Fauna: definizione, importanza, fauna italiana e protezione
Quando si parla di ambiente e di salvaguardia ambientale non si può fare a meno di parlare di protezione della fauna. Essa è infatti legata alla perdita di biodiversità di cui non fanno parte solo le specie floristiche ma anche quelle faunistiche.
L’Osservatorio Vittime del Dovere rappresenta e tutela le vittime del dovere e come tali coloro che hanno contratto malattie correlate ad esposizioni dannose sui luoghi di lavoro. In particolare tutela le vittime del dovere che hanno contratto malattie correlate all’esposizione all’amianto, alle radiazioni ionizzanti e all’uranio impoverito.
Consapevole che non esiste tutela della salute senza tutela dell’ambiente si occupa anche di salvaguardia della natura e della sua flora e fauna e biodiversità.
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Indice dei contenuti
- Fauna definizione
- Caratteristiche della fauna
- Fauna autoctona e alloctona
- Fauna in Italia: enorme biodiversità
- Gli animali in Italia
- Importanza della biodiversità
- Protezione della fauna a rischio
Fauna significato e definizione
Fauna è un termine utilizzato per indicare l’insieme delle specie animali che risiedono in un dato territorio o in un particolare ambiente, in un preciso periodo storico o geologico. La faunistica è invece lo studio delle specie animali in una regione in relazione agli ambienti in cui vivono.
Qui di seguito diamo il significato fauna: “la fauna è costituita dall’insieme di specie e di popolazioni animali, vertebrati ed invertebrati, residenti in un dato territorio ed inserite nei suoi ecosistemi; essa può comprendere le specie autoctone e le specie immigrate divenute ormai indigene, come pure le specie introdotte dall’uomo ed andate incontro ad indigenazione; non fanno parte della fauna gli animali domestici e di allevamento.“
Caratteristiche della fauna
Le caratteristiche fondamentali della fauna sono la dinamicità, la storicità e l’interattività.
La fauna di un territorio muta col trascorrere del tempo a causa dei processi di estinzione, evoluzione, speciazione e sostituzione, determinati da fattori naturali e oggi sempre più da fattori antropici.
Gli animali di allevamento e gli animali domestici non fanno parte della fauna, che si intende prettamente selvatica. Infatti per appartenere ad una fauna una specie o una popolazione animale deve far parte integrante dell’ecosistema che la ospita. Si deve automantenere e trovare perfettamente inserita in una catena alimentare e quindi all’interno dell’equilibrio di un’ecosistema. Ne fanno parte quindi le specie stanziali o di transito abituale (animali migratori che ritornano in quel luogo più o meno regolarmente).
Dinamicità della fauna
Tutte le specie animali sono sensibili alle modificazioni dei fattori ambientali. Molte di esse però sono necessariamente legate a condizioni ambientali rigide e sono definite in zoologia specie stenocore. Altre invece, più o meno capaci di adattarsi ai cambiamenti, popolano territori più estesi e sono definite specie euricore. Esiste quindi una fauna cosmopolita e tante faune distinte quanti sono gli ambienti e i microambienti. Riconosciamo una fauna marina, lacustre, terrestre. In base agli ambienti e ai loro climi riconosciamo una fauna tropicale, temperata, glaciale, desertica, alpina, di savana, di tundra, di prateria.
Fauna autoctona e alloctona
Come già anticipato esistono specie indigene che vivono in un determinato ambiente anche se non erano presenti storicamente.
Le specie autoctone sono quelle originariamente presenti in una regione e che qui si sono evolute a partire da elementi forniti dal territorio stesso. Appartengono a questa categoria le specie endemiche, ovvero le specie che vivono solo in una determinata area.
Invece, le specie alloctone sono quelle originatesi in altri regioni. Grazie all’immigrazione o all’attività umana si sono inserite nel territorio, trovando degli ecosistemi adatti al proprio mantenimento ed inserendosi nei flussi energetici che ne regolano l’equilibrio. Questo spesso a svantaggio delle specie autoctone.
Le specie alloctone possono essere accidentali (animali che sfuggono agli allevamenti, come per esempio il visone americano per la fauna italiana) o intenzionali (come la tartaruga americana, il gambero rosso, il persico trota e le numerose specie ittiche importate dal nord America e altri continenti per popolare le acque interne italiane per la pesca sportiva).
La fauna in Italia: enorme biodiversità
La fauna italiana è al primo posto in Europa per biodiversità. Comprende circa 58.022 specie, equivalente a più di un terzo dell’intera fauna europea.
Il gruppo più rappresentato è ovviamente quello degli invertebrati e in particolare della classe degli insetti.
La checklist delle specie della fauna d’Italia include 4.777 specie animali endemiche, che equivalgono all’8,6% del totale.
