Prevenzione terziaria: cos’è e perché è importante
Prevenzione terziaria: in questa guida scopriamo in cosa consiste la prevenzione terziaria in relazione al rischio amianto e altri cancerogeni. Scopriamo anche quali sono le sue relazioni con la prevenzione primaria e secondaria.
L’Osservatorio Vittime del Dovere si occupa di diritto del lavoro e assistenza delle vittime, tra cui prevenzione primaria secondaria e terziaria. Per chiedere ed ottenere tutela in ambito di diritto del lavoro ed esposizione ad agenti patogeni sul luogo di lavoro, rivolgiti al nostro team, e chiedi la consulenza gratuita.
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Prevenzione terziaria: cos’è?
La prevenzione primaria consiste nell’evitare ogni forma di esposizione e, in generale, di rischio. Ciò può essere possibile solo attraverso la bonifica dei siti contaminati. Nell’undicesimo episodio di ONA NEWS “Smaltimento amianto, le responsabilità della mancata bonifica” viene denunciata proprio la carenza delle operazioni di bonifica e il mancato obbligo legislativo, a causa del quale le vittime di amianto aumentano.
La prevenzione secondaria promuove la diagnosi precoce e le terapie più efficaci. La sorveglianza sanitaria degli esposti a rischio in questo contesto è fondamentale per diagnosticare precocemente una patologia.
E che cos’è la prevenzione terziaria? Si fonda sull’epidemiologia spiegando il nesso causale, anche se non sufficiente, tra rischio e malattia. Una volta dimostrata un’aumentata incidenza di malattie in un determinato contesto lavorativo è possibile fondare la tutela legale attraverso il risarcimento danni.
Cos’è l’epidemiologia nella prevenzione terziaria?
Il termine epidemiologia viene dal greco ἐπί («sopra», δῆμος, «popolo»), e da λόγος (che vuol dire «discorso, studio») e si intende dunque lo “studiare ciò che accade al popolo” con riferimento all’uomo. L’epidemiologia è infatti una disciplina biomedica che studia e dimostra la distribuzione e la frequenza di alcune malattie. Per farlo si avvale della statistica sanitaria e svolge un ruolo decisivo in relazione alla medicina preventiva e clinica.
Lo scopo dell’epidemiologia è quello di controllare incidenza di malattie e eventuali agenti lesivi.
- Serve in questo senso a spiegare l’origine di qualsiasi malattia, specialmente se di origine professionale;
- studia e controlla la malattia (le aspettative di vita);
- accerta le cause di malattie sconosciute;
- acquisisce tutte le informazioni sulle condizioni di rischio, ambientali e lavorative;
- studia piani di controllo e monitoraggio;
- accerta i costi economici della malattia e anche il rapporto costi-benefici.
Epidemiologia descrittiva: definizione
L’epidemiologia descrittiva studia la frequenza e la distribuzione delle malattie e descrive le malattie e le cause di morte in relazione ai fattori di rischio.
Gli strumenti di questa scienza, sono costituiti dalla statistica che misura la frequenza, come tassi, incidenza, prevalenza e rapporti, con riferimento alla demografia. Dopo l’avvio del percorso terapeutico, permette di identificare anche le chance di guarigione e/o di sopravvivenza, e di influenzare le scelte del paziente e dei medici in relazione alle terapie più efficaci dal punto di vista statistico.
Tipologia di epidemiologia analitica
Studia il rapporto causa effetto tra fattori di rischio e malattie, e risponde alla domanda: che malattie produce il fattore di rischio? Per esempio, le fibre di amianto, quali malattie causano?
Per farlo usa studi di coorte (che permettono di accertare la frequenza di mortalità e di incidenza per malattie con differenza tra gli esposti e i non esposti) e quelli di caso-controllo. Essi accertano e comparano le frequenze di possibili esposizioni e fattori di rischio, nei “casi” e nei “controlli”, cioè nel gruppo di coloro che non hanno la malattia.
Epidemiologia clinica: in cosa consiste?
Attraverso i dati epidemiologici si comprendono i fattori di rischio che, una volta compresi, possono essere eliminati.
Per esempio se in un cantiere navale sono stati accertati diversi casi di mesotelioma e si appura che viene usato l’amianto, eliminando l’esposizione, si previene la malattia.
Epidemiologia sperimentale e interventi sanitari
L’epidemiologia sperimentale permette di verificare l’efficacia degli interventi sanitari. Si va dagli interventi preventivi, come la sensibilizzazione, a quelli terapeutici, come le sperimentazioni di farmaci o nuove tecniche operatorie.
Come funziona la prevenzione terziaria?
