Rimozione amianto: vantaggi, svantaggi, incentivi

La rimozione amianto è la tecnica principale di bonifica amianto. Sebbene la normativa vigente ne preveda altre due (incapsulamento e confinamento) questa è l’unica tecnica che permette di ridurre a zero il rischio di esposizione all’amianto anche detto asbesto.

Consiste nella rimozione e smaltimento dei materiali di amianto in discarica. In questa guida scopriamo quali sono i vantaggi e gli svantaggi della procedura bonifica amianto (perché ci sono anche dei contro), sebbene sia l’unico approccio di stroncare il rischio alla radice.

L’Osservatorio Vittime del Dovere rappresenta e tutela le vittime del dovere, come tali le vittime del lavoro. Per chiedere ed ottenere tutela legale per l’ottenimento dei propri diritti e per una consulenza in ambito di bonifica amianto rivolgiti al nostro team e chiedi la consulenza gratuita.

Questa tecnica di bonifica è per questo motivo quella raccomandata da ONA – Osservatorio Nazionale Amianto, gemella dell’Osservatorio Vittime del Dovere, e dall’Avv. Ezio Bonanni suo Presidente. Attraverso l’app amianto, uno strumento di segnalazione dei materiali di asbesto che permette il contributo attivo dei cittadini nella segnalazione, è possibile mappare la presenza di amianto nel nostro paese. In questo modo è possibile realizzare la tutela della salute e la tutela giuridica.

INDICE DEI CONTENUTI

Rimozione amianto: cos’è?

La rimozione amianto, come detto più su, è la tecnica di bonifica amianto che consiste nella rimozione dei materiali di asbesto dai siti contaminati e il conseguente smaltimento dell’asbesto in apposita discarica.

L’amianto è un minerale, o meglio un insieme di minerali  (i minerali di amianto) che hanno caratteristiche asbestiformi. Le loro fibre infatti hanno la capacità di suddividersi longitudinalmente in fibrille via via più piccole. A causa delle loro dimensioni e forma si disperdono nell’ambiente dove vengono facilmente inalate e danno avvio a gravi processi infiammatori. Attraverso il processo della cancerogenesi, possono evolvere in malattie ancora più gravi e spesso fatali. Tra queste ci sono tumori maligni che coinvolgono diversi distretti corporei, non solo quello respiratorio, e i mesoteliomi. (approfondisci su Inflammation in malignant mesothelioma – friend or foe?. Ann Cardiothorac Surg. 2012;1(4):516–522).

L’OMS nelle diverse pubblicazioni e/o nelle linee guida evidenzia le capacità cancerogene di qualsiasi tipo di amianto e afferma che tutti gli approcci controllati e manutentivi al problema dell’amianto non sono in grado di ridurre a zero il rischio.

Approfondisci attraverso le monografie dello IARC la relazione tra patologie asbesto correlate ed esposizione ad amianto.

rimozione amianto

Pericolosità anche a basse dosi

La Corte di Cassazione, IV Sez. Penale, n. 45935/2019, ha chiarito che l’infiammazione è il terreno fertile per la degenerazione neoplastica. Specialmente per quanto riguarda l’insorgenza del mesotelioma e di altre malattie tumorali, anche le esposizioni a basse dosi sono dannose e rischiose. L’Avv. Ezio Bonanni, presidente di ONA – Osservatorio Nazionale Amianto e dell’Osservatorio Vittime del Dovere, in “Il libro bianco delle morti d’amianto in Italia – Ed.2022, denuncia le esposizioni ancora in corso e i dati su edifici scolastici, ospedali e palestre ancora contaminate in Italia, nonostante la circolare del Ministero della Salute n. 45/1986.

Approfondisci su: Report Consensus di Helsinki

Altri approfondimenti su VII Rapporto RENAM sui mesoteliomi e i risultati della Commissione d’Inchiesta uranio impoverito e amianto e altri rischi.

Lo smaltimento amianto come risoluzione del problema

L’Italia è stata grande utilizzatrice dell’asbesto, seconda in Europa solo all’ex Unione Sovietica. Ne sono state estratte, importate e lavorate 3.748.550, contando più di 40mln di tonnellate di prodotti finiti.

