Asma bronchiale come malattia professionale: cosa la causa?

In questa guida parliamo di asma bronchiale, una malattia che ha spesso origine professionale. Scopriamo nel dettaglio cos’è, quante tipologie di asma esistono, come si fa la diagnosi e come si cura. Vediamo poi quali sono le lavorazioni e le esposizioni che causano questo tipo di asma. Quali sono le categorie di lavoratori a rischio? Quali sono i loro diritti in caso di asma professionale?

Che cos’è l’asma bronchiale?

L’asma bronchiale è una malattia cronica delle vie respiratorie caratterizzata da un’infiammazione persistente e da un’iperreattività bronchiale che provoca un restringimento temporaneo dei bronchi. Questa condizione comporta difficoltà respiratorie, episodi di affanno, tosse e respiro sibilante.

La malattia può insorgere a qualsiasi età e ha un’eziologia multifattoriale, in cui giocano un ruolo sia predisposizioni genetiche sia fattori ambientali come allergeni, inquinamento atmosferico e infezioni respiratorie.

Classificazione dell’asma bronchiale: le tipologie

L’asma bronchiale può essere distinta in diverse tipologie in base ai fattori scatenanti e alle caratteristiche cliniche. L’asma allergica è la forma più comune ed è scatenata dall’esposizione a sostanze allergeniche quali polline, polvere, peli di animali, muffe o altro.

Questa tipologia è spesso associata ad altre patologie allergiche, come la rinite allergica e la dermatite atopica.

Esiste anche una forma non allergica, che si manifesta indipendentemente da allergeni e può essere provocata da infezioni respiratorie, stress, aria fredda, esercizio fisico o sostanze irritanti come il fumo di sigaretta e gli agenti chimici presenti nell’ambiente di lavoro.

Una variante specifica è l’asma da sforzo, che compare durante o subito dopo un’attività fisica intensa, probabilmente a causa della perdita di calore e umidità dalle vie aeree.

L’asma grave si ha quando l’asma, indipendentemente dalla tipologia, è particolarmente difficile da trattare. Caratterizzata da frequenti riacutizzazioni ha una scarsa risposta alle terapie farmacologiche convenzionali.

Si parla di asma professionale quando è legata all’esposizione a sostanze irritanti o sensibilizzanti nell’ambiente di lavoro, come polveri industriali o vapori chimici.

Quali sono i sintomi dell’asma e come riconoscerla

I sintomi principali dell’asma bronchiale comprendono difficoltà respiratoria, spesso più accentuata durante la notte o al mattino presto. La tosse persistente può essere secca o produttiva, il respiro sibilante è percepibile come un fischio durante l’espirazione. Un altro sintomo è la sensazione di oppressione toracica. Questi sintomi possono presentarsi con un’intensità variabile e tendono a peggiorare in seguito all’esposizione ai fattori scatenanti.

Gli attacchi d’asma possono essere lievi e autolimitanti, ma nei casi più gravi possono portare a un’insufficienza respiratoria acuta che richiede un intervento medico tempestivo.

Diagnosi dell’asma: come si ottiene?

La diagnosi di asma bronchiale si basa su un’accurata anamnesi, un esame obiettivo e l’esecuzione di test diagnostici specifici. Il medico raccoglie informazioni dettagliate sulla frequenza e sulla gravità dei sintomi, sull’eventuale associazione con allergie e sull’esposizione a possibili fattori di rischio. La spirometria rappresenta il principale test funzionale per valutare la capacità polmonare e il grado di ostruzione bronchiale.

In presenza di un sospetto diagnostico, si può effettuare un test di broncodilatazione, che prevede la somministrazione di un farmaco broncodilatatore per verificare se il restringimento dei bronchi sia reversibile.

In alcuni casi, si ricorre al test di provocazione bronchiale, che valuta la reattività delle vie aeree mediante l’inalazione di sostanze irritanti.

Gli esami allergologici, come i test cutanei e la ricerca di IgE specifiche nel sangue, sono utili per identificare eventuali allergeni responsabili dell’asma.

Prognosi e trattamento dell’asma

L’asma è una malattia cronica, ma con un trattamento adeguato può essere controllata efficacemente, consentendo ai pazienti di condurre una vita normale.

La terapia si basa sull’uso di farmaci di controllo, come i corticosteroidi inalatori, che agiscono riducendo l’infiammazione bronchiale e prevenendo le riacutizzazioni.

A questi si affiancano i broncodilatatori a lunga durata d’azione, utilizzati per mantenere aperte le vie aeree nel tempo.

Per il sollievo rapido dai sintomi si impiegano broncodilatatori a breve durata d’azione, da assumere al bisogno durante gli episodi acuti. Una parte fondamentale della gestione dell’asma consiste nell’identificazione e nell’evitamento dei fattori scatenanti, come allergeni, fumo, inquinamento atmosferico e infezioni respiratorie.