Le ragioni di questa enorme biodiversità vanno ricercate nella conformazione del territorio con rilievi e colline che creano numerose nicchie ecologiche. La diversità dei climi lungo la penisola permette la presenza di ambienti variegati. Inoltre la presenza di una grande biodiversità a livello di flora, favorisce la biodiversità nella fauna.
Fauna italiana: gli animali in Italia
La fauna italiana è costituita soprattutto da animali tipici delle montagne, delle pianure e della macchia mediterranea. I mustelidi (donnola, tasso, ermellino, faina, puzzola e martora) sono diffusi un po’ ovunque sul territorio, mentre la lontra è stata sterminata in gran parte del paese (escluse Basilicata, Calabria, Campania e Puglia). I felidi sono rappresentati dal gatto selvatico europeo, presente stabilmente nell’area centro-meridionale e con avvistamenti sporadici al nord, e dalla lince eurasiatica che oggi sta tornando a ripopolare le Alpi orientali grazie alle popolazioni austriache e slovene.
Tra i canidi è molto diffusa un po’ ovunque in Italia la volpe rossa. Il lupo appenninico, quasi sterminato, a partire dal 1970 e dalla sua protezione è tornato a popolare la penisola. L’orso marsicano, sottospecie dell’orso bruno ed autoctona dell’Italia centro-meridionale, è a forte rischio di estinzione. Tra gli ungulati sono diffusi il capriolo presente anche con la sottospecie endemica del capriolo italico, il cervo nobile, il cinghiale e il daino. Quest’ultimo sterminato secoli fa a causa della caccia è stato reintrodotto ed è da considerarsi specie alloctona.
Uccelli migratori in Italia
L’Italia è un’importante rotta migratoria verso le regioni sahariane, in quanto costituisce un ponte naturale tra l’Europa continentale e l’Africa, attraverso il Mediterraneo.
Molti di questi uccelli nidificano in Europa centrale e settentrionale. In autunno gli uccelli ritornano in Africa passando sulla stessa rotta, ovvero al di sopra delle isole italiane o attraverso lo stretto di Gibilterra o il Bosforo.
Gli invertebrati: una ricchezza enorme
Gli invertebrati, presenti in Italia con numerosissime specie, rappresentano una ricchezza inestimabile. Essi sono in gran parte responsabili della creazione di suolo e hummus, oltre ad essere fonte di alimentazione per rettili, anfibi e uccelli. Altri come api e lepidotteri sono un elemento essenziale per l’impollinazione, in cui esiste spesso un rapporto esclusivo tra il fiore e la specie adatta ad impollinarlo.
Importanza di tutelare la biodiversità
Negli ultimi 40 anni la fauna selvatica italiana e del pianeta si è ridotta del 60 % per colpa delle attività umane non sostenibili e sono circa 1 milione le specie a rischio di estinzione nei prossimi decenni. All’origine di questa situazione troviamo in particolare la conversione degli habitat naturali in terreni agricoli e l’espansione delle aree urbane, ma tra le cause si annoverano anche lo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali, i cambiamenti climatici, l’inquinamento e le specie esotiche invasive.
Esiste un collegamento tra la perdita di biodiversità e la diffusione delle malattie. In particolare lo sfruttamento non sostenibile della natura (come nella deforestazione e nel commercio illegale o poco regolamentato di animali selvatici) diminuisce gli spazi selvatici e le specie selvatiche non più in grado di fare da cuscinetto tra noi e le malattie, aiutando a prevenire lo scoppio di pandemie.
Anche i cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità sono strettamente legati. Infatti invece di immagazzinare il carbonio nel terreno e nella biomassa, gli ecosistemi danneggiati lo rilasciano nell’atmosfera.
Protezione e conservazione della fauna a rischio
Rete Natura 2000 attraverso la Direttiva Habitat fornisce lo strumento politico per la creazione negli stati membri della Comunità Europea di Zone di Protezione Speciale per la salvaguardia degli habitat e delle specie a rischio.
In Italia a gennaio 2020 risultavano censite 626 zone di protezione speciale. Sul sito del Ministero della Transizione Ecologica trovate l’elenco completo dei SIC (Siti di Importanza Comunitaria) e ZPS.
La nuova strategia sulla biodiversità per il 2030 della Comunità Europea è un piano a lungo termine, globale, sistemico e ambizioso per salvaguardare la natura e invertire la tendenza al degrado degli ecosistemi. Costituisce uno dei pilastri del Green Deal europeo e della leadership dell’UE nel settore dell’azione internazionale a favore dei beni pubblici globali e degli obiettivi di sviluppo sostenibile. Qui trovate domande e risposte sul Green Deal.