Chirurgia nella cura del cancro da amianto

In questa guida parliamo di chirurgia per la cura dei tumori. In molti casi la chirurgia è il trattamento di prima linea nel cancro. Dipende però dal tipo di tumore, dalla localizzazione e dallo stato di salute generale dle paziente. Scopriamo quando si usa la chirurgia, quali sono le probabilità di riuscita dell’intervento e la prognosi, i casi di successo privi di recidiva.

Le vittime di esposizione professionale hanno diritto al riconoscimento di malattia professionale o causa di servizio, a seconda del settore di impiego. Hanno inoltre diritto al risarcimento integrale dei danni subiti. Tutte le somme maturate in vita passano agli eredi in caso di decesso.

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Cos’è la chirurgia antitumorale?

La chirurgia antitumorale rappresenta un pilastro fondamentale nel trattamento dei tumori solidi. Questa forma di terapia mira alla rimozione chirurgica del tumore e, quando possibile, dei tessuti circostanti che potrebbero essere interessati dal cancro, con l’obiettivo di eliminare completamente la massa tumorale e prevenire la sua ricrescita.

Chirurgia come approccio terapeutico: quando è possibile?

Una neoplasia può essere affrontata con un intervento chirurgico solo in determinate circostanze. Come già detto, l’opportunità di affrontare la malattia con un intervento è stabilita dai medici in relazione al tipo di tumore, alla sua posizione ed estensione e alle condizioni generali di salute del paziente.

Si può ricorrere alla chirurgia per:

  • rimuovere tumori localizzati e che non sono a uno stadio avanzato;
  • asportare metastasi isolate;
  • ridurre i sintomi provocati dalla compressione degli organi circostanti e migliorare la qualità di vita del paziente.

I fattori che aumentano il rischio operatorio nei pazienti affetti da cancro sono l’età avanzata, la presenza di comorbilità e delibitazione. Infatti chi è affetto da cancro può soffrire di scarsa nutrizione per le influenze cataboliche del tumore. Ciò può rallentare il recupero dalla chirurgia. Invece i pazienti neutropenici o trombocitopenici o con disturbi di coagulazione possono essere più soggetti a rischio di sepsi ed emorragia.

Generalmente è sconsigliato ricorrere all’intervento chirurgico se:

  • la malattia è in fase avanzata e il tumore è molto esteso;
  • il tumore è localizzato in una posizione per cui l’intervento chirurgico rischierebbe di danneggiare gravemente importanti organi adiacenti;
  • il paziente soffre di linfoma o leucemia, malattie in cui le cellule tumorali circolano nel sistema linfatico o nel sangue.

Tutte le tipologie di Chirurgia Antitumorale

  1. Rimozione del Tumore: Durante l’intervento chirurgico, il chirurgo cerca di asportare completamente il tumore insieme ai margini di tessuto circostante, noto come margine di resezione, al fine di garantire la rimozione completa del tessuto tumorale.
  2. Preservazione dei Tessuti Sani: Oltre alla rimozione del tumore, è importante preservare al massimo possibile i tessuti sani circostanti, al fine di mantenere la funzionalità degli organi e dei sistemi corporei interessati.
  3. Valutazione dei Linfonodi: Nei casi in cui il tumore si sia diffuso ai linfonodi vicini, è spesso necessario rimuoverli durante l’intervento chirurgico per valutare l’estensione della malattia e prevenire ulteriori metastasi.
  4. Chirurgia Ricostruttiva: Nei casi in cui la rimozione del tumore comporti la perdita di tessuto significativo o la compromissione della funzionalità, può essere necessaria la chirurgia ricostruttiva per ripristinare l’aspetto e la funzione dell’area interessata.
  5. Biopsia Intraoperatoria: In alcuni casi, durante l’intervento chirurgico, viene eseguita una biopsia intraoperatoria per confermare la natura tumorale del tessuto rimosso e guidare ulteriori decisioni terapeutiche.

Tipologie di Chirurgia Antitumorale nel dettaglio

  1. Chirurgia Radicale: Questo tipo di intervento mira a rimuovere completamente il tumore insieme ai margini di tessuto circostante. È il trattamento di scelta quando il tumore è localizzato e può essere completamente asportato (resezione del tumore primitivo).
  2. Chirurgia Debulking: Nei casi in cui il tumore sia troppo esteso per essere completamente rimosso, si può optare per una chirurgia debulking, che mira a ridurre le dimensioni del tumore al fine di alleviare i sintomi e rendere più efficaci altri trattamenti come la chemioterapia o la radioterapia.
  3. Chirurgia Palliativa: Quando il tumore è in uno stadio avanzato e non può essere completamente rimosso, la chirurgia palliativa può essere utilizzata per alleviare i sintomi, ridurre il dolore e migliorare la qualità della vita del paziente.
  4. Chirurgia di Revisione: Nei casi in cui il tumore ricresca dopo un precedente intervento chirurgico, può essere necessaria una chirurgia di revisione per rimuovere la massa ricorrente e ripristinare il controllo della malattia.
  • Resezione di metastasi: In questo caso si procede a rimuovere i linfonodi locali e regionali per valutare la propagazione del tumore e fare in modo da minimizzare la possibilità di una recidiva. Alcune tipologie di metastasi possono anche essere trattate tramite radioterapia (può essere al caso del tumore ai polmoni, al fegato e al cervello).