Questi materiali in asbesto purtroppo sono in moltissimi casi ancora presenti nel nostro territorio. La legge 257/1992, infatti, ha vietato l’estrazione e la lavorazione dell’amianto, senza un cogente obbligo di bonifica.

Solo l’amianto friabile fu accompagnato dall’obbligo di rimozione e bonifica. Per la rimozione dell’amianto compatto è stato invece approvato, solo in seguito, il protocollo di manutenzione con incapsulamento o confinamento.

Le fibre di asbesto sono molto pericolose per la salute dell’uomo e l’asbesto, ha provocato, ancora nel 2020, altri 6.000 decessi nel nostro paese. Il mesotelioma costituisce la malattia più letale causata dalle fibre.

Nella pubblicazione Libro bianco delle morti di amianto in Italia – Ed. 2021, l’Avv. Ezio Bonanni ha lanciato l’allarme sui ritardi delle bonifiche amianto e raccolto i dati delle esposizioni e delle morti da amianto.

Rimozione bonifica amianto: quando?

La bonifica amianto attraverso la rimozione è una procedura molto delicata. Le procedure per la rimozione amianto, per svolgersi in tutta sicurezza, devono prevedere l’utilizzo di mano d’opera specializzata e attrezzata con le necessarie protezione. Durante le attività di rimozione può verificarsi infatti l’aero dispersione delle fibre di amianto.

Secondo la normativa amianto vigente, non c’è l’obbligo bonifica amianto o Eternit, a meno che questo non sia allo stato friabile, ovvero riducibile in polvere con il solo utilizzo delle dita. La bonifica delle coperture in cemento-amianto, allo stato compatto, va effettuata in modo diverso in base allo stato di conservazione del manufatto. Si deve quindi valutare la percentuale di rischio che le fibre killer possano contaminare l’ambiente circostante. In questi casi non esiste mai l’obbligo di bonifica, ma solo quello di comunicazione del sito contaminato all’ASL e la manutenzione in caso di elevato rischio.

Approfondisci su: Rischio amianto in Italia, diritti negati alle vittime in cui l’ONA ha insistito con il Ministro del Lavoro per la bonifica.

Rimozione amianto: la normativa vigente

L’art. 12, L. 257/1992 stabilisce le norme sulla “Rimozione dell’amianto e tutela dell’ambiente”. Assegna alle ASL il compito di analizzare i manufatti e identificare la presenza di asbesto. Le ASL, inoltre, devono anche istituire e mantenere un registro delle strutture contenenti asbesto.

Le stesse ASL hanno l’obbligo di imporre ai proprietari di fare la denuncia della presenza di asbesto. Poi, i rifiuti dovranno essere classificati come tossico-nocivi.

Per quanto riguarda la bonifica, l’art.12 stabilisce che l’asbesto deve essere rimosso da aziende specializzate. Queste ultime, hanno l’obbligo di iscriversi in un apposito registro.

Ditte autorizzate allo smaltimento

I professionisti addetti alle operazioni di bonifica devono essere regolarmente iscritti all’Albo Gestori Ambientali nella Categoria 10A o 10 B secondo quanto regolamentato dall’articolo 212 del d.lgs. 3 aprile 2006, n. 152.

Il trasporto in discarica, in particolare, consistendo nel conferimento in discarica di rifiuti speciali prevede l’accesso al sistema SISTRI.

Le ditte autorizzate predisporranno un apposito Piano di Lavoro (ai sensi dei cc. 2 e 5) che preveda le misure necessarie per garantire la sicurezza e la salute dei lavoratori sul luogo di lavoro e la protezione dell’ambiente esterno.

La procedura rimozione amianto

La bonifica inizia con l’incapsulamento dei materiali, allo scopo di impedire la aero dispersione di fibre di asbesto durante le fasi di rimozione e trasporto delle lastre. Avviene mediante l’utilizzo di un incapsulante fissativo in dispersione acquosa ad alta penetrazione sull’intera superficie.