Quando la messa in sicurezza dei luoghi a rischio esposizione (prevenzione primaria) e la sorveglianza sanitaria degli esposti e il trattamento, non sono efficaci e non impediscono la malattia e non promuovono la cura tempestiva (prevenzione secondaria) entra in gioco la prevenzione terziaria. Si raccolgono dunque i dati epidemiologici. Grazie ad essi è possibile riconoscere la percentuale di rischio.
Con la percentuale di rischio alla mano si procede alla valutazione degli interventi di bonifica, alla messa in sicurezza dei luoghi di lavoro e degli ambienti di vita e si agisce per la tutela legale della vittima.
Si stabilisce e si ottiene, in altre parole, l’entità del risarcimento danni e la tutela dei familiari delle vittime.
Il percorso di prevenzione è dunque ciclico e formato da tre step fondamentali. Se la prevenzione primaria fosse applicata con perfetta efficacia non ci sarebbe bisogno della prevenzione secondaria e terziaria.
Risarcimento danni nella prevenzione terziaria
La tutela dei diritti mira al reinserimento di una persona all’interno della sua vita ordinaria, personale e lavorativa. I controlli costanti e il supporto psicologico e il risarcimento dei danni permettono di gestire al meglio le conseguenze psico-fisiche della malattia. Lo scopo risarcitorio è infatti quello di contribuire a migliorare la qualità della vita della persona che ha subito il danno.
Alle vittime di esposizione ad amianto, la cui capacità cancerogena è confermata nell’ultima monografia IARC, e ad altri agenti cancerogeni sul posto di lavoro (in caso di mesotelioma vale anche l’esposizione familiare e ambientale) vengono riconosciuti benefici previdenziali e assistenziali e il risarcimento dei danni.
Assistenza legale gratuita agli esposti
Gli esposti ad amianto o ad altri cancerogeni che hanno contratto una patologia possono rivolgersi ad ONA – Osservatorio Nazionale Amianto. Questa associazione si occupa da decenni di prevenzione in tutte le sue forme, compresa l’assistenza legale gratuita alle vittime. L’ONA, grazie ad un pool di avvocati guidati dall’Avv. Ezio Bonanni, presidente ONA, permette di ottenere i risarcimenti e i benefici previsti dalla legge. In particolare fornisce assistenza per la valutazione del rischio amianto e successiva bonifica.
Assistenza legale per ottenere rendite INAIL, prepensionamento, riconoscimento della qualità di Vittima del Dovere e relative prestazioni. In più c’è il diritto al risarcimento dei danni derivati dall’amianto e altre sostanze tossiche, sia per la vittima che per i suoi familiari. L’ONA fornisce anche assistenza medica per tutte le patologie correlate a sostanze cancerogene (qui trovate tutte le patologie asbesto correlate).
Consulenza e prevenzione
Prevenzione e tutela indennitaria
Alcune tutele indennitarie, come i benefici amianto, hanno anche una finalità preventiva. Attraverso il prepensionamento gli esposti ad amianto nell’ambiente di lavoro che hanno contratto una patologia asbesto correlata saranno allontanati dall’esposizione. Tale finalità preventiva è stata ribadita dalla Cassazione, Sez. Lav., n. 25000/2014.
Nel caso di malattia, seppur con i benefici, non si matura il diritto a pensione, si può chiedere la pensione amianto (art. 1 co. 250 e 250 bis, L. 232/2016).
La difesa legale dei diritti delle vittime
Secondo INAIL, Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro, la malattia professionale è una patologia con una causa diretta ed efficiente (cioè in grado di produrre l’infermità in modo esclusivo o prevalente), contratta nell’esercizio e/o insorta a causa delle lavorazioni rischiose.
Perché una malattia sia definita “professionale”, essa deve essere causata dall’esposizione a determinati rischi correlati al tipo di lavoro. Tali rischi possono essere: il contatto con polveri e sostanze nocive, rumore, vibrazioni, radiazioni ionizzanti, o misure organizzative che agiscono negativamente sulla salute.
Inoltre, essi devono agire in modo prolungato nel tempo (la causa, cioè, deve essere lenta). Chi contrae una malattia professionale presente nella lista I dell’INAIL, può ottenere un riconoscimento immediato della sua qualità di vittima del dovere, unitamente all’indennità INAIL.
Se la malattia è presente nelle liste II e III, invece, è necessario dimostrare l’eziologia professionale, che solitamente è a carico del lavoratore.
In seguito al riconoscimento di malattia professionale gli esposti ad amianto avranno diritto all’accesso all’indennizzo o rendita INAIL, al Fondo Vittime Amianto (un’indennità che si aggiunge alla rendita INAIL), e al risarcimento di tutti i danni.
Leggi tutto sull’assicurazione INAIL per malattia professionale