Chirurgia robotica: la nuova frontiera

Infine, per l’asportazione di determinati tipi di tumore, il chirurgo potrebbe suggerire un intervento tramite robot con la chirurgia robotica. Il software di questi macchinari permette di amplificare le capacità di visione e di manipolazione del chirurgo. Inoltre, mentre la mano umana ha la possibilità di ruotare di 180° con 4 gradi di libertà, quella del robot può muoversi a 360° con 7 gradi di libertà. Infine il movimento è demoltiplicato. Per cui uno spostamento di un centimetro della mano dell’operatore corrisponde un solo millimetro sul campo operatorio.

Chirurgia: possibili complicazioni post-operatorie

Tempi e modi con cui ci si può riprendere dopo un intervento dipendono dal tipo di operazione e dalle caratteristiche di ognuno. Successivamente a un intervento chirurgico si possono verificare delle complicazioni post-operatorie come:

  • infezioni della ferita;
  • polmoniti;
  • trombosi;
  • raccolte di liquido intorno alla ferita.

La frequenza di questi problemi può essere ridotta con la somministrazione di antibiotici oppure, per quanto riguarda la trombosi degli arti inferiori, con esercizi per le gambe, con l’uso di calze elastiche e con appositi farmaci anticoagulanti.

Inoltre il paziente può avvertire sonnolenza, debolezza, confusione, eventualmente accompagnati da un senso di nausea e di freddo. Un’altra conseguenza a lungo termine di molti interventi oncologici è il linfedema. Si tratta di un rigonfiamento del braccio o della gamba che può subentrare dopo l’asportazione dei linfonodi ascellari o dell’inguine

Preparazione prima dell’Intervento Chirurgico: cosa fare

Prima di procedere con un intervento chirurgico, vengono eseguiti una serie di controlli preliminari per valutare lo stato generale di salute del paziente e la sua idoneità all’intervento. Includono esami del sangue e delle urine, radiografie del torace, elettrocardiogramma e altri test specifici per valutare la funzionalità degli organi vitali come reni, fegato e cuore.

Successivamente, il paziente si sottopone a una consultazione con il chirurgo, durante la quale vengono discusse diverse informazioni cruciali, tra cui la necessità dell’intervento, le alternative terapeutiche disponibili, gli obiettivi dell’intervento stesso e i potenziali rischi e complicazioni. Alla fine della consultazione, al paziente viene richiesto di firmare un consenso informato, che autorizza il chirurgo a procedere con l’intervento.

È altrettanto importante il colloquio con l’anestesista, il quale informa il paziente sul tipo di anestesia prevista in base al tipo di tumore, alla sua localizzazione e alle condizioni generali del paziente. Ad esempio, in caso di tumori cutanei, può essere utilizzata un’anestesia locale senza necessità di ricovero ospedaliero, mentre in caso di anestesia generale il paziente solitamente trascorre almeno una notte in ospedale.

Cosa fare prima dell’intervento chirurgico nel dettaglio

Per quanto riguarda la preparazione prima dell’intervento, possono esserci variazioni a seconda del tipo di intervento e di anestesia. Tuttavia, generalmente al paziente viene richiesto di:

  • Astenersi dal mangiare cibi solidi per almeno sei ore prima dell’intervento e dall’assumere liquidi per almeno due ore prima;
  • Indossare un camice chirurgico fornito dalla struttura ospedaliera;
  • Rimuovere gioielli, piercing, trucco e smalto per unghie;
  • Togliere lenti a contatto e protesi dentarie;
  • Se necessario, radere la zona da operare e somministrare eventuali purganti o sedativi.

Tipologie di anestesia disponibili: quali sono?

Quanto alle tipologie di anestesia durante l’intervento, la scelta dipende dal tipo di tumore, dalla sua localizzazione e dalle condizioni del paziente. Le opzioni includono l’anestesia locale, loco-regionale, spinale o epidurale, e generale, ognuna con caratteristiche e applicazioni specifiche in base alle necessità del caso.

Riassumendo:

  • locale, che agisce unicamente su una zona circoscritta, in cui verrà fatta l’operazione;
  • loco-regionale, in cui l’iniezione di anestetico avviene in prossimità del tronco nervoso, così da bloccare la trasmissione degli impulsi dolorosi afferenti a quella via;
  • spinale o sub aracnoidea, che viene fatta introducendo un sottile ago tra due vertebre lombari o sacrali, iniettando l’anestetico all’interno del canale vertebrale, trapassando la spessa membrana che protegge il midollo spinale; questo tipo di anestesia toglie sensibilità alla parte inferiore del corpo;
  • epidurale o peridurale, in cui si inietta l’anestetico all’interno del canale vertebrale, ma al di fuori della spessa membrana che protegge il midollo spinale;
  • generale, in cui il paziente totalmente incosciente, e privo di sensibilità, mobilità e coscienza.

Il trattamento terapeutico delle malattie da amianto

trattamento mesotelioma

La radioterapia è largamente utilizzata nel trattamento della malattie amianto correlate. L’amianto (asbesto sinonimo), infatti, è un minerale altamente cancerogeno per l’uomo che, inalato o ingerito, è in grado di provocare gravi malattie e tumori, spesso mortali. Ciò è confermato dall’ultima monografia IARC. Questi tumori sono dose dipendenti e quindi tutte le esposizioni ad asbesto possono dare avvio al cosiddetto meccanismo della cancerogenesi).

Le principali malattie provocate dall’asbesto sono:

Tutela legale e medica

leucemia
leucemia