Dopo l’incapsulamento, le singole lastre vengono smontate e accatastate in un’area delimitata del cantiere. Nella fase di smontaggio si devono anche aspirare le eventuali polveri causate dalla rimozione di viti o rivetti di fissaggio delle lastre, così come quelle presenti sull’eventuale intelaiatura del tetto.

Le lastre di amianto rimosse vanno poi inviate ad una discarica autorizzata. Al termine dei lavori, si devono rilevare i valori di asbesto presente e, solo se questi risulteranno essere a norma, un incaricato della ASL potrà rilasciare la certificazione di restituibilità dell’area.

Rimozione amianto: vantaggi e svantaggi

Prima di procedere con la bonifica smaltimento amianto è fondamentale rivolgersi ad un tecnico che si occupi di fare un’attenta valutazione. In base a dei parametri stabiliti, questo potrà consigliare quale tecnica di bonifica amianto scegliere. La legge infatti, come già detto, prevede 3 tecniche distinte, oguna con i suoi pro e i contro.

La rimozione è da preferirsi quando il rischio di esposizione è molto elevato: questo, ad esempio, nei casi in cui l’asbesto è logorato e quindi può rilasciare facilmente fibre.

Elenchiamo qui di seguito i principali vantaggi della rimozione amianto:

  1. elimina definitivamente il pericolo dovuto all’esposizione ad asbesto;
  2. il proprietario è sollevato dall’obbligo di manutenzione e controllo necessari quando il manufatto viene incapsulato o confinato.

Tra gli svantaggi:

  1. comporta un rischio elevato soprattutto per gli addetti ai lavori che si occupano di smaltire asbesto in lastre dopo lo smontaggio;
  2. i tempi di lavorazione amianto sono piuttosto lunghi e i costi elevati, soprattutto per lo smaltimento dei materiali;
  3. produce una gran quantità di rifiuti speciali che poi dovranno essere correttamente smaltiti;
  4. necessita comunque di un piano di lavoro specifico, in cui indicare le misure intraprese per la protezione della salute dei lavoratori e dell’ambiente circostante. Questo piano va presentato all’ufficio competente della Asl.

Le altre tecniche di bonifica amianto

Come smaltire l’amianto? Esistono tre possibili tecniche di bonifica, vediamo quali sono nel dettaglio.

  • L’incapsulamento, ovvero il trattamento dell’amianto con prodotti penetranti o ricoprenti che tendono ad inglobare le fibre di asbesto, ripristina l’aderenza e forma una pellicola di protezione sulla superficie esposta. Non richiede l’applicazione di un materiale sostitutivo e non produce rifiuti;
  • il confinamento prevede l’installazione di una barriera a tenuta che separi l’asbesto dalle aree occupate dell’edificio. Se non viene associato ad un trattamento incapsulante, il rilascio di fibre continua all’interno del confinamento. Rispetto all’incapsulamento, presenta il vantaggio di realizzare una barriera resistente agli urti.

Bonus rimozione amianto: gli incentivi statali

Negli ultimi anni lo Stato è intervenuto con diversi incentivi e stanziando fondi per favorire gli interventi di bonifica amianto. Per accedere agli incentivi è importante che l’intervento sia realizzato da personale esperto, nel rispetto della normativa vigente.

Il bonus amianto è stato creato nel 2016 con decreto del Ministero dell’Ambiente. Gli incentivi bonifica amianto consentono a chiunque sia titolare di un reddito d’impresa di avere un credito d’imposta del 50% per tutti gli interventi di bonifica e smaltimento amianto su edifici presenti nel territorio italiano.

La legge di Bilancio 2021 n.178 del 30 dicembre 2020 prevede la proroga al 31 dicembre 2021 della detrazione al 50% per gli interventi di ristrutturazione edilizia, indicati dall’articolo 16-bis del TUIR. Il massimo che si può detrarre sono 96.000.

Superbonus 110%

Si può usufruire anche usufruire del superbonus al 110% valido per gli interventi di efficientamento energetico e antisismici. Grazie alla proposta presentata dall’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto, può essere esteso anche alle spese per la rimozione e smaltimento dell’amianto.

Inoltre ci sono gli incentivi amianto stanziati con appositi bandi da Regioni, Comuni e Province.

Assistenza tecnica e prevenzione primaria

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