividersi in fibre microscopiche lo rende estremamente pericoloso per la salute. L’inalazione o l’ingestione di queste sottili particelle, chiamate fibrille, può portare infatti a gravi infiammazioni. Queste possono poi evolvere in tumori, in particolare mesoteliomi pleurici e peritoneali.

La fluoro-edenite: un minerale asbestiforme

La fluoro-edenite appartiene al sottogruppo degli anfiboli di calcio ed è strutturalmente simile all’edenite, ma con una presenza notevole di fluoro. Si forma in contesti geologici di origine magmatica. Proprio per la sua capacità di dividersi in fibre sottilissime, la fluoro-edenite rientra nella stessa categoria dei minerali amianto, noti per la loro pericolosità in quanto, una volta inalati, le fibre possono depositarsi nei polmoni e in altri tessuti, provocando reazioni infiammatorie che, a lungo termine, aumentano il rischio di tumori e altre gravi patologie.

Dove si trova la fluoro-edenite?

La fluoro-edenite si trova in diverse zone del mondo. Oltre a casi segnalati in Giappone, uno dei siti più noti è quello di Biancavilla, in Sicilia. Qui il minerale è stato identificato per la prima volta. Era il 1997, nei pressi della miniera di Monte Calvario, in provincia di Catania.

In Italia, altre aree, come il complesso vulcanico Monte Somma-Vesuvio (in particolare nella zona di Ercolano presso Cava Novella), risultano potenzialmente interessate dalla presenza di questo minerale. Si ritiene infatti che in molte rocce di origine vulcanica possa essere presente in tracce, rendendo ancora più difficile il controllo e la bonifica delle aree contaminate.

Come è stato scoperto questo nuovo minerale?

La scoperta della fluoro-edenite ha segnato un momento importante. Fino al 1997 i laboratori chimici ne conoscevano una versione sintetica. Nei pressi di Biancavilla venne per la prima volta identificato un campione con una composizione chimica quasi ideale (NaCa₂Mg₅(Si₇Al)O₂₂F₂). L’International Mineralogical Association (IMA) lo riconobbe così come una nuova specie di minerale.

Da quel momento, l’area interessata, situata sul versante sud-occidentale del Monte Etna, rientra tra i “Siti di interesse nazionale” per la presenza di mineralizzazioni cancerogene ed è stata soggetta a interventi di messa in sicurezza e bonifica.

Perché l’esposizione alla fluoro-edenite è pericolosa?

Il pericolo derivante dalla fluoro-edenite è strettamente connesso alla sua natura asbestiforme. Come già detto, le fibre microscopiche di fluoro-edenite, se inalate, possono penetrare profondamente nei polmoni e in altre parti del corpo, innescando processi infiammatori e fibrotici.

Questi processi possono, con il passare del tempo, evolvere in gravi malattie come il mesotelioma, un tumore altamente aggressivo, e in altre neoplasie, tra cui cancro ai polmoni, delle ovaie, della laringe, dell’esofago, del colon-retto e dello stomaco.

smaltimento amianto e bonifica

Inoltre, la fluoro-edenite, come altri minerali amianto, può agire in sinergia con altri agenti cancerogeni. Ad esempio con il fumo di sigaretta, aumentando ulteriormente il rischio di sviluppare patologie tumorali. Un aspetto critico è il lungo tempo di latenza che caratterizza queste malattie, che può superare i 40 anni, rendendo difficile collegare direttamente l’esposizione alla comparsa della malattia.

Il caso di Biancavilla in Sicilia e le morti per mesotelioma

Un esempio emblematico è rappresentato dal caso di Biancavilla, un comune in provincia di Catania con circa 22.000 abitanti.

Il boom economico degli anni ’70 e ’80 ha portato a un’espansione edilizia non regolamentata a Biancavilla. La cava sul Monte Calvario aperta per l’occasione fornì i materiali da costruzione.

Negli anni ’90, si registrò un numero anomalo di casi di mesotelioma, malattia tradizionalmente associata all’esposizione all’amianto. Un gruppo di lavoro istituito dall’Istituto Superiore di Sanità, in collaborazione con le autorità regionali e locali, individuò proprio la cava del Monte Calvario come fonte della contaminazione, dimostrando che le polveri liberate dal sito contenevano fluoro-edenite.

I più vulnerabili, in particolare i bambini, risultavano a maggior rischio, data la loro esposizione prolungata nel tempo.

Negli anni successivi, sono stati compiuti sforzi per ridurre la contaminazione. Dal 2009, l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Sicilia (ARPA) ha effettuato monitoraggi regolari dell’aria a Biancavilla. I monitoraggi rivelano una diminuzione delle concentrazioni di fibre aerodisperse. Questo anche se, in determinate condizioni, i livelli possono ancora superare le soglie di sicurezza. Nonostante i progressi, il rischio di mesotelioma nella popolazione locale infatti risulta ancora essere circa cinque volte superiore rispetto alla media regionale.

Quali misure e quali interventi a Biancavilla?

Dal punto di vista delle misure di intervento, sono diverse le strategie per contenere la diffusione delle fibre contaminanti. Ad esempio, a Biancavilla imateriali per asfaltare oggi impediscono il rilascio di polveri. Le facciate degli edifici pubblici rifatte con nuovi materiali inglobano i vecchi.

L’erba sintetica ha ricoperto il campo sportivo. Tuttavia, come sottolinea costantemente l’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA), presieduto dall’avvocato Ezio Bonanni, queste misure di contenimento sono solo temporanee. L’unica soluzione definitiva consiste nella bonifica completa dei siti contaminati.

Il ruolo dell’ONA nel caso Biancavilla

Biancavilla
ezio bonanni -Biancavilla

L’ONA si impegna da anni a difendere i diritti delle vittime dell’esposizione all’amianto e a promuovere la bonifica delle aree interessate. In particolare, nel caso della fluoro-edenite, l’ONA ha intrapreso azioni legali contro istituzioni. Tra queste la Presidenza del Consiglio, il Ministero della Salute e la Regione Sicilia, per far riconoscere il danno subito dalle persone esposte.

Purtroppo, la normativa attuale non include la fluoro-edenite nella definizione ufficiale di amianto, che elenca soltanto minerali come grunerite, actinolite, crisotilo, tremolite, antofillite e crocidolite. Di conseguenza, le vittime esposte a fluoro-edenite non possono accedere agli stessi benefici. Non possono accedere quindi alle prestazioni INAIL o al Fondo Vittime Amianto. Hanno accesso a queste prestazioni gli esposti ai minerali di amianto tradizionali.

L’azione dell’ONA mira a colmare questa lacuna legislativa, garantendo alle vittime il diritto a ottenere un risarcimento adeguato per le malattie sviluppate a seguito dell’esposizione al minerale. Se sei stato colpito, puoi richiedere una consulenza gratuita. Chiama il numero verde messo a disposizione dall’Osservatorio o compilando il form qui di seguito.

Servizi di assistenza e consulenza

Ambiente e salute
Ambiente e salute