Nei casi di asma grave, possono essere necessari trattamenti biologici mirati, basati su anticorpi monoclonali diretti contro specifici mediatori dell’infiammazione.

Inoltre, è consigliato un monitoraggio costante della malattia tramite piani di gestione personalizzati, che includano l’autovalutazione dei sintomi e l’uso regolare dei farmaci prescritti.

Differenze tra asma bronchiale e BPCO

L’asma bronchiale può essere confusa con altre malattie respiratorie croniche, come la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), ma vi sono importanti differenze che permettono di distinguerle. L’asma tende a manifestarsi fin dall’infanzia o dall’adolescenza, mentre la BPCO colpisce prevalentemente adulti sopra i 40 anni, con una forte associazione al fumo di sigaretta.

Un’altra distinzione fondamentale è la reversibilità dell’ostruzione bronchiale: nell’asma, i sintomi migliorano significativamente con i broncodilatatori, mentre nella BPCO l’ostruzione è progressiva e solo parzialmente reversibile.

Inoltre, l’asma ha un andamento intermittente, con periodi di benessere alternati a episodi acuti, mentre la BPCO ha un decorso più costante e ingravescente nel tempo.

Le cause sono differenti: la BPCO è legata principalmente all’esposizione prolungata a sostanze nocive, come il fumo di sigaretta o gli inquinanti ambientali, mentre l’asma può derivare da una predisposizione genetica e da fattori allergici.

L’asma bronchiale di natura professionale: categorie di lavoratori a rischio

L’asma bronchiale professionale è una forma di asma causata o aggravata dall’esposizione a sostanze presenti nell’ambiente di lavoro. Si tratta di una condizione importante, poiché può influenzare la salute e la qualità della vita dei lavoratori, riducendo la loro capacità lavorativa e, nei casi più gravi, costringendoli a cambiare mestiere.

I lavoratori più a rischio appartengono a diverse categorie professionali, in base alle sostanze a cui sono esposti. Tra questi vi sono gli operai dell’industria chimica e farmaceutica, i lavoratori dell’industria metalmeccanica, gli addetti alla produzione di materie plastiche, i falegnami, i verniciatori, gli operatori sanitari, gli agricoltori e gli allevatori. Ognuna di queste categorie è esposta a sostanze che possono scatenare o aggravare l’asma bronchiale.

Sostanze correlate all’asma professionale: quali sono?

Le sostanze coinvolte nell’asma professionale si dividono in due grandi gruppi: irritanti e agenti con meccanismo immuno-allergico. Tra le sostanze irritanti si trovano i metalli come cromo, nichel, rame e vanadio, comunemente usati nelle industrie metallurgiche e nella produzione di leghe. Questi metalli possono causare danni diretti alle vie respiratorie e scatenare crisi asmatiche in soggetti sensibili. I terpeni, presenti nei solventi e nelle vernici, sono un’altra categoria di sostanze irritanti che possono provocare broncocostrizione e infiammazione delle vie aeree.

Le amine alifatiche e aromatiche, così come le aldeidi e i loro derivati, sono impiegate nella produzione di materie plastiche, resine e adesivi. Possono agire come irritanti o sensibilizzanti, inducendo una risposta infiammatoria nelle vie respiratorie. Un altro gruppo di sostanze rilevanti è quello dei diisocianati, composti chimici largamente utilizzati nella produzione di schiume poliuretaniche, vernici e adesivi. I diisocianati sono noti per la loro capacità di scatenare reazioni asmatiche anche in soggetti precedentemente sani.

Le anidridi e gli esteri organici, presenti in alcuni processi chimici e nella lavorazione delle plastiche, sono anch’essi implicati nella comparsa di sintomi asmatici nei lavoratori esposti. Infine, esistono agenti a prevalente meccanismo immuno-allergico, come farine di cereali, lattice di gomma, proteine animali e sostanze di origine vegetale, che colpiscono soprattutto panettieri, operatori sanitari, agricoltori e allevatori.

Prevenzione dell’asma professionale e tutela degli esposti

L’identificazione dei lavoratori a rischio e delle sostanze coinvolte è fondamentale per prevenire l’insorgenza dell’asma professionale. L’adozione di misure di sicurezza adeguate, come l’uso di dispositivi di protezione individuale, la ventilazione degli ambienti di lavoro e il monitoraggio della salute dei lavoratori, può ridurre significativamente il rischio di esposizione e migliorare la qualità della vita di chi opera in settori a rischio.

I lavoratori che abbiano contratto l’asma di natura professionale hanno diritto alla causa di servizio o al riconoscimento della malattia professionale, a seconda della tipologie di impiego.